COMUNICATO STAMPA

Il Decreto Aiuti bis 2022, approvato oggi dal Consiglio dei Ministri, stabilisce la rivalutazione anticipata da ottobre 2022 nella misura del 2%, limitatamente alle pensioni di importo mensile pari a 2.692,00 euro lordi, corrispondenti all’importo annuo di 34.996,00 euro lordi.
Pertanto sono escluse per ora tutte le pensioni superiori ai suddetti importi.
Dall’1 gennaio 2023 saranno rivalutate le stesse suddette pensioni sulla base del tasso di inflazione che sarà stabilito dall’ISTAT (al momento vicino all’8% per cento) detratta, ovviamente, la suddetta percentuale anticipata del 2%.
Per le pensioni superiori agli importi di cui al primo capoverso non è dato conoscere l’orientamento del Governo (futuro). Saranno applicati i tre scaglioni  del 2022, cioè 100%-90%-75% o i sette scaglioni del 2019 e 2020?
Seguiremo l’evolversi della situazione, dandone comunicazione tempestiva agli iscritti.

Pietro Gonella
Centro Studi FEDER.S.P.eV.

P.S.
Nel 2022 le pensioni sono state rivalutate del tasso inflattivo dell’1,7% provvisorio. Essendo il tasso definitivo dell’1,9%, nei prossimi mesi verranno effettuati i conguagli per lo 0,2% con decorrenza dall’1 gennaio 2022 (con arretrati quindi), sempre applicando i tre scaglioni 100%-90%-75% a seconda degli importi dei trattamenti pensionistici in godimento.

COMUNICATO STAMPA Leonida_5.8.22

Graffio di Leonida

Leonida (S.B.) – 2 agosto 2022

In questi giorni stiamo assistendo al “mercato rionale” tra i partiti di sinistra, che decideranno di allearsi o meno tra loro sulla base di “stantii” conteggi/distribuzione dei futuribili posti parlamentari, post 25/09/22.

Un “nuovo Ulivo”, esteso dalla estrema sinistra a quella  fascia “destra” della sinistra rappresentata da Calenda-Bonino-Renzi, frange Dimaiane e da  recenti transfughi da Forza Italia.

Una bella ammucchiata elettorale, che si dividerebbe subito dopo le elezioni. Quindi una armata Brancaleone, la cui composizione e consistenza sono aggravati  dall’enorme problema rappresentato dalla riduzione dei seggi da 1000 a 600 e da circoscrizioni elettorali allargate (da 400.000 votanti in su).

Con l’aggiunta di un ulteriore problemino:

che capacità attrattiva elettorale hanno Brunetta, Carfagna e Gelmini? Come potrebbero convivere con Letta quelle due primedonne che si chiamano Renzi e Calenda?

Se a sinistra si stanno arrovellando sui posti teoricamente disponibili, in nome di una presunta agenda Draghi, invece a destra stanno già discutendo dei temi essenziali da portare in campagna elettorale.

TUTTAVIA…

Destra, sinistra, centro, non parlano di riscrivere le regole sanitarie 2023-2053 né discutono di ridefinire l’enorme pagina della spesa assistenziale, facendo chiarezza una volta per tutte.

Noi insistiamo.

OCCORRE VARARE UN CODICE ANALITICO delle SINGOLE PRESTAZIONI ASSISTENZIALI da incrociare con la singola denuncia dei redditi, la singola composizione familiare, le singole esenzioni per patologia, le voci assistenziali garantite anche da comune, provincia, regione (per quel certo individuo e per quella certa famiglia)…

continua ⇒ GraffiodiLeonida_2.8.22

Graffio di Lenin – SANITÀ: DOVE SEI?

di Stefano Biasioli, 29/07/2022, ore 10:00

Da una settimana i giornali sono pieni di pagine dedicate alla politica – ossia – alla continua ricerca di un’intesa pre-elettorale tra i partiti e partitini di centro-sinistra, tra i partiti e partitini di centro-destra e tra i cespugli di una imprecisata zona di centro.

