L’EUROPA L’UTOPIA E I SUOI NEMICI

di Vincenzo Olita – testo su societalibera.org

Tanta e opportuna l’aspettativa per un’affascinante realizzazione che abbiamo accarezzato fino al primo quinquennio del nuovo secolo: l’Unità europea. Iniziò a svanire con l’introduzione dell’euro per poi evaporare del tutto con la crisi finanziaria 2007-2009. Quasi un ventennio, dapprima di delusioni e scoramento, poi man mano di forte ripensamento, infine la presa d’atto del tramonto di un progetto. Non ripeteremo la storia della crisi dell’Unione, dei suoi pochi nemici e dei suoi tanti amici, non faremo una stanca e ripetitiva elencazione di appuntamenti mancati, di inesistenti strategie, di fantasiose visioni, di ennesime occasioni da cogliere, che non sono state e non saranno colte.

Da qualche anno e del tutto fuori tempo, ma coscienti che non hanno ancora raggiunto il giusto grado di maturazione, abbiamo segnalato la crisi irreversibile delle tre grandi istituzioni-apparati che hanno caratterizzato il dopoguerra: l’ONU, la Nato e l’Unione europea. Il conformismo dei replicanti del politichese individua come portatore di pericolo il sovranismo del profeta Salvini e dei suoi seguaci, buono come propaganda per la lotta politica interna, del tutto irrilevante e modesta come analisi dello scenario geopolitico. Il sovranismo italiano non è in grado di condizionare nulla e nessuno, allo stesso tempo, ci piacerebbe vedere i fideisti europei realizzare che, specie in tempi grossi di tempesta, il sovranismo si espande e attiene ad ogni nazione con la virulenza e la velocità di un virus. Così non sarà, del resto il fideismo si coniuga compiutamente con congetture e certezze incrollabili.

Questo è il tempo in cui si ripete il mantra, nella versione Bergogliana, nessuno si salva da solo, da un Papa forse sarebbe più significativo, almeno per i credenti, ascoltare “nessuno si salva senza affidarsi al Signore”, ma non sarebbe politicamente corretto come: è una battaglia comune, una sfida da vincere insieme, nessuno vince da solo; slogan usati, apparentemente, in fraternità e disinteressata amicizia, di fatto utilizzati con due interessate finalità. Lo usano tutti contro tutti, Stato contro regioni, regioni verso comuni, protezione civile verso comuni e regioni, per affermare l’insostituibile ruolo svolto da ognuno. Eppoi quale migliore occasione per diffondere fede a pieni mani verso l’Unione europea, offuscando ad arte la sua sterile complessità.

Le vergini della confraternita europeista, da un lato, ancora una volta mostrano ipocriti stupori e sconcerto, degni della miglior satira di Giovenale sul comportamento di un’adultera, dall’altro, con il nessuno vince da solo recuperano l’immagine di un’indispensabile centralità della costruzione europea. Sono al marketing politico, ma noi ci chiediamo: Città-Stato come Singapore e Monaco, Paesi come Regno Unito, Norvegia, Svizzera e centinaia d’altri, fondamentalmente soli, come faranno a salvarsi? Si salveranno, certo si salveranno. Ad indicarcelo è la storia dell’umanità che, dopo aver subito decine e decine di pestilenze, ricordiamo solo quella del 1347-1353  che causò 20 milioni di morti, circa un terzo della popolazione europea, ha trovato sempre come riprendere con maggiore spinta il suo cammino.

Questo europeismo invece è avviato alla consunzione per propria inconsistenza, va esaurendosi in estenuanti e perpetue liti da condominio su interessi essenzialmente finanziari; su queste basi, almeno la Storia non lo ricorda, non fioriscono né sogni, né utopie capaci di scaldare cuori e ragione dei popoli. Così non è stata la storia di questo continente il cui divenire ha seguito sì interessi legati allo sviluppo economico e commerciale, affascinando e coinvolgendo però uomini e donne in concrete aspettative, raggiungibili mete ed elevate aspirazioni, che nel corso dei secoli hanno rappresentato il cordone culturale che ancor oggi riconosciamo come l’essenza, ma vissuta dalla politica come obsoleta, dell’Europa.

