DDL nr 1071 – TAGLIO DELLE c.d. “PENSIONI D’ORO”; Assistenza/Previdenza

di Pietro Gonella

1)   È necessario innanzitutto fare una premessa: chiarire la differenza tra “Previdenza” e “Assistenza”.

Il primo termine “Previdenza” si riferisce semanticamente all’ambito/al settore in cui la posizione di chi è titolare di “versamenti contributivi” validi per legge (effettivi, in quanto effettuati in costanza di attività lavorativa, e figurativi, in quanto riconosciuti/ricoperti dalla Stato per maternità, per servizio militare, per prepensionamenti per crisi aziendali o per altre cause) dà diritto ad un trattamento pensionistico.

Il secondo termine “Assistenza” si riferisce semanticamente all’ambito/al settore in cui la posizione di persone/soggetti versanti in condizioni di indigenza e/o necessità sociale dà titolo, in quanto cittadini, ad essere aiutati dalla Stato organizzazione attraverso la fiscalità generale. Si tratta, è bene sottolinearlo, di persone/soggetti che non hanno versato alcun contributo o hanno versato contributi in misura tale da avere diritto ad una prestazione previdenziale inferiore al trattamento minimo; in presenza di tale ultima fattispecie scatta l’intervento assistenziale qualificato come “integrazione al trattamento minimo” dell’assegno, integrazione a carico della fiscalità generale… → CONTINUA A LEGGERE_19.09.18

 

Come continua l’accanimento contro le pensioni medio-alte

di Michele Poerio e Carlo Sizia

L’intervento di Michele Poerio (Presidente nazionale FEDER.S.P.eV.) e Carlo Sizia (Comitato direttivo nazionale FEDER.S.P.eV.) sui progetti del governo in materia di pensioni

In pieno agosto (6/08) è stato presentato il disegno di legge R. Molinari (Lega) e F. D’Uva (M5S), Atto 1071 della Camera, con l’obiettivo dichiarato di contribuire all’incremento delle pensioni minime e sociali dai 450 ai 780 €/mese mediante il “taglio” delle pensioni di importo lordo oltre gli 80.000 €/anno………. continua a leggere

Qualcun altro mette in discussione il DDL D’Uva-Molinari

Articolo di Stefano Biasioli

Era ora. Sembra che l’aria “anti-pensioni alte” (non ricche) stia cambiando. Articoli di giornale (ben 5, il 29/8/18) e qualche trasmissione TV (In onda, 28/8/18) cominciano a far passare l’idea che il DDL giallo-verde sia una cosa “immonda ed ignobile” (NdR) e che tutto il problema della cosiddetta “solidarietà pensionistica” debba essere pesantemente rivisto. Chi frequenta i LEONIDA (sito, e-mail, media) sa che la nostra posizione sul DDL in questione è stata NETTA, fin da subito. Lo testimoniano gli articoli scritti  – dall’inizio di Agosto in poi -da Pietro Gonella, Stefano Biasioli, Lorenzo Stevanato e Giuseppe Pennisi… continua a leggere_29.08.18

 

PENSIONI PIU’ o MENO DORATE

Fateci caso. Da circa 15 giorni il dibattito sui tagli alle “pensioni d’oro” o presunte tali è diventato virale.

Televisioni e giornali riferiscono di un forte scontro tra 5S e Lega sul DDL  di “riforma”, peraltro sottoscritto da entrambi i partiti, su carta intestata “5S”.

Anche oggi al tema “tagli alle pensioni ricche” sono dedicati almeno 8 articoli giornalistici: Il Fatto (pag.1); Gazzetta del Mezzogiorno (pag.1 e 19); Il Giornale (pag.4); Libero (pag.8); Il Foglio (pag.3); Il Gazzettino (pag.14); Il Manifesto (pag.1); La Verità (pag.1 e 8).

Tutti fanno riferimento, con diverso taglio e diverse prese di posizione, alla pervicacia con cui Di Maio e C. vogliono tagliare le pensioni sopra i 4.000 euro netti/mese, per recuperare denari per aiutare le pensioni socio-assistenziali.