Centro-destra, centro-sinistra e spezzatini vari, sono alle prese col drammatico crollo del numero dei parlamentari (da circa 1000 a 600) e dalla necessità di riuscire ad ottenere la maggioranza relativa dei voti degli elettori votanti.

  • Nessuno di costoro si pone il problema di come convincere il 50% dei renitenti al voto a recarsi al proprio seggio elettorale.
  • Nessuno dei politici e dei politicanti si è reso conto delle condizioni drammatiche della sanità italiana, definitivamente stravolta dall’accoppiata micidiale Covid + Inflazione.
  • Nessuno dei politici e politicanti ha finora pensato che, per attrarre al seggio i renitenti al voto, occorra presentare in campagna elettorale una “decente” proposta per superare i gravi problemi (strutturali e organizzativi) della sanità.

Sembra che tutti costoro siano convinti che il PNRR abbia un effetto taumaturgico sulla Sanità italiana e che non si rendano conto che è relativamente facile ipotizzare un nuovo assetto edilizio della Sanità territoriale mentre il problema fondamentale (lo scriviamo e lo diciamo da anni!) è legato alla drammatica carenza di personale: medico, infermieristico, ausiliario e tecnico. Per non citare anche la cronica carenza di figure altamente tecniche, come gli ingegneri gestionali e informatici.

In sintesi, di questi aspetti nessuno parla, neppure quei politici che si riempiono la bocca di attenzioni al sociale e poi nulla fanno per garantire ai “vecchiotti”, a tutte le persone con patologie croniche invalidanti e a tutti i soggetti a basso reddito, un corretto accesso al Servizio Sanitario Nazionale. Si tratta di milioni di italiani che, oggi, non sono adeguatamente assistiti, a differenza di quanto succedeva nei decenni precedenti.

Dobbiamo ringraziare per questo – tutti coloro che hanno voluto la “famosa” modifica regionalistica del Titolo V° della Costituzione, che hanno sotto-finanziato per almeno 12 anni il SSN e che si sono rifiutati di attuare una riforma sostanziale delle regole del Servizio Sanitario Nazionale, datate 1978!

(articolo pubblicato su StartMagazine il 30 luglio 2022)

Governo: soldi a lavoratori e pensionati?

…. articolo di L. Sbarra e M. Bussoni da ⇒ Stampa_28.7.22_pag_1-2

Nostro commentino:

Vedremo a giorni il testo definitivo del Provvedimento Governativo.

Per l’ennesima volta dobbiamo però rimarcare che anche il Draghi 1, come tutti i governi dal 2011 in poi, ha ancora una volta interloquito solo con la triplice confederale, bypassando tutte le altre Confederazioni autonome, ancora una volta non considerate “degne” di essere convocate!

L’OPUS MACCARONICUM

di Vincenzo Olita da Società Libera online

È la seconda occasione in cui mi servo di un titolo plagiato che rende plastico il mio pensiero e immediatamente fruibile il nocciolo della narrazione.

Tra il XV il XVI secolo, vide la sua massima espressione il latino maccheronico come vero e proprio stile letterario, utilizzato dal potere dotto per rendere più garbata e accessibile la lingua ufficiale simbolo d’intellettualità. L’estensivo e gratificante uso popolare spinse, però, a conferirgli una connotazione burlesca che finì nel caratterizzarlo come linguaggio confuso, contraddittorio, dalle svariate interpretazioni che segnò una divaricazione, anche linguistica, tra strati sociali.

Il monaco benedettino Teofilo Folengo nel 1517 pubblicò l’Opus Maccaronicum, in latino maccheronico, appunto, un lavoro di grande successo contenente diversi poemi con molti effetti caricaturali tra cui la Moscheide che racconta il conflitto tra le mosche e le formiche.

