Continuerà l’accanimento contro il ceto medio dei pensionati?

a cura del Dott. Carlo Sizia, 20 agosto 2025

In data 30 giugno 2025 il Tribunale ordinario di Trento ha pronunciato un’Ordinanza secondo la quale dichiara “rilevante e non manifestamente infondata la questione di legittimità costituzionale” di quelle norme delle leggi di bilancio (nn.197/2022 per il 2023 e 213/2023 per il 2024) che “dispongono la perequazione automatica dei trattamenti pensionistici secondo le percentuali ivi previste, ma calcolate con riferimento all’importo complessivo dei trattamenti medesimi (cosiddetto “sistema a blocchi”), anziché sulle distinte fasce di importo degli stessi trattamenti (cosiddetto sistema “a scaglioni”)”, sistema quest’ultimo che ha trovato applicazione, sull’onda lunga delle riforme previdenziali Dini e Prodi, praticamente dal 2000
(legge 388/2000) e fino al 2013, quando col Governo Letta (legge 147/2013) la rivalutazione è avvenuta secondo una unica percentuale, decrescente rispetto al valore complessivo dell’assegno e sull’intera misura di una singola pensione, senza alcuna fascia di garanzia rivalutativa vera almeno per una quota parte della stessa, fatta naturalmente salva sempre e solo la rivalutazione piena delle pensioni più basse (100% indice Istat fino a 3 volte il minimo INPS, e fino a 4 volte il minimo INPS a partire dal 2020).

Questo sistema barbaro e penalizzante è durato dal 2014 a oggi, con le uniche eccezioni della legge di bilancio Draghi n. 234/2021 per il 2022 e terza legge di bilancio Meloni n. 207/2024 per il 2025, in cui si è tornati al sistema a scaglioni ( + 100% dell’indice Istat fino a 4 volte il minimo INPS; + 90% da 4 a 5 volte il minimo INPS; + 75% per i restanti importi oltre 5 volte il minimo INPS, praticamente nella logica della legge 388/2000).

Per comprendere la gravità del criterio Letta di perequazione, bastino queste considerazioni:

continua a leggere ⇒ Continuerà l’accanimento contro il ceto medio dei pensionati_20.8.25

Al via nelle Ulss del Veneto il reclutamento di medici con titolo estero non riconosciuto

di Redazione  veneziatoday.it  – 31/07/2025

Si tratta di un provvedimento temporaneo, rivolto a professionisti già presenti sul territorio nazionale, in possesso di permesso di soggiorno per motivi lavorativi o di cittadinanza italiana.   … continua a leggere ⇒ Veneziatoday_31.7.25_Alvia nelle Ulss del Veneto il reclutamento di medici con titolo estero non riconosciuto

Nostro commento:

Ma come possono esercitare se non sono iscritti all’ordine? Visto che i loro titoli non sono riconosciuti in Italia.

01.08.25 Ns_risposta all-articolo del 31.7.25-veneziatoday

A Roberto…

“…È passato un anno, ma Roberto non Ti abbiamo dimenticato…”

Quelli dei Leonida

News da Leonida

Informiamo Tutti gli iscritti che il Comitato Direttivo ha dato mandato al Prof. Paolo Piva di “effettuare istanza di visibilità nel procedimento RG n. 212/2023 avanti al Tribunale di Verona”.

In termini semplici il Prof. Piva richiede al Tribunale di Verona la documentazione relativa alla vicenda ASPE, tutt’ora irrisolta, dopo il secondo parere del Ministero del Lavoro che rilanciava la decisione dell’attribuzione del fondo residuo ASPE in carico al fiduciario, Avv. Troiani.

NB)

Chi vivrà, vedrà…

 

Perché serve più welfare mix – Alberto Brambilla – 2 articoli

Sotto la spinta dell’invecchiamento della popolazione, e complici i vincoli di finanza pubblica che impongono un maggior controllo della spesa, la sanità italiana fatica a reggere il passo: poche e inefficaci, finora, le soluzioni della nostra classe politica che continua a trascurare il ruolo cruciale di una buona integrazione tra pubblico e privato… di Alberto Brambilla da ⇒ ItinerariPrevidenziali_12.3.25

inoltre:

