PENSIERI in LIBERTÀ… distonie tra cifre e programmi

Pignoli come sempre siamo stati, abbiamo letto con attenzione due recenti documenti governativi dedicati al prossimo futuro economico-pratico del nostro Paese. Si trattava e si tratta del Documento programmatico di Bilancio 2022 (DPB) redatto dal Ministero dell’Economia (una sessantina di facciate) e inviato alla Ue e del DPCM varato (unanimità!) dal Governo nei giorni scorsi, ma pervenuto a Noi e al Cnel solo in forma di “bozza”.

Dal primo, abbiamo tratto alcune tabelle riassuntive (che riportiamo di seguito) e dal secondo abbiamo tratto gli articoli dedicati al SSN (art. 79-97) senza evitare di rimarcare che solo gli art. 79-83 sono abbastanza dettagliati mentre quelli 84-97 sono solo accennati

“…in attesa di verifiche varie…”…

…continua a leggere ⇒ PENSIERI IN LIBERTA_5.11.2021

La vera riforma delle pensioni che nessuno fa

… da Libero del 29.10.2021, pagina 1-3, di Vittorio Feltri

La cosa che maggiormente stupisce della nostra classe politica è l’ignoranza. Essa non ha ancora capito come funziona il sistema pensionistico e ogni volta che vi mette mano nel lodevole intento di migliorarlo lo peggiora non di poco.

Salvini in buona fede ha imposto l’introduzione della cosiddetta quota cento, senza tenere conto che negli ultimi anni le aspettative di vita si sono allungate. Ormai quasi tutte le persone muoiono dopo aver compiuto ottanta primavere, cosicché se una di esse va in quiescenza a 62 riscuoterà l’assegno dell’Inps per venti anni. Una spesa mostruosa per la Previdenza.

Ora Draghi si è inventato quota centodue. Una piccola insignificante modifica. La zuppa diventa pan bagnato.

Il vero problema è che avendo sostituito il modello retributivo con quello  contributivo, il lavoratore riceve un compenso proporzionale a quanto ha versato nel corso della sua attività quale dipendente. Quindi può collocarsi a riposo quando lo desidera, vedendosi restituiti i quattrini che gli sono stati sottratti con le famose trattenute. Il resto è retorica, peggio, finzione.

Occorre aggiungere e ripetere che l’Inps se ha un bilancio scassato non è per le pensioni che ogni mese è costretto a sganciare. Bensì per le palanche che sborsa per finanziare il settore assistenziale….

… continua a leggere ⇒ Libero_29.10.21_pag_1-3

MANOVRA 2022 – Il tallone d’Achille che nemmeno i sindacati hanno visto

di Giuseppe Pennisi, 02/11/2021 da ilsussidiario.net 

I sindacati non hanno visto accolte le loro richieste sulle pensioni nella Legge di bilancio. Probabilmente avrebbero dovuto insistere su un altro importante tema.

I sindacati mugugnano per la metodica e i contenuti del disegno di Legge di bilancio, il cui testo (al momento in cui viene redatta questa nota) è ancora in fase di limatura. Non hanno proclamato lo sciopero generale, ma solo una mobilitazione, anche perché con piccole concessioni in materia di richieste sulle pensioni e sugli ammortizzatori sociali il Governo li ha spiazzati. Uno sciopero generale sarebbe stato difficilmente comprensibile all’opinione pubblica e ai loro stessi iscritti. Avevano lanciato la proposta di “un patto per il lavoro”, ribadita anche nella manifestazione del 23 ottobre a piazza San Giovanni a Roma….

