Legge di Bilancio 2024 (testo del 28/10/23)

Siamo abituati a ragionare sui testi governativi finali, ossia sui testi stampati in Gazzetta Ufficiale. Ma non possiamo far finta di niente.

Anche questo GOVERNO, come tutti i governi dal 2011 in poi, intende far BANKOMAT SULLE PENSIONI. Bankomat… non Bancomat. K come il verbo greco “Klazo”.

1) PENSIONI FUTURE

a) certo, resta quota 103 (es. 62 anni di età + 41 anni di contributi) e non l’ipotesi 104….

Si guadagna un anno ma non a buon mercato. Perché? PERCHÉ SI RIDUCONO le FINESTRE di USCITA, con differenze tra dipendenti PRIVATI (che dovranno aspettare 7 mesi, anziché i 3 attuali) e dipendenti PUBBLICI (che dovranno aspettare 9 mesi, contro i 6 di prima).

b) Quindi: QUOTA 103 + 7 mesi (privati) e 103 + 9 mesi (pubblici).

FREGATURA o NO ?

c) l’assegno anticipato sarà tutto calcolato con le regole del SISTEMA CONTRIBUTIVO, anche per chi ha iniziato a lavorare prima del 1996;

FREGATURA o NO ?

d) in ogni caso questo assegno anticipato non potrà superare (come valore lordo mensile massimo) QUATTRO VOLTE IL VALORE MINIMO INPS, fino al compimento dei 67 anni (“età pensionistica ordinaria”)…

… continua a leggere ⇒ LEGGE di BILANCIO_Biasioli.30.10.23

Anche l’ANAAO si è accorta del BANCOMAT PENSIONI!!!

lavoro e professione Manovra, Anaao Assomed boccia le misure sulle pensioni e avverte: via le mani dalle tasche dei medici e dei dirigenti sanitari

(articolo su IlSole24Ore del 26/10/2023) 

Alla luce della bozza della manovra economica apparsa sugli organi di stampa, Anaao Assomed esprime forte preoccupazione e sdegno per la norma di adeguamento al ribasso delle aliquote di rendimento delle gestioni previdenziali dei medici e dirigenti sanitari.

Infatti, con questa ipotesi di legge, la quota retributiva della pensione, ovvero quella riguardante i contributi versati prima del 1996, subisce un importante e gravissimo ridimensionamento, di fatto sottraendo migliaia di euro annui al futuro assegno previdenziale dei camici bianchi. La perdita che questa disposizione causerebbe alle pensioni, è stimabile tra il 5% fino al 25% di tutto l’assegno pensionistico, a seconda degli anni di contribuzione pre-96. Fino a un quarto di pensione!… continua a leggere tutto l’articolo ⇒ Sole24Ore_26.10.23_Anaao Assomed boccia le misure alle pensioni

Nota del 27/10/2023 di APS-LEONIDA

Finalmente l’ANAAO SI È ACCORTA dei TAGLI ALLE NOSTRE PENSIONI !

Peccato che i tagli del governo MELONI vengano dopo i tagli 2011-2021 prodotti, alle PENSIONI INPS, da tutti i governi precedenti (escluso quello Draghi), tutti governi di Centro-Sinistra. Da allora ad oggi, l’ANAAO è stata zitta e, ancora  adesso, minaccia sfracelli verbali, mentre NOI APS-LEONIDA + CONFEDIR + FEDERSPeV abbiamo, da anni, attivato azioni legali anti-tagli, sia alle Corti dei Conti che ai Tribunali ordinari.

L’ANAAO tintugna (= tracheggia) mentre NOI abbiamo agito e continueremo ad agire.

I Tagli provocano un danno pensionistico irreversibile ai PENSIONATI, ai PENSIONANDI e ai SUPERSTITI. Danno irreversibile, a fronte di contributi pensionistici e tasse pagate per decenni, senza evadere una lira.