PENSIONE E INFLAZIONE – QUEI TAGLI DI INIQUITÀ… Retromarcia della Corte Cost. che ha legittimato il raffreddamento della rivalutazione deciso dall’esecutivo Meloni. Così si dà discrezionalità eccessiva ai prossimi governi… di Alberto Brambilla da ⇒ lEconomia di Corsera_17.3.25_Pensioni e Inflazione-quei tagli di iniquita-Brambilla

Pensioni, tutte le novità sulla perequazione

Sentenza della Consulta 19/2025 sulla perequazione delle pensioni: fuori dalla realtà e dalla Costituzione vigente? L’intervento di Michele Poerio e Stefano Biasioli
La sentenza della Consulta 19/2025 ha “promosso” le misure di “raffreddamento” della rivalutazione automatica delle pensioni, di cui alla legge di bilancio 197/2022 per il 2023, perché non avrebbero leso i principi di ragionevolezza, proporzionalità e adeguatezza posti a garanzia dei trattamenti pensionistici, come da artt. 1, 3, 4, 23, 36, 38 Costituzione.
Vediamo se i Giudici della Corte sono entrati nella materia e hanno ragionato secondo logica e giustizia…

continua a leggere ⇒ StartMag_17.2.25_Pensioni-tutte le novita sulla perequazione

SENTENZA 19/2025 del 14/02/2025. PEREQUAZIONE delle PENSIONI

Ieri è stata diffusa la sentenza della C. Cost. relativa ai ricorsi contro i tagli alla rivalutazione delle nostre pensioni.

Nonostante le ripetute fake news, dopo 15 gg di meditazione, la Corte Costituzionale “se ne è lavata le mani” accettando integralmente le posizioni dell’INPS e dell’avvocatura dello Stato.

 In sintesi la posizione dei SOLONI di Palazzo dei Marescialli è questa: “tocca ai pensionati INPS over 4 volte il minimo INPS salvaguardare i conti dello Stato e quelli dell’INPS stesso…. I denari di costoro sono stati correttamente adoperati per fini assistenziali….. solo la tutela delle pensioni inferiori a 4 volte il minimo INPS è doverosa….tutte le altre possono essere taglieggiate dal governo di turno….L’effetto cumulativo dei tagli alle rivalutazioni è modesto….Voi “pensionati ricchi” avete avuto un TFR/TFS più alto (??!!)…e avete delle pensioni più alte, che Vi proteggono dall’inflazione….State buoni e non protestate…..Un futuro governo potrà modificare le regole e darVi una rivalutazione piena…”.

Già, CORNUTI e MAZZIATI, NOI PENSIONATI INPS, NOI PENSIONATI della DIRIGENZA PUBBLICA e PRIVATA.

E, questa, sarebbe giustizia ? Mi fermo, per evitare denunce. Ma ricordo a TUTTI che non finisce qui e che troveremo il sistema per fermare queste decisioni ingiuste e irrazionali. Questi giudici non sanno fare di conto e non conoscono gli effetti cumulati dell’inflazione, ma parlano di tagli fino al 2032, ovviamente tutti a carico nostro!

Stefano Biasioli
Presidente APS
15/02/2025

CC pronuncia_19_2025 perequazione –  CC_CS perequazione 2025

ARTICOLI del  15.2.25 (che troverete completi, nella sezione “Documenti” di questo sito)

Corsera_15.2.25_pag_15;  Italia Oggi_15.2.25_pag_29; Messaggero_15.2.25_pag_1-9; Foglio_15.2.25_pag_3; Giornale_15.2.25_pag_11; Sole24Ore_15.2.25_pag_22; FattoQuotidiano_15.2.25_pag_1-10.

La Corte Costituzionale continua a prendere tempo…

Sono passati 9 giorni 9… dall’udienza che la C. Costituzionale ha dedicato ai ricorsi contro i tagli alla rivalutazione delle pensioni, senza che sia stato ancora formulato il parere finale.

È la prima volta (a quanto ne sappiamo) che la seduta del 29/01/25 non sia stata chiusa con l’emissione di un comunicato stampa, come è stato invece fatto con le questioni costituzionali dibattute dall’inizio di febbraio ad oggi.

Ci chiediamo se questo silenzio sia positivo o negativo; se la Corte voglia emettere una sentenza innovativa oppure se voglia nascondersi riconfermando la sostanza dei tagli 2023-2024-2025 fino al lontano 2032.

Un ulteriore commento:

È la stessa Corte che in 24 ore ha deciso sul “fine vita” confermando le scelte precedenti.

S.B.