Salvini sta zitto, ma per Lui hanno parlato Borghi e Brambilla. Soprattutto Brambilla che, con il suo studio di 37 facciate, ha dimostrato – numeri alla mano – che i suddetti tagli ai “ricchi pensionati” non porterebbero che ad un tesoretto di 330 milioni, mentre la manovra dei 5S (pensioni minime portate a 780 euro) costerebbe dai 5 ai 6 miliardi. Oltre ad essere largamente ILLEGITTIMA….

VOI SAPETE COME NOI LA PENSIAMO. Le nostre pensioni sono frutto di un lavoro ultraquarantennale, di impegno quotidiano nella dirigenza pubblica (in svariati settori), di carriere professionali eccellenti, di tasse e contributi pagati fino all’ultima lira, di tagli pensionistici che ci hanno perseguitato sia durante la vita lavorativa (riforme varie; tagli dei coefficienti, contratti di lavoro non rinnovati) che durante la pensione (mancata o parzialissima rivalutazione, contributo di solidarietà, tasse superiori a quelle della media UE).

SIAMO STATI e SIAMO MASSACRATI.

Ma, lo sapete, NON ACCETTEREMO CHE QUALCUNO CI CHIAMI IMPUNEMENTE “PARASSITI” NE’ CHE  ANCHE QUESTO GOVERNO (come quelli precedenti degli anni 2012-2018) CI TAGLI LE NOSTRE PENSIONI ” ALLA MEMBRO DI SEGUGIO”, con tagli basati su CRITERI RAFFAZZONATI, INVENTATI, SENZA LOGICA e RETROATTIVI. Oltre a tutto, tagli permanenti ,ora ed in futuro (pensioni di reversibilità).

No, non staremo inerti! Nè NOI di LEONIDA ne’ gli 800.000 pensionati del FORUM PENSIONATI.

Siamo elettori….con moglie e figli….siamo in grado di difenderci sia con il voto che con tutte le armi legali e civili possibili.

Non è una promessa campata in aria. E’ una certezza.

Stefano Biasioli

PARADOSSI – ESIBIZIONISMO – LEGALITA’ di Carlo Nordio

Il pensiero di Carlo Nordio sulla vicenda giudiziaria che coinvolge il ministro Salvini

Può sembrare paradossale che una nave militare italiana venga tenuta sotto controllo dai carabinieri per evitare sbarchi indesiderabili. In realtà è un paradosso solo apparente, perché le ragioni di igiene, o di ordine pubblico, valgono anche per le forze armate. È appena il caso di ricordare che le decisioni, secondo i vari momenti e i vari allarmi, spettano ai ministri competenti e in particolare a quello dell’Interno.

Se però dai paradossi apparenti passiamo a quelli reali, c’è soltanto l’imbarazzo della scelta. Possiamo, per brevità, elencare i principali. Prima di tutto i rapporti con la magistratura. Il Procuratore della Repubblica di Agrigento, munito di mascherina e galosce protettive, è salito a bordo della “Diciotti” tra gli obiettivi delle televisioni.

A noi, magistrati di vecchio conio, il gesto ricorda quello di un pm di Milano che quarant’anni fa, durante un’operazione antirapina, esibì una pistola alla cintola, suscitando il panico tra gli addetti ai lavori visto che per l’ingresso in magistratura non è previsto l’esame di tiro a segno e spesso, tra gli inesperti, l’arma spara da sola. Ora, l’iniziativa del Pm di Agrigento è certamente lodevole, tuttavia ci permettiamo di ricordargli, sempre in virtù della nostra anzianità, che i confini tra la solerte diligenza e l’esibizionismo imprudente sono sottili e incerti.

Anche perché il magistrato non si è limitato a questa operazione che, secondo il codice, avrebbe potuto benissimo delegare alla Polizia giudiziaria, ma ha anche ipotizzato un’indagine per arresto illegale e addirittura per sequestro di persona. Una tesi ardita per entrambi i reati: il primo, infatti, scatta quando c’ è un arresto, e qui non risulta sia stato arrestato nessuno; il secondo si verifica quando la privazione della libertà personale è illegittima, altrimenti finirebbero sotto inchiesta anche i giudici che privano della libertà gli imputati mandandoli in galera. E in questo caso è ben difficile definire illegittima una decisione squisitamente politica, di competenza discrezionale del ministro.