Una ruffiana e falsamente amichevole cinquecentesca classe dirigente, nell’impapocchiare il popolo ne resta sostanzialmente impapocchiata, nel senso che sarà proprio il suo linguaggio a essere sopraffatto e pian piano sostituito dal volgare, dal latino vulgus proprio del popolo, anche se è corretto evidenziare che il declino del latino classico era iniziato già al tempo di Carlo Magno…

… continua ⇒ SocietaLiberaonline_OpusMaccaronicum_28.7.22

 

Lo scherzo è finito male ma forse è un bene…

di Alessandro Sallusti… 

Lo scherzo è finito male, Mario Draghi si è schiantato in Senato dimostrando ancora una volta di non essere un politico, il suo governo finisce qui e pure la legislatura.  Un po’ il premier se l’è cercata – c’è chi dice voluta e cinicamente costruita per vendetta alla sua mancata elezione al Colle – con il suo intervento “sono qui solo perché gli italiani me lo chiedono” stile Marchese del Grillo (“io sono io e voi…”)… ⇒ Libero_21.7.22_pag_1

«Graffio» di Lenin – DRAGHI CHI?

di Stefano Biasioli, 20/07/2022, ore 10:40

Siamo troppo vecchi e scafati da un’esperienza sindacale durata più di 40 anni, per non aver previsto le mosse di Draghi. In una settimana è passato dalle DIMISSIONI IRREVOCABILI a una chiara sceneggiata gesuitica. Semplifichiamo.
Ha plasticamente rammentato per 30 minuti quanto di buono ha fatto il Suo governo finché è stato coeso, prima di essere danneggiato dai problemi sollevati – negli ultimi mesi – da una serie infinita di “mal di pancia e di ostacoli”.
Non ha mai citato i 5S, non ha mai citato la Lega, non ha mai citato i “suoi” ministri e il comportamento distonico di molti di loro.
Ha elencato una serie di cose da fare (per rispettare tempi e modi del PNRR), una serie di leggi  (riforme dei processi, riforme tributarie, riforme del fisco) iniziate e da completare. Ha ribadito che l’Italia deve essere a pieno titolo nella UE, facendo chiaramente capire il ruolo del suo personale prestigio.
Ha parlato di agenda sociale, di legge di bilancio senza scostamenti, di ridurre il carico fiscale sui lavoratori, di rinnovare i CCNL, di rivedere il reddito di cittadinanza e il 110%, di riformare le pensioni, di sistemare la crisi energetica (anche contro il volere delle comunità locali…).
Insomma ha delineato un PROGRAMMA di GOVERNO non per i prossimi 8 mesi, ma per i PROSSIMI 10 ANNI.
Ha rivendicato gli appoggi recenti della comunità civile (Sindaci, Confindustria, Bambini, Sindacati) e ha – nei fatti – contrapposto la CONFUSIONE PARLAMENTARE a QUESTA VOLONTÀ POPOLARE.
I Senatori, che nulla hanno capito, lo hanno ripetutamente applaudito. Esattamente come, qualche mese fa, avevano applaudito il Mattarella bis.
Ma, LUI – gesuiticamente – ha posto loro una domanda carogna: “Senatori, Parlamentari… SIETE PRONTI A QUESTO NUOVO PATTO PER UN GOVERNO COESO e NON di FACCIATA? Le risposte non dovete darle a me, ma al PAESE !”.
Già, un TECNICO SENZA MACCHIA e SENZA VOTI ha bacchettato i quasi mille eletti dal Popolo! Come finirà? A TARALLUCCI e VINO.  Con un governicchio che sopravvivrà fino alle elezioni.

Questa politica è diventata un affare privato

di Vittorio Feltri… 

Nonostante la nostra Costituzione definisca il presidente del Consiglio primus inter pares, rendendo in tal modo la sua figura omogenea rispetto ai suoi ministri, dunque non gerarchicamente superiore, e stabilisca altresì che la fiducia delle Camere è votata al governo nel suo complesso, sulla base e in considerazione del suo programma, e non alla persona del premier, nella prassi si è imposta una applicazione, o visione, distorta di queste regole e procedure, evidentemente in queste ore più che mai. La gente scende in piazza per sostenere Draghi e non il governo… ⇒ Libero_20.7.22_pag_1-6