… continua a leggere ⇒ sussidiario_2.11.21-sindacati e legge di bilancio

LEGGE DI BILANCIO: I SINDACATI SCONTENTI MA PER LE RAGIONI SBAGLIATE

articolo di Giuseppe Pennisi da ilsussidiario.net

I sindacati mugugnano per la metodica ed i contenuti del disegno di legge di bilancio, il cui testo (al momento in cui viene redatta questa nota) è ancora in fase di limatura. Non si sa ancora se verrà proclamato il minacciato sciopero generale anche perché con piccole concessioni in materia di richieste sulle pensioni e sugli ammortizzatori sociali, il Governo li ha spiazzati. Uno sciopero generale sarebbe difficilmente comprensibile all’opinione pubblica ed ai loro stessi iscritti. Avevano lanciato la proposta di “un patto per il lavoro”, ribadita anche nella manifestazione del 23 ottobre a Piazza San Giovanni a Roma. Non contavano su un rilancio della “programmazione concertata” simile al “patto di San Tommaso” concluso nel 1993, ai tempi del Governo Ciampi, nonostante lo stesso Segretario del Partito Democratico (uno degli azionisti di rilievo del Governo) Enrico Letta vi avesse fatto più volte riferimento. Sanno che, a tempi dell’integrazione economica internazionale e dell’economia dell’incertezza, l’unica programmazione pluriennale fattibile è quella del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) già negoziato con l’Unione europea. Speravano, però, in qualcosa di più di un incontro con il Presidente del Consiglio che ascoltate le loro proposte, le ha in gran misura archiviate.

A mio avviso, hanno sbagliato il cavallo su cui hanno puntato per avere più voce in capitolo di quanto ne abbiano effettivamente avuta. Si sono inseriti nel dibattito sulle pensioni, sulla transizione da “Quota 100” per proporre non un percorso per tornare al sistema contributo quale definito nel 1995 (se del caso con qualche modifica) ma una riforma complessiva del sistema previdenziale (42 ani e 10 mesi di contributi per gli uomini e 41 anni e dieci mesi per le donne) senza neanche quantizzarne i costi e specificare quali gruppi ne avrebbero tratto vantaggio e quali sarebbero stati penalizzati. Per bocca del Segretario della Cgil, Maurizio Landini, hanno anche chiesto il superamento del sistema contributivo che, a suo parere, sarebbe in vigore solo in Cina. È stato facile argomentare che tale proposta (se non meglio articolata) avrebbe avvantaggiato soprattutto i lavoratori di genere maschile del Nord a scapito della collettività in generale e soprattutto delle future generazioni. Il Presidente del Consiglio ha avuto buon e facile gioco nel dire che l’obiettivo era “il ritorno alla normalità” (ossia al sistema contributivo quale definito dal Governo Dini e aggiornato dal Governo Monti) per effettuare successivamente modifiche…

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…Nostro commento all’articolo di Pennisi

Condividiamo al 90% questo scritto dall”amico Giuseppe… su pensioni acquisite e spesa assistenziale continuiamo a essere più critici di Lui!
Le tabelle governative contrastano con le promesse governative di questi giorni.
Girano bugie… con i giornalisti adoranti Draghi…

MANOVRA – Quei tagli a spese e promesse che risparmiano solo il Reddito di cittadinanza

Articolo di Natale Forlani, 29.10.2021
Con la Legge di bilancio sono state ridimensionate le aspettative sulla spesa assistenziale. Salvo che per il caso specifico del Reddito di cittadinanza.
Rispetto dei tempi e rigore sui limiti della spesa. Su questo binomio la proposta per la nuova Legge di bilancio approvata dal Consiglio dei ministri intende marcare il passaggio dagli interventi messi in campo per sostenere le imprese, i lavoratori e le famiglie durante l’emergenza Covid, alle iniziative rivolte a consolidare la ripresa economica….
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REDDITO DI CITTADINANZA/ La spesa (a fini elettorali) che fa crescere il lavoro nero
Articolo di Natale Forlani, 27.10.2021
Ieri l’Inps ha diffuso i dati relativi al Reddito di cittadinanza aggiornati a settembre. Dati che devono far riflettere sulla misura.
I numeri dei beneficiari del Reddito e della Pensione di cittadinanza (di seguito Rdc e Pdc) continuano a crescere nonostante la ripresa dell’economia e dei posti di lavoro. L’osservatorio statistico dell’Inps ieri ha comunicato che, nel corso primi 9 mesi del 2021, hanno beneficiato dei sostegni circa 1,680 milioni di nuclei familiari con 3,730 milioni di componenti, per un importo medio dell’integrazione al reddito di 578 euro mensili per il Rdc, e di 270 euro per le 160 mila famiglie che hanno ottenuto la Pdc…
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PENSIONI: cosa bolle in pentola?

27 ottobre 2021

Politica pasticciona (si pensi a come ha gestito e gestisce la pandemia), giornalisti molto spesso inaffidabili, perché o appiattiti sul governo Draghi o dalla memoria corta.