Domanda finale: cosa farà concretamente, adesso, l’Anaao, contro questi ennesimi furti, che tolgono a chi ha pagato, per foraggiare chi non ha mai pagato tasse e contributi pensionistici  o li ha pagate in modo discontinuo?

“Lenin” – 27/10/23, ore 16:00

Attenzione! “Bozza” Legge di Bilancio 2024 aggiornata al 23/10/23 e intero Art. 26 estratto dal testo

ART. 26. (Modifiche alla determinazione del valore della pensione in caso di accesso alla pensione di vecchiaia di cui all’articolo 24 del decreto-legge 6 dicembre 2011, n. 201)

1. All’articolo 24 del decreto-legge 6 dicembre 2011, n. 201, convertito, con modificazioni, dalla legge 22 dicembre 2011, n. 214, sono apportate le seguenti modificazioni:

a) al comma 7, ovunque ricorrano, le parole: «a 1,5 volte», sono sostituite dalle seguenti: «all’importo»;

b) al comma 11, ovunque ricorrano, le parole: «a 2,8 volte», sono sostituite dalle seguenti: «a 3,3 volte».

Nella Sezione «Documenti» di questo sito abbiamo pubblicato il testo integrale della “Bozza” (aggiornata al 23/10/23)  del testo della Legge di Bilancio 2024

ATTENZIONE ATTENZIONE!!!

Aggiornamento ricorso iscritto al n. 31934 CORTE dei CONTI di VENEZIA (depositato il 05/08/2023 – contro la mancata/parziale rivalutazione delle pensioni (Legge di Bilancio 2023 L. 197/2022 del 29.12.22, commi 309-310).

L’UDIENZA di DISCUSSIONE È FISSATA per il 08 GENNAIO 2024 alle ore 12:00

Legge di bilancio 2024: nuova patrimoniale sulle pensioni medio-alte

di Michele Poerio, 22/10/2023

Nell’elaborazione in corso della legge di bilancio 2024 si vocifera di una rimodulazione, per il 2024, del meccanismo di perequazione delle pensioni in atto all’inflazione oggi in vigore ( che si muove, secondo i dati ISTAT, in un range tra il 5,5 e 6% provvisorio nel 2023), che assicurerebbe la piena rivalutazione (100%) solo ai trattamenti fino a 4 volte il minimo INPS, con un incremento dall’85% al 90% per gli assegni da 4 a 5 volte il minimo, mentre la perequazione dei trattamenti oltre 10 volte il minimo sarebbe ulteriormente abbattuta (rispetto al 32% della legge 197/2022) sotto il 30% o addirittura azzerata.

Poiché al male non c’è mai limite ragionevole, occorre chiarire subito alcune verità… continua a leggere ⇒ StartMag_22.10.23_Legge di bilancio 2024- nuova patrimoniale sulle pensioni medio-alte

QUALE RIVALUTAZIONE per le NOSTRE PENSIONI?

I giornali di oggi (17/07/23) sono pieni di notizie e di tabelline sui diversi aspetti della legge di bilancio 2023, presentata ieri dal governo.

A Noi, già pensionati, interessa soprattutto di conoscere l’entità della rivalutazione 2024 delle nostre pensioni in essere. Ebbene, su questa questioncella, gli articoli degli 8 giornali da Noi letti riportano notizie difformi tra loro.

Si va da una TABELLA ANALITICA di QN (Quotidiano Nazionale) a NOTIZIE GENERICHE e CONFUSE.