Già l’Europa delle grandi cattedrali, dalle francesi Chartres e Reims, alle inglesi Canterbury e York, alla spagnola Burgos, alla tedesca Colonia, all’italiana S. Pietro, all’austriaca Stephansdom, all’ungherese Chiesa di Mattia. L’Europa dei liberi pensatori, Platone e Cicerone, Ildelgarda di Bingen e Bernardo di Chiaravalle, Erasmo da Rotterdam e Macchiavelli, Locke e Kant, Stuart Mill e Marx, Nietzsche, Gramsci e Popper per non citarne altri.

Già l’Europa con il Cammino di Santiago e le sue decine di diramazioni e la Via Francigena,  internazionali autostrade medievali percorse dalle popolazioni europee senza passaporti né confini. A pensarci, forse sentimenti ed emozioni per un’idea di Europa come Patria non sono mai stati così lontani come oggi.

Tra coronabond e Mes, l’Italia si prepara a una sconfitta

Articolo di Giuseppe Pennisi

Domani si terrà l’Eurogruppo che dovrebbe prendere una decisione sui coronabond. Il Governo italiano rischia una figuraccia sul fronte interno.

Domani si terrà l’Eurogruppo a cui, due settimane fa, è stato demandato dal Consiglio europeo (composto dai Capi di Stato e di Governi dei 27 dell’Unione europea) di definire una proposta sulle misure finanziarie per affrontare la crisi sanitaria ed economica che sta travolgendo l’Ue. Dalla riunione usciranno vincitori e vinti anche perché in alcuni Stati dell’Ue, invece di negoziare riservatamente presentando proposte concrete e ben articolate, si è preferito alzare la voce a fini interni e proporre soluzioni o poco praticabili nel breve periodo (l’emergenza è adesso e richiede misure che possano essere attuate subito) o già più volte respinte da numerosi altri Stati al tavolo negoziale…. continua a leggere QUI

DOMENICA delle PALME e dintorni

La pandemia COVID-19 ha stravolto le nostre abitudini. Il lungo isolamento porta a alcune riflessioni, più o meno banali.
ECCOLE…

La  PROCESSIONE NEGATA

A molti non interesserà, ma al 16% di cattolici italiani interessa e come.
Papa Francesco è riuscito a fare un miracolo al contrario: la mancata celebrazione della Domenica delle Palme, come inizio della Settimana Santa.
Un rito ufficiale che dura da oltre duemila anni e che si interrompe oggi, per la prima volta. Un fatto traumatico, per chi è credente. Un fatto insignificante, per tutti gli atei.Ho detto e scritto, tutto ciò è responsabilità di Papa Francesco e non della virosi in atto.
Perché chiudere le Chiese al culto pubblico (sia pur con l’adozione di precauzioni identiche come quelle in atto nei supermercati e nei mercati all’aperto) e non attivare una PROCESSIONE delle PALME, ridotta e con estrema cautela, è un evento che sarà registrato nei libri di storia, di certo in quelli relativi alla storia della CHIESA CATTOLICA, APOSTOLICA, ROMANA.
Di quella che onora la Trinità, la Madonna, i Santi……e non un distorto senso del naturalismo.
La “messa virtuale” e le “processioni virtuali” sono poca cosa….Manca la vera celebrazione dei “misteri” e, soprattutto, manca la Comunione, fondamentale per la vita cristiana.
Una cosa non mi manca, il
“dateVI un segno di pace…”, seguìto dall’incrocio di mani, più o meno sudaticce. Questo gesto (che è nato solo dopo il Concilio voluto da Papa Giovanni XXIII ) probabilmente sarà abolito per sempre….

IL CONSUMISMO

Se guardate nei vostri armadi, vi accorgerete che siete pieni di vestiario. Vesti e indumenti per ogni stagione, sportivi o “classici”; di scarpe e di calzature per lo sport (compreso quello che fate una volta all’anno). Siete pieni di televisori, quasi in ogni stanza della vostra casa, eccetto quella del bagno…
Avete 1 o 2 telefonini a testa, per non parlare delle “tavolette”  e dei computer (fissi e portatili).
Una stampante, decine di pennette, decine – forse centinaia – di CD di musica che non sentirete mai, come non metterete mai ordine alle migliaia di foto scattate col telefonino.
Foto che non guarderete più o, forse, solo 2 o 3 volte nella vostra vita.
Avete decine di penne e matite, ma non scrivete da mesi o forse da anni.
Avete appena cambiato macchina e, da un mese, non la potete toccare o la usate solo per arrivare fin dal giornalaio.