«Povera» ITALIA

15 LUGLIO 2022 – Stefano Biasioli e Pietro Gonella

Le tristi sceneggiate parlamentari ed extra-parlamentari di questi ultimi giorni dimostrano in modo incontrovertibile quanto sia scesa in basso la politica e l’intera categoria dei parlamentari.
Politica e parlamentari sono chiara espressione della decadenza dell’Italia degli anni 2000, una decadenza prima progressiva (soprattutto dal 2011 fino al 2019) e poi esponenziale, sotto i colpi del Covid, della guerra Russo-Ucraina, dell’inflazione galoppante, della crisi energetica.
Il paese boccheggia (e boccheggerà ancora di più in autunno e in inverno) e questi parlamentari si sono permessi – dopo le vicende del Conte 1, del Conte 2 e del Draghi 1 – di distruggere il “mito di Draghi” con orridi proclami pseudo-ecologisti. Non vogliono un inceneritore a Roma, invasa dai cinghiali, dalla sporcizia, dal fetore. Con incendi più o meno provocati e  con diossina alle stelle. Però… “No, l’inceneritore no…!”

Al Nord, inceneritore si, a Roma, inceneritore no. Sono tornati i “duri e puri” del NO PERPETUO. No a tutto, come se il pianeta si potesse salvare perché in Italia: non c’è il nucleare, non si può estrarre gas dall’Adriatico, non si può trattare l’acqua salata.
Ciò che si può fare in Europa e in Israele, non si può fare in Italia, dicono loro, i DESCAMISADOS.
Baruffe fratricide, colla Attak sotto il sedere, ulteriore crisi energetica. Avevano “VINTO LA POVERTÀ” (Di Maio dal balcone mussoliniano)… La realtà è che ci sono almeno 5 milioni di Italiani poveri… Il 10% degli italiani avrebbe un reddito “da fame”.
Ma, loro, pensano alla sedia (in Veneto “caregotto”)… e a salvare la loro pensione…
BRAVI ! Bravi loro e brava alla SFINGE del Quirinale che, per l’ennesima volta, vuol far finta di niente… per continuare così fino alla primavera 2003.
UNA COSA È CERTA
Sono scomparsi gli ASSETTI VALORIALI che hanno contraddistinto la VITA degli ITALIANI nel DOPOGUERRA: TANTA POVERTÀ, diffusa, ma TANTA SOLIDARIETÀ, a TESTIMONIANZA di una DIGNITÀ della POVERTÀ. Dignità incontrovertibile e autentica, oggi sostituita dalla arroganza e dalla protervia del benessere. Non del BEN-ESSERE, che è un’altra cosa.
Siamo abbastanza vecchi da ricordarci la carbonella in inverno e la ghiacciaia in estate. Davvero piccolo, anzi piccolissimo, mondo antico.

È cambiato tutto, in 70 anni. Viviamo in una società dove trionfano il rancore, l’invidia, l’odio altrui e reciproco. In una società che preferisce l’aborto alla natalità, quella natalità “assente” che creerà drammi pensionistici tra una ventina d’anni…Tridico o non Tridico, sarà così…
Già, nel 2050 quanti saranno gli italiani (nativi o registrati come tali) in grado di avere un lavoro discretamente retribuito e di pagare le pensioni alla maggioranza degli italiani, già pensionati perché over 65 anni?

TERQUE QUATERQUE, TESTICULIS TACTIS…… (Scolacciabucchi).

INPS: “Una pensione sotto i 1000 euro al mese per il 32% de pensionati”

Da Agenzia Ansa.it

Presso la Sala della Regima di Montecitorio si è tenuta la presentazione del XXI Rapporto annuale InpsHa illustrato il Rapporto il presidente dell’ente previdenziale, Pasquale TridicoSono intervenuti il ministro del Lavoro, Andrea Orlando e il vicepresidente della Camera, Ettore Rosato. Ha partecipato anche il Capo dello Stato, Sergio Mattarella.

… continua a leggere ⇒ Ansa_su XXI rapporto INPS al 11.7.22l

L’INK per scaricare il XXI Rapporto Annuale INPS 2022