Costo del lavoro e riforma fiscale: le alternative per ridurre il cuneo

di Alberto Brambilla – 05.10.2021

l taglio delle tasse per i redditi più bassi, senza diminuzione della spesa, rischia di riversarsi su quel 21% di lavoratori che dichiara più di 29mila euro l’anno e che, con la propria IRPEF, sostiene il sistema di protezione sociale italiano: contrasto di interessi, welfare aziendale e detassazione di premi o aumenti salariali le soluzioni per ridurre il cuneo fiscale e contributivo in modo più equo…

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Tabella – IRPEF 2019, lavoratori dipendenti per scaglioni di reddito al netto dell’effetto bonus da 80 euro: ⇓

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Il DG della sanità Israeliana il Prof. Nahman Ash:….

Il DG della sanità Israeliana il Prof. Nahman Ash: “La diminuzione del numero dei nuovi malati indica l’uscita dalla quarta ondata della malattia . Se questo tendenza continuerà anche la settimana prossima potremo dichiarare di conseguenza la fine della emergenza dovuta a questa ondata . L’operazione della vaccinazione trasversale a grandissimo numeri ha dato il suo risultato. Queste sono ottime novità per tutta l’umanità .”  leggi l’articolo e i commenti

E allora… chi aveva ragione?

Pubblicato su Startmag.it il 3 ottobre 2021

Pur non essendo virologi/microbiologi/igienisti NOI L’AVEVAMO DETTO.

Modestamente è dall’inizio della pandemia che il Sottoscritto e l’amico Renzo Schiavon (autori di un recente libro sulla Senescenza e sulla Medicina Anti-aging) l’avevamo detto. La patologia da COVID-19 è caratterizzata da un’infiammazione generalizzata multi-organo + vasi.

Da almeno 15 mesi abbiamo detto e scritto che l’approccio del M. Salute e  del CTS  “osservazione e tachipirina” era sbagliato, dal punto di vista concettuale e pratico. Perché? Perché la tachipirina ha una bassa attività antinfiammatoria e non riduce la produzione delle interleuchine.
Nonostante una campagna mediatica (evidentemente orchestrata nel ministero e nei suoi dintorni) che per lunghi mesi ha bocciato come negazionista la posizione di chi era contrario alla tachipirina, adesso – poco per volta- emerge la verità.
Le nostre convinzioni sono oggi supportate da alcuni lavori scientifici, che elenchiamo:
  1. Pandolfi S. e Ricevuti G., sul J. Of Medical Virology hanno dimostrato che il paracetamolo è DANNOSO PERCHÉ RIDUCE IL GLUTATIONE CORPOREO, uno dei principali antiossidanti naturali.Ridurre il glutatione significa compromettere le difese naturali (antiossidanti) contro il virus, ovvero favorirne la  propagazione.
  2. Sestili P. e Fimognari C. erano anch’essi arrivati alle stesse conclusioni: la tachipirina abbassa drasticamente il glutatione;
  3. Remuzzi G. e Suter F. (Aprile 2021, tynyurl.com/42f3w7y…) avevano già dimostrato scientificamente che l’uso dei FANS e dell’aspirina riduceva del 90% la ospedalizzazione, rispetto ai soggetti trattati con tachipirina.
  4. Ebbene, nonostante questi studi, solo il 26 Aprile 2021 le linee guida ministeriali hanno incluso – nelle cure – anche gli antinfiammatori non steroidei (NSAIDs), senza però togliere la tachipirina !
Da ultimo, ricordiamo il farmaco ANAKINRA (finora usato contro l’artite reumatoide) sdoganato da Remuzzi come anti-COVID (riduzione del 55% della mortalità negli ospedalizzati)  ma attaccato con una serie di sceneggiate TV contro Remuzzi e contro  chi lo  proponeva come farmaco attivo contro il COVID. Tant’è….
Martedì sera l’AIFA ha finalmente diffuso un comunicato in cui afferma che, a breve,  l’ANAKIRNA  + 2 immunomodulanti (Baricinitib e Sarilumab) potranno essere usati anche contro il COVID.
E che dire dei monoclonali, usati per Trump e per Monsignor Gristina?
Pochi giorni fa l’OMS ha codificato che funzionano: si tratta di almeno 5 monoclonali dai nomi difficili e di un paio di antivirali. Uno di questi (prodotto dalla Lilly) era stato offerto dalla Ditta – circa un anno fa-  in fornitura gratuita all’Italia, senza essere accettato.
Qualcuno, in Italia, dovrà un giorno rendere conto di queste scelte “ingiustificate”. Oggi, anche se la campagna mediatica continua a mandare segnali diversi, esistono cure appropriate. Adesso ci aspettiamo che il ministero consenta l’utilizzo di tutti questi farmaci, in modo adeguato e tempestivo, nei nuovi ammalati sintomatici. Ma, finora, quante morti sono avvenute, a domicilio, “grazie alla tachipirina e a chi l’ha lungamente supportata” ?

Il punto sul Pnrr

da ilcommentopolitico.net

In questi ultimi giorni, l’attenzione dell’opinione pubblica e di gran parte della stampa è stata puntata sulla Nota di Aggiornamento del Documento di Economia e Finanza (Nadef) e sulle ormai imminenti elezioni amministrative. Era prevedibile che fosse così, data la rilevanza della Nadef nell’indicare i margini di manovra per la prossima legge di bilancio e considerata l’importanza del voto che impegnerà il 3 ottobre piccoli e grandi comuni.