IL GIORNALAIO

Un mestiere apparentemente declinante, che invece il COVID-19 ha rilanciato alla grande. Perché? Perché la carta stampata ha, in tempi di prigionia, un valore importantissimo, che la lettura dei tablet non ha. Ti fa sentire parte di una comunità: chi ama toccare i fogli e leggere le notizie cartacee è un gruppo consolidato di lettori. Sono quelli che scrivono “lettere al direttore”, sono quelli che amano essere gruppo e farsi sentire. “QUEL GIORNALE” vissuto come club, soprattutto in tempi di Covid-19.
Il vostro edicolante Vi confermerà che le vendite dei quotidiani sono aumentate, in questo mese.

L’OPEN SPACE

Da almeno 4 decenni ci hanno rotto le scatole con l’OPEN SPACE negli uffici.
Le “leggi” (!) della comunicazione hanno eliminato gli spazi chiusi – per i vari impiegati e dirigenti – a favore dell’unica stanza, per tutti o per molti addetti. Unica stanza, priva di protezioni individuali, anche modeste.
TU, LEI e il computer. Non pareti o paretine di cartongesso, non pannelli di plexiglas (trasparenti)  come protezione, ma spazio aperto. Dove tutti starnutiscono, emettono goccioline di vapore (più o meno infettanti), mangiucchiano, bevono, lavorano. Vivendo per ore in una atmosfera potenzialmente inquinante…
Finirà anche la “mistica” dell’open space, nel post-Covid?

LE SANIFICAZIONI

Forse la virosi ha insegnato agli italiani che le norme igieniche sono fondamentali, anche nel 2020.
Forse, la virosi ha insegnato agli italiani che, una volta liberati da questa clausura, dovremo riempire i nostri armadi anche di PRESÌDI SANITARI, di soluzioni disinfettanti, di mascherine, di vestizioni protettive, di gel igienizzanti, di Plaquenil o farmaci analoghi.
Perché? Perché una infezione virale, Corona o Non-Corona, ritornerà, a cadenza periodica.
Frutto perverso dell’universalismo, che a tanti piace. Frutto perverso dei mancati controlli sanitari su chi si muove, soprattutto in aereo o in treno.
Sarebbe una riduzione della libertà individuale? Perché, questa di questi mesi, non lo è già stata?

LA PRIVACY

Chi scrive ha sempre sostenuto che, in questa era, la privacy è solo un sogno, irrealizzabile.
NON ESISTE, alla faccia di quello che ci hanno raccontato.
Questa virosi l’ha dimostrato. Lo dimostra la dispersione dei dati sanitari dei malati, quello che è successo all’INPS pochi giorni fa, il ruolo anti-privacy del telefonino e del telepass. Per non parlare di chi è in grado di violare i nostri conti-correnti o i segreti del Pentagono.
E non mi soffermo sulle lesioni alla nostra democrazia, fatte da chi ha pensato e pensa di gestire il Paese con una serie di DPCM, violando le prerogative del Parlamento e le regole costituzionali.

UNA IDEA PER LA RIPRESA

Passata questa maledetta virosi, crescerà la richiesta di sanificazione degli ambienti, pubblici e privati.
Ecco, un nuovo obiettivo per la nostra industria, a partire dalla RIELLO & C. di Legnago, Verona
Sistemi di disinfezione, almeno giornaliera, per mezzi pubblici e privati. Aerei, treni, autobus, filovie.
Autovetture dei tassisti e degli NCC. Autovetture private. Non più inutili “gadgets” per auto, ma apparecchietti per la sanificazione delle stesse, da attivare alla fine della serata, con la chiave della macchina.
E, inoltre, l’immenso campo della sanificazione della propria casa. Che si tratti di ozonizzazione, di produzione di perossidi di idrogeno o- addirittura – del “MAGNEGAS (=H8) per l’energia necessaria, nulla quaestio.

Dopo questa strage, qualcosa di buono può nascere.

Stefano Biasioli
Primario Nefrologo in pensione

Zaia oggi: “No all’EQUA SUDDIVISIONE del MALESSERE”

Zaia non è mai stato così chiaro e netto, come in queste settimane “virali”.

Nella odierna conferenza sull’andamento dell’infezione in Veneto, il Governatore è stato molto esplicito:

a)    ha varato una nuova ordinanza che regola i movimenti dei veneti, fino al 13 Aprile.