Per questo ci rifacciamo qui all’articolo di Marco Rogari (Il Sole, 17/11/23, pag.5) che scrive testualmente: “…viene RIMODULATO il meccanismo di indicizzazione delle pensioni all’inflazione attualmente in vigore, che :

  • assicurerà RIVALUTAZIONE PIENA (100%) ai trattamenti fino a 4 volte il minimo INPS (2.101,52 euro);
  • farà salire dall’85 al 90% quelle tra 4 e 5 volte il minimo INPS ( 2.102 – 2.626,69);
  • vedrà scendere ulteriormente (sotto il 30%) la perequazione dei trattamenti superiori a 10 volte il minimo INPS (5.253,8)”

Sulla base dell’attuale schema invece scatterà, con il decreto fiscale approvato ieri, l’anticipo (dal 1° gennaio 2024 al 1° Novembre 2023) del conguaglio dell’indicizzazione 2022: lo 0,8% necessario per recuperare l’inflazione effettiva 2022 (8,1% e non 7,3%).

PRIME CONSIDERAZIONI APS-LEONIDA

Siamo troppo scafati per pensare che le norme attuali della legge di bilancio resteranno invariate durante i passaggi parlamentari, nonostante la maggioranza schiacciante del governo Meloni.

Qualche mal di pancia c’è, anche nel governo… anche se il messaggio di ieri è stato “. ..non saranno presentati emendamenti governativi…(!).

  1. Oggi possiamo ribadire che le NOSTRE AZIONI LEGALI 2023 contro i TAGLI RIVALUTATIVI SONO STATE GIUSTE e DOVEROSE….
  2. Solo il TESTO del DDL in Gazzetta Ufficiale ci dirà esattamente quanto sarà l’ulteriore taglio: dal 32% del 2023 al …28-20% del 2024?
  3. Ci saranno ipotesi di tagli anche per il 2025?

Comunque sia, ANCORA UNA VOLTA I PENSIONATI della DIRIGENZA PUBBLICA e PRIVATA continuano ad essere il BANCOMAT di QUESTO PAESE.

Su di loro TASSE OBBLIGATE e TAGLI PERMANENTI ALLE PENSIONI IN ESSERE (effetto inflattivo…).

La Meloni non ha speso, ieri, una parola per Noi pensionati, ancora una volta taglieggiati. Larga parte del Parlamento pensa che:

“SIAMO NOI i RESPONSABILI dei BUCHI PENSIONISTICI …..”

Dicono, pensano, agendo di conseguenza.

Invece NOI SIAMO QUELLI che GARANTISCONO IL WELFARE di FIGLI e NIPOTI e gli UNICI ad  ESSERSI PAGATI (in decenni di lavoro) gli ASSEGNI PENSIONISTICI, oggi via via taglieggiati e quindi calanti.

A cura di Stefano Biasioli, 17/10/2023 ore 10:34

Da Sussidiario.net – articolo su Sanità più Nostro commento

Di Carlo Zocchetti – 11/10/2023

Sanità, imparare a fare i conti della serva

C’è stata una polemica sulle cifre destinate alla sanità nella Nadef. Carta e penna e un po’ di aritmetica possono aiutare a fare chiarezza… continua a leggere ⇒ Sussidiario_11.10.23_Sanità imparare a fare i conti della serva

….Nostro commento:

Il problema è che:

  1. la sanità è sotto-finanziata dal 2011;
  2. la %: 6,1% del PIL è inferiore nettamente alla media europea;
  3. le previsioni del PIL Italico sono sovrastimate per gli anni dal 2023 al 2026, soprattutto alla luce delle guerre in atto e della nuova crisi energetica;
  4. se il PIL NON CRESCE o CRESCE MENO del PREVISTO, IL FINANZIAMENTO della SANITÀ, già insufficiente oggi, sarà ancora inferiore all’attuale;
  5. in ogni caso continuerà ad essere inferiore alle necessità sanitarie di una popolazione che invecchia e che si trova carente di medici, infermieri, farmaci-tecnologie, strutture territoriali e non solo.

Firmato, i Leonida

LA RISOLUZIONE DELL’INPS

a cura del Ns. Presidente Dott. Roberto Mencarelli

Mattina afosa a Roma, uno stretto manipolo di funzionari INPS si riunisce non so dove, forse al Ministero dell’Economia o forse in qualche scantinato segreto di Palazzo Chigi.

