A Tutti gli Amici dell’APS-Leonida

Questo è il curriculum vitae di Di Maio, tratto dalla piattaforma Russeau.

Con un siffatto curriculum, si permette di aggredire le nostre pensioni frutto di studi prolungati (laurea + specializzazioni varie), oltre 40 anni di lavoro, brillante carriera professionale, tasse pagate fino all’ultima lira sia durante il periodo lavorativo che durante la quiescenza.

Cosa volete che Costui sappia delle regole pensionistiche cambiate 20 volte negli ultimi 40 anni, dei contratti di lavoro “mancati” (ossia non rinnovati….almeno 5 in circa 30 anni), della ricca CPS fatta confluire nell’INPDAP (per tamponare i buchi creati da agricoltori e commercianti…) ed infine della scelta politica di far confluire l’INPDAP nell’INPS, creando il maggior istituto pensionistico al mondo ? Eppure, pur essendo “ignorante ” (ossia non avendo mai studiato il problema in questione) e pur non avendo mai lavorato (sul serio ed in modo continuativo) vuole massacrarci, perche “siamo parassiti” (!).

In che mani siamo !

Ciao,

Stefano Biasioli

continua a leggere…Curriculum Vitae DI MAIO LUIGI

Le grandi bugie di Di Maio…

Articolo  a cura del Dott. Pietro Gonella

«saranno soltanto un ricordo! Ciascuno riceverà un assegno in base ai contributi versati

questa la pomposa dichiarazione che continua a fare il sunnominato (è una campagna mediatica elettorale e post elettorale “falsa” utilizzata dai pentastellati quale metodo per la gestione del consenso).

Il PdL giallo-verde però non fa alcun riferimento al “versato”, che si quantifica e denomina Montante Contributivo/MC, cioè il “versato” rivalutato alla data del pensionamento. continua a leggere…

Il pudore di Luigi Di Maio…

Onorevole,

vorrei ricordarle ciò che nel breve tempo della legislatura or ora iniziata lei ha detto:

“Le pensioni d’oro verranno tagliate in base al ricalcolo contributivo delle stesse”: falso perché il suo collaboratore nella stesura della Proposta di Legge, vista l’impossibilità del calcolo contributivo a ritroso, ha adottato un sistema di regressione statistico (Tabula-Patriarca) calcolato in base alla aspettativa di vita dal 2019 in poi, applicato all’inverso su anni già vissuti (mostruosità statistica). A PdL depositata, Lei ha continuato ad affermare pubblicamente che avevate sanato le ingiustizie attraverso lo strumento del ricalcolo contributivo.

Delle due l’una o lei ha spudoratamente mentito sapendo di mentire o non era informato. Comunque sia si vergogni. Se ciò non bastasse su questo argomento aveva già mentito una volta, perché nel famoso contratto aveva scritto e firmato come limite massimo per le pensioni d’oro 5.000,00 euro netti mensili, valore sceso per magia e in men che non si dica, dopo essere stato eletto, a 4.000,00 euro netti mensili. Per questo si vergogni ancor di più, ingannare l’elettorato è moralmente iniquo.

Mi rendo conto che questo è solo l’inizio di un vortice mediatico dove vero e falso balleranno tra le mani abili di un giocatore delle tre carte, ma ascolti il mio consiglio: si vergogni oggi anche per domani, così potrà beffeggiare tutti noi con uno smagliante sorriso.

Il Direttivo APS-Leonida – Presidente Dott. R. Mencarelli

Spread e pensioni. La versione di Pennisi (da leggere)

L’ipotesi di un progetto di contributo triennale di solidarietà è ammissibile solo in caso di grave crisi finanziaria. E per questo la differenza di rendimento tra titoli di stato sale. L’analisi dell’economista Giuseppe Pennisi

La mattina del 18 agosto, la prima notizia finanziaria che gli italiani hanno letto è parsa avere il sapore di un paradosso: debito pubblico in calo, ma investitori stranieri in fuga dai nostri titoli di Stato e spread in aumento. L’apparente paradosso è in parte spiegato dalla tragedia del Ponte Morandi a Genova e dalle reazioni di molte parti in causa, non sempre ispirate alla dovuta compostezza nella gravità del momento. C’è, però, una determinante che innervosiva cittadini, operatori ed investitori, e muoveva lo spread al rialzo, prima della tragedia di Genova: il modo caotico, per utilizzare un vocabolo gentile, con cui l’esecutivo sta gestendo il tema delle pensioni. – ...continua a leggere l’articolo