A tacer del fatto che, proprio per questa ragione, se reato vi fosse, le indagini sarebbero di competenza del relativo tribunale a sensi dell’articolo 96 della Costituzione. Da ultimo, può suscitar perplessità che, a fronte di gravi e reiterate violazioni delle leggi vigenti sulla immigrazione, invece di individuare e processare scafisti e trafficanti, si ipotizzi l’incriminazione di un ministro per un atteggiamento, criticabile fin che si vuole, ma che fa parte di un accordo approvato dal Parlamento sovrano.

Ancora una volta, siamo di fronte al postino che morde il cane. Poi c’è stato l’intervento del presidente della Camera. Un intervento squisitamente politico, che si sovrappone in modo improprio alle prerogative del ministro, il quale se ne assume, appunto, la responsabilità politica. Fico si è giustificato invocando la libertà di parola e i principi umanitari. Sarà.

Ma di questo passo, se ognuno dice la sua, non si sgretola solo la maggioranza: si sgretolano il Paese e le sue istituzioni. In questa confusione c’è, infine, un convitato di pietra, che, come il marmoreo Commendatore del Don Giovanni può trascinare nell’abisso ministri, governo e anche la legislatura. Il Presidente Mattarella ha già contribuito a risolvere un caso analogo poco tempo fa. Un po’ per deferenza, un po’ per buona volontà, un po’ per quieto vivere, l’intervento è passato senza grosse polemiche, suscitando anzi un sollievo compiaciuto.

Ora però il caso è diverso. Il ministro Salvini, che certo non avrà dimenticato il precedente, ha già detto che stavolta non cederà. Il che significa che nea. nche la più serrata “moral suasion” potrebbe fargli cambiare idea. Naturalmente, poiché la politica è l’arte del possibile, può darsi che Salvini la cambi “in limine vitae”, per evitare cioè la morte del governo, e forse della legislatura. Ma potrebbe anche tener duro e, nel caso estremo, dimettersi.

Un’ipotesi che potrebbe esser favorita dalla tentazione di monetizzare l’enorme consenso di cui, almeno per ora, il ministro pare godere. Sono valutazioni complesse, di cui pensiamo, e speriamo, tengano conto tutti. Persino i magistrati.
Carlo Nordio

La COSMED e le PENSIONI

Per alcuni giorni ci siamo trattenuti. Ma, alla fine, abbiamo scritto questa breve nota.

Nei giorni scorsi “Il Giornale” (articolo di A. Signorini – leggi tutto l’articolo nella sez. Documenti del 26.08.18) ha riportato un intervento del Segretario COSMED, Giorgio Cavalletto, relativamente al tema “pensioni d’oro”. Il cuore della sua dichiarazione ha riguardato questo aspetto:

«… gli 80.000 euro annui lordi attuali (il valore minimo per i tagli pensionistici, proposti dal DDL giallo-verde) equivalgono, con le addizionali comunali, regionali, ad assegni pensionistici da 3.780 a 3.922 euro netti per 13 mensilità. Quindi compare una nuova sigla sconosciuta: i 3.700 euro netti/mese»

Commentino LEONIDA:

  1. “Perfetto, Giorgio. Sono 4008 euro netti/mese, per 12 mensilità… Ossia l’obiettivo teorico dei 5S… Nulla quaestio…”
  2. “Cara Cosmed, dove sei stata nascosta, dal 2014 ad oggi, mentre i governi PD massacravano le pensioni, con il contributo di solidarietà e con la mancata rivalutazione?”
  3. “Quali iniziative legali ha attivato, dal 2014 ad oggi, la Cosmed a tutela dei “suoi” pensionati?”
  4. “Messa una pietra sul passato, perché – ora – la Cosmed non si unisce al folto gruppo del FORUM PENSIONATI (15 Associazioni pensionistiche, circa 800.000 pensionati) invece di restarsene in uno “splendido ma inutile” isolamento?”.

Ah, saperlo!

(Stefano Biasioli)

A Tutti gli Amici dell’APS-Leonida

Questo è il curriculum vitae di Di Maio, tratto dalla piattaforma Russeau.