Sì, anche in tema di PENSIONI.

Adesso ci risiamo.

E, allora, ricordiamo alcune verità incontestabili:

  1. 2011 (Fornero + Monti): RIFORMA FORNERO, con eliminazione di qualunque tipo di flessibilità in uscita dal mondo del lavoro. Riforma sbagliata, con alcune centinaia di migliaia di esodati.
  2. Anni 2011-2020: NOVE SALVAGUARDIE per lavoratori bloccati dallo scalone introdotto dalla riforma. Due di queste, fatte dalla stessa Fornero (!), grande “esperta previdenziale”, dicevano.

Noi, che l’abbiamo avuta come consulente sindacale una volta, negli anni novanta, qualche perplessità ce l’avevamo e l’abbiamo. Dovendo scegliere tra la Fornero e Brambilla, butteremmo giù dalla torre la Fornero…

  1. Come FEDERSPeV, CONFEDIR, FORUM PENSIONATI, APS-LEONIDA dal 2011 CONTINUIAMO A CHIEDERE CHIAREZZA nel BILANCIO INPS. Chiarezza significa NETTA SEPARAZIONE tra SPESA PREVIDENZIALE e SPESA ASSISTENZIALE…

… continua a leggere ⇒ Pensioni_cosa bolle in pentola_27.10.21

Kant, Rawls e il green pass

Di Giuseppe Pennisi, 25/10/2021 – articolo su formiche.net

Per comprendere la logica di chi manifesta in piazza contro il certificato vaccinale è utile guardare a due pensatori: Immanuel Kant e John Rawls. Giuseppe Pennisi spiega perché il green pass è l’unica soluzione possibile per proteggere i più deboli

Le cronache ci dicono che mentre la minoranza rumorosa dei no vax , associata con black bloc, centri sociali, neo-nazi e neo/post-comunisti, mettono a soqquadro Trieste ed altre città, negli ospedali 1444 operatori sanitari si sono infettati negli ultimi trenta giorni; non si sa quanti pazienti che sono dovuti andare in ospedale per altre patologie (da malattie oncologiche a fratture causate sulle scale di casa) si sono infettati pure loro. I medici sono vincolati – si dice – dal giuramento di Ippocrate, così come i preti dall’obbligo di assistere tutti coloro che cercano Dio. In effetti, solamente le Chiese sono esentate, come gli ospedali, da richiedere il green pass.

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GREEN PASS SÌ, GREEN PASS NO

23 ottobre 2021

No, non scriveremo di chi vuole  o non vuole fare il green pass.
No, in questo articolo ce la prendiamo contro i “folli” (secondo lo Zingaretti, folle= persona che agisce senza senno e senza raziocinio) che hanno scritto e varato il recente decreto relativo al green pass (indicazioni, direttive, imposizioni varie). Forse ai più è sfuggita – ma a Noi no – una serie di effetti distonici e potenzialmente devastanti del decreto stesso e in particolare dell’Allegato 1.

BREVE RIASSUNTO
Tutto parte dal decreto legge n° 127/2021 che (art. 1, c. 5) prevede il varo di linee guida sul green pass. Su proposta dei ministri Brunetta e Speranza sono state vergate  scritte queste linee guida, approvate poi dalla Conferenza Unificata del 07/10/21. Il tutto ha dato origine a un ennesimo DPCM (12/10/21) inserito poi nella GU n° 246 (14/10/21): è costituito da un solo articolo e dal famigerato Allegato 1.

Il SUCCO delle NORME
Tutti i soggetti che lavorano in strutture pubbliche o private, per lavorare, debbono essere muniti di green-pass (fatti salvi motivi clinici gravi). I dirigenti che non controllino il possesso del green pass o del tampone dei loro dipendenti, vanno sanzionati. I lavoratori che non posseggano o l’uno o l’altro vanno sospesi dal lavoro. Le stesse regole valgono anche per i fornitori delle strutture pubbliche o private.

TUTTO SEMPLICE e LINEARE?
Assolutamente no. Perché i brillanti estensori dell’allegato hanno chiaramente scritto che queste regole non valgono per gli UTENTI. Per la precisione “l’unica categoria esclusa dall’obbligo del green pass e quella degli UTENTI”. !!!!