Si è allentata la tensione sul Piano nazionale di ripresa e di resilienza (PNRR) da parte dei media e forse anche da parte di alcune forze politiche e dei loro leader, che, a volte, paiono avere dimenticato che l’Italia è all’inizio di un lungo cammino di sei anni nel quale scadenze precise sono previste in quello che di fatto è un “contratto” con l’Unione europea (Ue). Il 23 settembre, il Consiglio dei Ministri ha esaminato un documento di 16 pagine, che è in sostanza il primo rapporto di monitoraggio e di stato di attuazione del PNRR. Pochi giorni dopo su un quotidiano economico, su un giornale del Mezzogiorno e sul blog di consueto molto informato in materia di infrastrutture sono usciti dati sui progressi (e sui ritardi) in materia di opere pubbliche a valere sul PNRR; i dati, non smentiti, sono verosimilmente basati su un lavoro interno del Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibile. La mia impressione è che il Governo abbia voluto rendere noti i possibili ritardi proprio per indurre le pubbliche amministrazioni a non perdere di vista l’obiettivo di realizzare tempestivamente il PNRR.

I due documenti sono complementari. Il primo, presentato dal Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio e dal Ministro dell’Economia e delle Finanza, illustra, in uno stile terso e con un linguaggio asettico, come sta partendo il PNRR, soprattutto sotto il profilo delle riforme concordate con l’Ue e della loro scansione temporale. Il secondo riguarda lo stato d’attuazione delle opere pubbliche nel vasto, ed importante, comparto delle infrastrutture.

Entro il 31 dicembre 2021, devono essere adottate 27 riforme. Il documento è tacitiano e lapidario: Per quel che riguarda le riforme in scadenza al 31/12/2021, 8, pari al 30% del totale, sono già definite; per le altre 19 è in corso il procedimento di approvazione. Ossia nei prossimi due mesi c’è molta strada da fare non solo a livello di Governo ma soprattutto di Parlamento. Due riforme sarebbero dovute arrivare alle Camere prima delle vacanze estive: quelle relative al fisco e alla concorrenza. Non lo sono ancora. Si tratta di riforme non facili e relative a materie sulle quali ci sono forti divergenze tra le forze politiche che sorreggono il Governo.

Il quadro non è migliore in materia di opere pubbliche. I Commissari straordinari alle grandi opere nominati dal Governo negli ultimi sei mesi lanciano l’allarme: le procedure speciali del PNRR non decollano, non sono stati ancora nominati gli organi che dovrebbero accelerare l’approvazione dei progetti con le corsie veloci del Decreto infrastrutture, i DPCM di nomina dei Commissari non mettono a disposizione risorse e strutture tecniche straordinarie per centrare obiettivi anche essi straordinari. Alcuni Commissari hanno denunciato il pericolo che la pubblica amministrazione non marci compatta sugli obiettivi fissati e che la mancata attuazione delle norme del Decreto Legge “Semplificazioni” rallenti il decollo delle opere loro assegnate. A quattro mesi dal varo del DL “Semplificazioni” e a due mesi dalla conversione in Legge, mancano due organi che sono il riferimento chiave dell’intero impianto normativo, due organi che hanno il compito di approvare in tempi certi i progetti: a) la Commissione bis per la valutazione di impatto ambientale (per cui è stato avviato un bando, ma che doveva essere nominata entro il mese di luglio scorso) e b) il Comitato speciale del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici.

Sussurri da Palazzo Chigi indicano che il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Roberto Garofoli starebbe lavorando, con le pertinenti strutture del Ministero dell’Economia e delle Finanze a un Piano per l’attuazione con compiti e obiettivi Ministero per Ministero. Sarebbe un’ottima idea. Anche al fine, se necessario, di concordare con l’Ue, dato che siamo all’inizio dell’attuazione, aggiornamenti al PNRR sul tipo di quelli effettuati periodicamente nei programmi di riassetto strutturale finanziati dal Fondo Monetario e dalla Banca Mondiale, programmi a cui il Next Generation Eu ed i PNRR degli Stati membri, in vario modo si ispirano.

Bagehot

Elenco farmaci ad attività immunosoppressiva/terza dose di vaccino

Prendo ora visione di “questo elenco dell’Aifa del 22.9.2021” (che potete trovare nella sezione Documenti alla data di oggi).

Sottolineo quanto segue:

  1. questo elenco non è né numerato, né definito (scritto da chi e indirizzato a chi?);
  2. le 22 righe di presentazione sono una classica espressione della burocrazia ministeriale;
  3. la lista è stata redatta da “soggetti” ignoti “non è esaustiva”, deve tener conto del quadro clinico complessivo del paziente;
  4. nulla dice relativamente all’intervallo che deve intercorrere tra la seconda vaccinazione e la dose booster.

Infine, cosa ancora più grave (ultime 4 righe) esclude che il dosaggio degli anticorpi anti-spike possa essere un indicatore valido se somministrare o no a quel paziente anche la suddetta dose booster.

Ciò vale per tutti i farmaci ma apparentemente non per i cortisonici (per i quali sono fornite indicazioni comunque non vincolanti).
In definitiva, un documento privo di firma e di documentazione clinica a supporto di quanto in esso contenuto.
Concludendo, di chi è la responsabilità di somministrare la terza dose ai soggetti che ricevono i farmaci elencati?