Con un siffatto curriculum, si permette di aggredire le nostre pensioni frutto di studi prolungati (laurea + specializzazioni varie), oltre 40 anni di lavoro, brillante carriera professionale, tasse pagate fino all’ultima lira sia durante il periodo lavorativo che durante la quiescenza.

Cosa volete che Costui sappia delle regole pensionistiche cambiate 20 volte negli ultimi 40 anni, dei contratti di lavoro “mancati” (ossia non rinnovati….almeno 5 in circa 30 anni), della ricca CPS fatta confluire nell’INPDAP (per tamponare i buchi creati da agricoltori e commercianti…) ed infine della scelta politica di far confluire l’INPDAP nell’INPS, creando il maggior istituto pensionistico al mondo ? Eppure, pur essendo “ignorante ” (ossia non avendo mai studiato il problema in questione) e pur non avendo mai lavorato (sul serio ed in modo continuativo) vuole massacrarci, perche “siamo parassiti” (!).

In che mani siamo !

Ciao,

Stefano Biasioli

continua a leggere…Curriculum Vitae DI MAIO LUIGI

Le grandi bugie di Di Maio…

Articolo  a cura del Dott. Pietro Gonella

«saranno soltanto un ricordo! Ciascuno riceverà un assegno in base ai contributi versati

questa la pomposa dichiarazione che continua a fare il sunnominato (è una campagna mediatica elettorale e post elettorale “falsa” utilizzata dai pentastellati quale metodo per la gestione del consenso).

Il PdL giallo-verde però non fa alcun riferimento al “versato”, che si quantifica e denomina Montante Contributivo/MC, cioè il “versato” rivalutato alla data del pensionamento. continua a leggere…

Il pudore di Luigi Di Maio…

Onorevole,

vorrei ricordarle ciò che nel breve tempo della legislatura or ora iniziata lei ha detto:

“Le pensioni d’oro verranno tagliate in base al ricalcolo contributivo delle stesse”: falso perché il suo collaboratore nella stesura della Proposta di Legge, vista l’impossibilità del calcolo contributivo a ritroso, ha adottato un sistema di regressione statistico (Tabula-Patriarca) calcolato in base alla aspettativa di vita dal 2019 in poi, applicato all’inverso su anni già vissuti (mostruosità statistica). A PdL depositata, Lei ha continuato ad affermare pubblicamente che avevate sanato le ingiustizie attraverso lo strumento del ricalcolo contributivo.

Delle due l’una o lei ha spudoratamente mentito sapendo di mentire o non era informato. Comunque sia si vergogni. Se ciò non bastasse su questo argomento aveva già mentito una volta, perché nel famoso contratto aveva scritto e firmato come limite massimo per le pensioni d’oro 5.000,00 euro netti mensili, valore sceso per magia e in men che non si dica, dopo essere stato eletto, a 4.000,00 euro netti mensili. Per questo si vergogni ancor di più, ingannare l’elettorato è moralmente iniquo.

Mi rendo conto che questo è solo l’inizio di un vortice mediatico dove vero e falso balleranno tra le mani abili di un giocatore delle tre carte, ma ascolti il mio consiglio: si vergogni oggi anche per domani, così potrà beffeggiare tutti noi con uno smagliante sorriso.

Il Direttivo APS-Leonida – Presidente Dott. R. Mencarelli

Spread e pensioni. La versione di Pennisi (da leggere)

L’ipotesi di un progetto di contributo triennale di solidarietà è ammissibile solo in caso di grave crisi finanziaria. E per questo la differenza di rendimento tra titoli di stato sale. L’analisi dell’economista Giuseppe Pennisi

La mattina del 18 agosto, la prima notizia finanziaria che gli italiani hanno letto è parsa avere il sapore di un paradosso: debito pubblico in calo, ma investitori stranieri in fuga dai nostri titoli di Stato e spread in aumento. L’apparente paradosso è in parte spiegato dalla tragedia del Ponte Morandi a Genova e dalle reazioni di molte parti in causa, non sempre ispirate alla dovuta compostezza nella gravità del momento. C’è, però, una determinante che innervosiva cittadini, operatori ed investitori, e muoveva lo spread al rialzo, prima della tragedia di Genova: il modo caotico, per utilizzare un vocabolo gentile, con cui l’esecutivo sta gestendo il tema delle pensioni. – ...continua a leggere l’articolo