CONSEGUENZE
Se voglio andare al ristorante (stanze interne) debbo possedere il green pass, altrimenti non entro. Se voglio guidare un autobus devo avere il green pass, ma i passeggeri no.

ANCORA PEGGIO
Molta gente, da quando è scoppiata la pandemia, ha scoperto che l’ospedale è un luogo non solo di cura ma anche un luogo di potenziali infezioni. Ogni ospedale ha decine di ambulatori, essenziali per l’attività ambulatoriale sui pazienti esterni.
Ebbene, medici, infermieri, tecnici sanitari – per lavorare e venir pagati – debbono possedere il green pass.

Invece, CENTINAIA di PAZIENTI AMBULATORIALI potranno accedere quotidianamente in ospedale, SENZA POSSEDERE il GREEN PASS (10% dei pazienti, da una personale statistica). Ebbene, costoro percorreranno corridoi, saliranno in ascensore, andranno nelle sale di attesa (15-45 minuti, se ambulatori specialistici; ore se in Pronto Soccorso), e verranno poi visitati o sottoposti ad indagini strumentali (con varia tempistica).

Chiunque può capire che si tratta di PERSONE a RISCHIO: i pazienti non vaccinati e il personale vaccinato. Si, perché anche il personale vaccinato può infettare o essere infettato (5-10% dei casi, in relazione al grado di copertura vaccinale).
HA SENSO TUTTO CIÒ? O è una SOLENNE CAVOLATA, priva di un minimo di logica?
Si è imposto il green pass per forzare “i refrattari alla vaccinazione” a vaccinarsi. Il risultato è stato parziale, nonostante il cicaleccio delle fonti ufficiali, sempre prostrate davanti a Draghi & C.
Ancora una volta, si è scaricato il problema (vaccinazione) sui soggetti terzi (datori di lavoro e assimilati).
NON si è AVUTA la CAPACITÀ POLITICA di IMPORRE la VACCINAZIONE OBBLIGATORIA e si sono SCELTE STRADINE TORTUOSE e PERICOLOSE.

Già. Ho cercato di spiegarlo, vanamente, a 2 NO VAX CHE HO DOVUTO VISITARE, ieri. 2 no-vax su 20 pazienti; 10%…oggi, ma mi è successo anche martedì e lunedì…
IO ho visitato le 2 pazienti, ho fatto il mio dovere. Ma se fossero state contagiose, quanti pazienti in attesa avrebbero potuto infettare, oltre al Sottoscritto?
Già, vaccinato con Pfizer: seconda dose a fine Aprile (6 mesi fa) e con un titolo anticorpale (IgG anti COVID) calante…

Nessuno ha pensato anche agli aspetti medico-legali di questo fantomatico Allegato 1? Per non parlare di possibili sceneggiate, poco consuete negli ambulatori…

Purtroppo, solo Noi vecchiotti abbiamo avuto lezioni di educazione civica!

 

(Due vaccini Pfizer, 24 tamponi (24), 4 dosaggi seriali degli anticorpi anti Covid)

Il tormentone annuale delle pensioni. Ma la strada è solo una

Di Giuseppe Pennisi 23/10.2021

Invece di baloccarsi con una galassia di Quote e di sigle, si pensi a un sistema per i nostri figli e nipoti e si inseriscano eventuali toppe in una visione complessiva. Con una pensione con requisiti essenzialmente di età e finanziata dalla fiscalità, oltre che considerando i contributi versati, ma anche l’opzione complementare/integrativa basata su fondi privati.

Non c’è pace per i pensionandi si potrebbe dire mutuando dal titolo “Non c’è pace tra gli ulivi” di Giuseppe De Santis, film che nel lontano 1950 lanciò Raf Vallone e Lucia Bosé. Si pensava di avere risolto i problemi previdenziali con la «riforma Dini» che nel 1995 aveva sostituito il sistema retributivo per il computo delle spettanze con il sistema contribuivo – un metodo che scrisse allora l’economista Sandro Gronchi incorporava un “pilota” automatico” che avrebbe corretto squilibri senza richiedere altre riforme. Un riassetto analogo del sistema previdenziale veniva allora legiferato in Svezia. Non mi sembra che nel nordico Paese dove ora regna Carlo XVI Gustavo ci sia ogni anno un tormentone pensionistico analogo a quello che si verifica in Italia quando si deve approntare la legge finanziaria per il prossimo esercizio.

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