Sono quindici o sedici, determinati a trovare finalmente la soluzione allo storno di parte dei fondi pensionistici da chi ha pagato a chi non ha mai pagato durante l’intera vita lavorativa, dato che, quest’ultimi, poverini, hanno pensione inadeguata e umiliante rispetto al loro usuale stile di vita.

Si ragiona e si discute molto ma la soluzione appare assai lontana, fino a quando un occhialuto membro dice: …“Però il Covid è stato una benedizione per le nostre casse, vi ricordo Infatti, che la riduzione della spesa pensionistica da premorienza,  per il 2020, è stata pari a 1,11 miliardi di euro. Vi ricordo anche che, stimata la sopravvivenza statistica dei coniugi superstiti, l’entità della minore spesa pensionistica complessiva nel decennio 2020-2029, al netto delle nuove reversibilità, può alleggerire il bilancio INPS di circa 11,9 miliardi di euro”…*.

Un grande subbuglio ha così agitato l’anima dei presenti.

Alla fine, per menti sopraffine e intelligenti come le loro, la risoluzione finale non poteva essere che una sola:  “…per risparmiare bisogna accorciare la vita media dei pensionati, la longevità è troppo costosa…”

Tutto ciò che ne seguì e ne seguirà, appartiene alle cronache disumane: “…tagliamo la pensione ai troppo vecchi…”

*Alberto Brambilla, Presidente Centro Studi e Ricerche Itinerari Previdenziali
*Antonietta Mundo, Già Coordinatore generale statistico-attuariale INPS
*Articolo pubblicato sul Corriere della Sera del 31/3/2021

Fosche nubi di addensano sul capo dei pensionati italiani

di Lorenzo Stevanato

Una premessa: il bilancio dello Stato soffre, il debito pubblico ha raggiunto nuovi record (oltre 2800 miliardi quest’estate) in assoluto ed in rapporto al pil (siamo al 142 per cento, secondi solo alla Grecia, in Europa) in un quadro macroeconomico in cui prevale il pessimismo perché la crescita del pil si sta fermando mentre qualsiasi freno alla crescita della spesa primaria sembra impedito dall’esigenza della maggioranza al Governo di non scontentare l’elettorato. Nel frattempo la spesa per interessi sul debito pubblico è aumentata a dismisura a causa dell’inflazione (altro record: circa 80 miliardi, il 4 per cento del pil).

Senonché l’Italia è una sorvegliata speciale in Europa sul contenimento della spesa primaria.  Invece quella per gli interessi sul debito pubblico, purtroppo, resterà un gravoso fardello appesantito dall’inflazione.

In questa desolante situazione della finanza pubblica, che anno dopo anno si conferma tipicamente italiana, bisognerebbe agire in tre direzioni: a) rendere più efficiente l’ordinamento tributario, in particolare ridurre-razionalizzare le expenditures fiscali (agevolazioni, detrazioni, esenzioni)); b) operare per il recupero dell’evasione fiscale; c) spingere sull’incremento del pil con investimenti e riforme, in particolare accelerando la messa in atto del PNRR.

Queste azioni, però, non si vedono ancora attuate da parte del Governo e, comunque, non in modo efficace né con la necessaria tempestività.
Vari indizi fanno invece temere che si voglia reperire una parte delle risorse finanziarie, necessarie per gli interventi di spesa che non mancheranno nella legge finanziaria per il 2024, dai pensionati.
Non da tutti i pensionati, ma solo da quelli titolari di pensioni medio-alte.
Naturalmente non importa che il diritto agli assegni pensionistici che questi hanno acquisito sia il corrispettivo di contributi integralmente versati, né importa che il diritto stesso debba essere garantito alla pari del diritto di proprietà.

… continua a leggere ⇒  Fosche nubi si addensano sul capo dei pensionati italiani_2.10.23 – pubblicato su StartMag al 7.10.23