TAGLI PEREQUAZIONE

I risparmi sul  TAGLIO delle PEREQUAZIONI PENSIONISTICHE dipende dalle soluzioni scelte:

A) TAGLIO NETTO sull’INTERO ASSEGNO:

1)  vale 1,5 mld  se si riducesse dal 75 al 50% il recupero inflattivo (la perequazione)  per le pensioni superiori a 5 volte il minimo INPS ( 2.621 euro lordi/mese);

2)  ⇒ vale 3 mld se si riducesse al 50% anche la perequazione delle pensioni tra 4 e 5 volte il minimo INPS (tra 2.097 e 2.621 euro lordi/mese);

B) TAGLIO SOLO sulla PARTE di PENSIONE ECCEDENTE i 2.097 euro:

3)  ⇒ vale circa 1,45 mld (ossia esentando dai tagli solo le pensioni fino a 4 volte il minimo INPS (2.097 euro);

4)  ⇒ vale circa 1,41 mld ( esentando invece dai tagli le pensioni fino a 5 volte il minimo INPS (2.621 euro).

Nel caso della soglia più alta, sarebbe salvaguardato l’84% dei pensionati (3 pensionati su 4); nel caso della soglia più  bassa, sarebbe salvo il 74% dei pensionati. In ogni caso, quelli che saranno colpiti dalla misura avranno una penalizzazione consistente a fronte di una perequazione calcolata dal MEF per il 2023, che – al 100%- vale il 7,3%.

Nel caso di pensioni tra 4 e 5 volte il minimo INPS (2.097-2.621) con l’IPOTESI A,  una pensione di circa 2400 euro lordi/mese recupererebbe 87 euro/mese invece di 157 teorici, con una perdita di 70 euro/mese (910/anno).

Detta perdita si ridurrebbe invece a 4,24 euro con l’IPOTESI B.

Per una pensione sui 5000 euro (per la quale la perequazione teorica era al 75%), con l’IPOTESI A il recupero sarebbe di 182 euro/mese invece che 273, con una perdita di 90 euro/mese = 1.170 euro/anno !

Commentino

Qualunque fosse la scelta finale del Parlamento, su queste proposte governative, in ogni caso, per l’ennesima volta, si dimostra che – anche questo governo – gioca con i numeri. Per eliminare i danni fatti dalla Fornero ai pensionati futuri, si penalizzano i PENSIONATI ATTUALI, con una partita di giro.

Alla faccia delle sentenze della Consulta e delle tasse pagate dai pensionati over 2.621 euro/lordi/mese, si penalizzano sempre i SOLITI NOTI, quelli che – in vita – hanno pagato  fior di contributi pensionistici e pagano fior di tasse. Senza eludere mai.

Per LORO NON VALGONO I DIRITTI ACQUISITI. Non sono valsi dal 2011 al 2021 e non varranno dal 2023 in poi!

Non ce ne staremo zitti e buoni!

NB) I dati numerici sono stati recuperati dall’ANSA (Arena, 22/11/22, pag. 4 – che potrete leggere nella Sez. “Documenti” di oggi 22.11.22).

Il Commentino è di Stefano Biasioli

Esempio sui dettagli della riforma (estratto da l’Arena, 22-11.22 pagina 4):

Rivalutazioni PENSIONI – Pensioni alte, aumenti a metà per finanziare quota 103

Cari Tutti,

nell’ultima ASSEMBLEA LEONIDA eravamo stati – PURTROPPO- cattivi profeti.

“Per recuperare denari per tamponare i danni della Fornero taglieranno le rivalutazioni alle pensioni superiori a 5 volte il minimo INPS… per questo dovremo rifare un’altra Assemblea, dopo il varo della legge di bilancio, per ipotizzare un’ennesima azione legale contro questi possibili tagli…”

L’assemblea padovana è stata, su questo, unanime.

Ed ecco che oggi cominciano a comparire notizie sui possibili tagli alle cifre (calcolate con minuzia da Gonella) alle rivalutazioni 2023 delle nostre pensioni.

Insomma, anche Meloni+Giorgetti vogliono “tagliarci il pelo”, esattamente come fatto dai governi precedenti, dal 2011 fino al 31/12/2021. E, ciò, alla faccia delle varie sentenze della Consulta.

Leonida come siamo, QUALCOSA FAREMO. O NO ? ESTOTE PARATI!

Roberto Mencarelli
Stefano Biasioli

Le decisioniPENSIONI ALTE, AUMENTI A METÀ per FINANZIARE QUOTA 103… articolo di L. Ci. su ⇒ Messaggero_21.11.22_pag_3

SANITÀ : più Stato o meno Stato?

Da il sussidiario.net di Carlo Zocchetti

Il sottosegretario alla Salute Gemmato ha detto che il primo male della nostra sanità è la riforma del Titolo V della Costituzione effettuata nel 2001

Il buon giorno si vede dal mattino, dice il proverbio; e siccome la saggezza popolare spesso ci azzecca proviamo a vedere a partire dal mattino che ci sta presentando il Governo se la sanità farà rima con sussidiarietà.