In sostanza sono stati chiariti molti aspetti, relativi alle attività commerciali ed ai singoli cittadini. Supermercati chiusi la domenica; mercati cittadini perimetrati e controllati in entrata e in uscita, con obbligo di guanti e mascherine per esercenti e clienti.

Vietate le “attività di gruppo”, mobilità individuale (con protezioni personali) fino a 200 metri dal domicilio; obbligo per gli esercizi commerciali in funzione di obbligare i clienti all’uso di guanti e mascherine…

Motivazioni per questa ulteriore stretta? Anche se il numero dei guariti sta superando quello dei nuovi malati, la virosi non è ancora stata vinta, anzi fa ancora paura, per esempio a Verona.

Per non parlare della “bomba” potenziale e reale costituita dalle Case di Riposo…

b)    Il Veneto, finora, ha fatto quasi tutto da solo: ha speso 90 milioni per combattere questo virus, di cui 20 legati a donazioni fatte dai cittadini allo specifico conto-corrente regionale.

A ciò si aggiungano (NdR) altri 10 milioni di donazioni fatte dai veneti, provincia per provincia, ai propri ospedali di riferimento….

c)    Ad una specifica domanda dell’ANSA sulle dichiarazioni di ieri del Ministro Orlando (favorevole al ritorno ad una gestione centralizzata della Sanita!), Zaia ha risposto testualmente ….” da Noi la Sanità funziona; quella di Orlando è una uscita improvvida…Non accetteremo lesioni al modello sanitario veneto…NO all’EQUA SUDDIVISIONE del MALESSERE…!…Sia chiara una cosa: usciti da questa tragedia del COVID-19, NOI RIPRENDEREMO la BATTAGLIA per l’AUTONOMIA….Ce lo impone l’esito del REFERENDUM del 22/10/17… Se fosse necessario, faremo un NUOVO REFERENDUM a TUTELA della SANITA’ VENETA….”.

Anche chi non è leghista deve riconoscere che Zaia ha dimostrato con i fatti di essere un pragmatico.

I provvedimenti (sanitari e di comportamento civico) assunti in queste tormentate settimane stanno avendo dei frutti importanti.

Noi ringraziamo per questo il Governatore, il suo team e, soprattutto, tutti i medici e i sanitari che stanno combattendo in prima linea, anche rischiando la loro vita.

Non ringraziamo invece quei veneti “insulsi” che non hanno ancora capito che con questo virus non si scherza. In Veneto, ad oggi, 534 morti, 20.239 persone positive isolate a domicilio, circa 2.000 ricoverati per COVID-19, di cui 335 sui letti di rianimazione…

Possono bastare, questi numeri, per convincere gli “insulsi”, che non hanno rispetto per sé e soprattutto per gli altri?

Ebbene questi “insulsi” sono dei potenziali “monatti”, perché – 1 su 10 – di loro- è un possibile portatore di COVID-19, asintomatico.

Meditate, gente, meditate! Soprattutto se siete over 70, avete 1-2-3 patologie croniche e siete maschi.

Infatti il Covid-19 è un virus “di genere”: colpisce i maschi circa 3 volte più delle femmine…

Alla faccia di chi (adesso sono scomparsi!) nega che la differenza cromosomica (XY versus XX) sia inesistente o trascurabile!

Ad maiora…

Stefano Biasioli
“Lenin”
Primario Nefrologo in pensione

COMUNICATO CONFEDIR

Care colleghe e cari colleghi,
dopo una ponderata riflessione ho ritenuto opportuno, in merito al DL CURA ITALIA, predisporre solo un comunicato.
Il Governo, con il provvedimento, stanzia risorse insufficienti e persiste
nella prassi di convocare solo la triplice.
Ciò non significa che dobbiamo o possiamo rinunciare a far sentire la nostra opinione e ad avanzare proposte.
Ringrazio Francesco e Cinzia per le loro osservazioni.
Vi ripropongo di preparare un documento confederale, ognuno di voi potrebbe curare il settore di competenza.
Saluti cari
Michele Poerio
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Segretario Generale CONFEDIR

Pensioni, “i soldi ci sono fino a maggio”. Tridico costretto a fare retromarcia (notizia del 26 marzo 2020)

“L’Inps ha tutta la liquidità necessaria” ha precisato il presidente dell’Inps. “Questo non pregiudica il pagamento delle pensioni”

Hanno provocato non poche polemiche le parole del presidente dell’Inps, Pasquale Tridico, sulla liquidità dell’istituto per il pagamento delle pensioni. Per qualche ora 20 milioni di pensionati hanno dovuto fare i conti con la prospettiva di non ricevere più un assegno, per colpa di un’affermazione poco felice pronunciata in diretta nella trasmissione DiMartedì condotta da Giovanni Floris.