L’occasione ci viene dalle dichiarazioni che l’onorevole Marcello Gemmato (Fratelli d’Italia), farmacista, sottosegretario di Stato alla Salute (cioè vice-ministro) nel nuovo Governo uscito dalle recenti elezioni, ha rilasciato in questi giorni a proposito del Servizio Sanitario Nazionale (SSN), nel quale riconosce come principali difetti i tre seguenti: a) il primo male della nostra sanità è la riforma del Titolo V della Costituzione effettuata nel 2001; b) il secondo male sono gli scarsi investimenti in sanità; c) la terza grande criticità è l’assistenza territoriale. Tutti e tre gli argomenti meritano di essere approfonditi, ma in questo breve contributo ci fermiamo sul primo punto critico perché ha direttamente a che fare con il titolo di questo giornale e della Fondazione per la Sussidiarietà…

… continua a leggere ⇒ Sussidiario_17.11.22_SanitapiuStatoomenoStato

La spesa sanitaria pagata dei cittadini cresce del 20%

Da ilSole24Ore del 17.11.22 a pagina 10 di Mar.B.

Boom di spese sanitarie a carico dei cittadini che nel 2021 volano a 37,16 miliardi. La cosiddetta spesa out of pocket, quella cioè al di fuori del Servizio sanitario nazionale, secondo l’ultimo monitoraggio pubblicato ieri dalla Ragioneria generale dello Stato è cresciuta del 20,7% rispetto ai valori del 2020 quando era calata dell’11,6%. Un boom di spese sostenute direttamente dai cittadini cresciute soprattutto per farmaci non rimborsabili, visite mediche e diagnostica dopo la frenata legata allo scoppio della pandemia che nel 2020 aveva limitato la spesa sanitaria privata.

Tra l’altro la stessa Ragioneria segnala come «la distribuzione regionale della rivalutazione della spesa sanitaria per l’anno 2021 mostra che la crescita dei valori risulta sostanzialmente equidistribuita su tutto il territorio nazionale». Rispetto invece alla sua composizione le spese per visite specialistiche ed interventi continuano ad avere un peso prevalente (46,1%) sul totale della spesa a carico dei privati, confermando il trend degli anni precedenti. !Anche per questo anno, tra l’altro, la rilevazione della spesa sanitaria privata per visite specialistiche ed interventi chirurgici proviene prevalentemente da medici odontoiatri (31,1% del 2021 vs il 33% del 2020)». Complessivamente nel 2021 la spesa sanitaria è stata di 126,6 miliardi a cui si aggiungono appunto i 37 miliardi pagati direttamente dai cittadini.

Sole24Ore_15.11.22_pag_10

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Annunciamo che nella sezione “Documenti” e sezione “Leggi e Decreti” di questo sito, potete trovare il Documento “NADEF 2022 Versione rivista e integrata alla data 04.11.2022″.

Inoltre troverete “Le Direttive-2022_2041_SALARIO MINIMO” e “Bozza Decreto Denominazioni e Competenze”

A Tutti i Nostri lettori:

a proposito del NADEF (Consiglio dei Ministri 04/11/2022) 

Ci siamo presi la briga di leggere con attenzione il NADEF del governo Meloni, che integra quello di Draghi del 28/09/22. Come sempre in Italia i numeri relativi alle entrate, alle uscite e all’indebitamento dello Stato possono essere considerati relativamente verosimili. Quello che comunque si evince è quanto segue:

  1. la spesa sociale (% sul PIL) si aggirerà negli anni 2023-2024-2025 sul 21,5%, in linea con la spesa 2022;
  2. la spesa pensionistica “vera” si aggirerà attorno al 16% del PIL(16,1-16,5%) nel prossimo triennio, pari a +0,9 rispetto alla percentuale 2022;
  3. la spesa sociale “assistenziale” passerà dal 5,87% del PIL (anno 2022) al 5,07% nell’anno 2025.

Questi numeri sono importanti perché testimoniano alla UE che la nostra pensionistica “vera” è in linea con quella media dei 27 Paesi della UE e che quindi questo governo (a differenza di quanto fatto dai 3 precedenti governi!) non dovrà andare in Europa con il cappello in mano né dovrà cedere a possibili richieste della UE relative al taglio della spesa sociale.

Per quanto riguarda la SANITÀ anche il NADEF del governo Meloni accetta che continui il cronico sottofinanziamento della Sanità Pubblica la cui spesa (in % sul PIL) calerà dal 7,04 (2022) al 6,61 (2023) al 6,20 (2024) e infine al 6,01 (2025).

Ogni commento a questo proposito è del tutto inutile.

È infatti evidente che se la spesa sanitaria totale calerà dai circa 134 miliardi del 2022 ai circa 129 miliardi degli anni 2024-2025, non saranno possibili significative variazioni dell’Organizzazione Sanitaria Pubblica, sia in tema di personale che in tema di strutture (!!!!!)

Commento a cura di S. Biasioli

…notizie dell’ultima ora

(Corsera 6.11.22)

…..

…Tutta la posta, sottolineano Meloni e Giorgetti, sarà utilizzata per fronteggiare la corsa del gas e dell’energia elettrica. La specifica della presidente del Consiglio è seguita da un’ulteriore precisazione di Giorgetti per chiarire che nella manovra 2023 «qualsiasi intervento di natura fiscale e di spesa previdenziale dovrà essere coperto all’interno dello stesso settore di intervento, altrimenti non rispetteremo l’obiettivo che abbiamo dichiarato di mettere tutte le risorse a disposizione» per le misure contro i rincari energetici.

In pratica, ha sottolineato il Corriere della Sera, “ogni altra misura non potrà avere come copertura il deficit ma dovrà prevedere tagli di spesa o maggiori entrate fiscali. Risorse arriveranno, anticipa Giorgetti, dalla spending review dei ministeri: 800 milioni nel 2023, 1,2 miliardi nel 2024 e 1,5 miliardi nel 2025…..