“Abbiamo i soldi per pagare le pensioni fino al momento in cui è stato sospeso il pagamento dei contributi” ha detto Tridico. “Quindi fino a maggio non c’è problema di liquidità anche perché possiamo accedere ad un tesoretto che è il Fondo di Tesoreria dello Stato”. E poi, si sono chiesti in molti?
“Dopo di che immagino che in aprile” ha aggiunto il presidente dell’Inps, “ci sarà un altro decreto che dovrà anche dire cosa succederà alla sospensione dei contributi” (prevista dal decreto di marzo).

L’idea che un istituto come l’Inps possa andare in crisi di liquidità ha spaventato i pensionati e scatenato le polemiche. I sindacati hanno criticato la frase di Tridico che “crea solo allarmismo e ansia. Per questo chiediamo di fare immediatamente chiarezza al fine di ristabilire la tranquillità senza creare disagi ulteriori ai danni dei nostri pensionati”, ha commentato il segretario generale della Cisl Pensionati Piero Ragazzini.

Da qui la precisazione dello stesso Tridico: “L’Inps ha tutta la liquidità necessaria per fare fronte ai bonus e alle indennità previste dal decreto Cura Italia. Questo non pregiudica il pagamento delle pensioni”.

Precisazione accolta con sollievo dal segretario generale della Uil Carmelo Barbagallo, che ha commentato che il presidente dell’ Inps “ha fatto bene a precisare che non ci sono problemi di liquidità per il pagamento delle pensioni, perché le sue precedenti dichiarazioni non erano per nulla tranquillizzanti. Questo deve indurre tutti a misurare le parole, soprattutto in una fase delicata come quella che stiamo attraversando e in cui in particolare gli anziani hanno bisogno di certezze e non di ulteriori ansie”.

In questo momento la solidità dell’Istituto dipende dai trasferimenti dello Stato, e le strutture dell’Inps sono messe alla prova dai nuovi bonus assegnati da decreti del governo per fare fronte all’emergenza coronavirus. “Dalla prossima settimana – ha annunciato Tridico – saranno disponibili le procedure semplificate per accedere ai 5 bonus partite Iva, autonomi, lavoratori agricoli, lavoratori del turismo e lavoratori dello spettacolo”.
Le domande per cassa integrazione e congedo “sono già attive”. A finanziare queste misure sarà lo stato, che trasferirà le risorse all’Inps.

IL BUONO IL CATTIVO E L’AMBIGUA

di Vincenzo Olita

Pubblicato su: http://lnx.societalibera.org/wp/2020/03/25/il-buono-il-cattivo-e-lambigua/ 

Assistendo alle sue conferenze stampa pomeridiane, già di per sé malinconiche tra contagiati, deceduti e terapie intensive, si avverte una benevole predisposizione per un uomo che plasticamente denota di non essere a proprio agio in quel ruolo. Angelo Borrelli,Capo del Dipartimento della Protezione  Civile dal 2017 con il governo Gentiloni,confermato da Contee da questo nominato Commissario straordinario per l’emergenza virus, è un uomo che gioca e si adopera per l’Italia con i suoi tratti bonari, le sembianze da uomo dabbene, stretto però tra una mancanza di leadership e una machiavellica scaltrezza della politica.

Scaltrezza che non manca all’avvocato Giuseppe Conteche, coadiuvato dal solito amichevole apparato mediatico, riesce a far passare avariate impostazioni per lungimiranti scelte e visioni da statista. Riconosciamolo, occorre essere davvero accorti per condire la comunicazione di scelte tecniche- politiche con solenni affermazioni che, ad orecchie disattente, arrivano come profonde verità frutto di una tensione etica degna del miglior monachesimo medievale.

“Ho fatto un patto con la mia coscienza. Al primo posto c’è e ci sarà sempre la salute degli italiani…. Puoi scaricare il testo integrale → IL BUONO IL CATTIVO E L’AMBIGUA_25.3.20