Pensioni, il governo fermi questa giostra e apra il confronto con le parti sociali

Il commento di Giorgio Ambrogioni, Presidente CIDA, la Confederazione italiana dirigenti e alte professionalità. Formiche.net – 14.08.2018
La polemica sulle pensioni non sembra affievolirsi, ma oltre a rivendicare le proprie ragioni, forse è giunto il momento di fare un primo bilancio e chiedere una pausa di riflessione. E partendo dall’unica cosa certa: il progetto di legge di revisione dell’attuale meccanismo di calcolo degli importi pensionistici, redatto e depositato il 6 agosto dal governo. Occorre però una premessa: il documento in questione è il risultato concreto di un’incessante campagna mediatica – partita già in periodo pre-elettorale e rafforzatasi in vista della pausa estiva del Parlamento – indirizzata al cosiddetto ‘superamento’ della legge Fornero e al ripristino di una presunta iniquità del sistema previdenziale vigente.  – …continua a leggere l’articolo…

Articoli vari sul DDL taglia pensioni…

…un commento brevissimo…

Finalmente la stampa di oggi, 14 /8 2018, contiene una serie di articoli (Repubblica, Corriere, La Verità, L’Arena etc)… li trovate nella Sezione “Documenti” di questo sito… sul DDL D’Uva/Molinari, articoli che danno ragione a quanto da Noi scritto dal giorno 8 agosto in poi.

  • I 2 proponenti non conoscono la materia ed hanno creato un mostro pensionistico, con distonie tra relazione introduttiva e testo del DDL;
  • Di Maio blatera di ricalcolo sul retributivo ma non conosce né  la materia né il testo del DDL, che prevede un taglio secco e permanente basato sulla età al pensionamento rispetto alla età di vecchiaia… con regole retroattive, svincolate dai contributi versati;
  • Salvini non conosceva il testo e non si è ancora accorto che lo stesso è scritto su carta intestata dei 5S ;
  • la confusione regna sovrana…..ma i tagli previsti dal DDL massacrano la base elettorale della Lega e portano pochi denari alla base elettorale dei 5S;
  • Governo giallo-verde: un governo di sprovveduti sui problemi legati alle pensioni, alla assistenza ed al lavoro.

Cosa sarà di Noi ?
Lenin

Le pensioni e il ddl Lega-M5S. Chi sono i parassiti?

Pubblicato su Formiche.net il 13.08.18

Scritto da Stefano Biasioli  – PastPresident CONFEDIR – Segretario APS-LEONIDA – Presidente FEDERSPeV Vicenza

Non si tratta di ricalcolo ma di una penalizzazione secca, prodotta da un criterio discutibile ed arbitrario. Vengono colpite soprattutto le donne, i militari e tutti coloro che hanno anticipato la pensione. L’analisi di Stefano Biasioli   Leggi qui il testo completo

 

11.08.18 il Prof. Alessandro Mazzucco ha scritto…

E’ veramente triste ritrovarsi dopo una vita intera spesa nella sua interezza a lavorare senza risparmiarsi, esclusivamente nella erogazione di servizi a favore della collettività, di aver assistito nel corso degli ultimi 20 anni al declino del valore delle proprie retribuzioni, per arrivare al momento del pensionamento (subito, mai desiderato) con la elargizione di un assegno infinitamente inferiore a quello che potevano godere i nostri predecessori, adesso vedersi trattati come dei ricconi che sottraggono risorse alla povera gente! Vergogna! Io ho pagato 52 anni di contributi.

Ho già inviato all’INPS la richiesta di rendiconto contabile dei miei contributi, che Vi girerò non appena in possesso della ricevuta di ritorno.
Considerato che questi personaggi parlano di considerare nella loro ricontabilizzazione anche i contributi ENPAM, dai quali riceviamo null’altro che una piccola mancia, mi domando se non sia il caso di inviare analoga richiesta anche a quest’altro Ente. Ne potrebbe risultare che i contributi versati a questo, senza avere un adeguato ritorno, dovrebbero essere utilizzati per il calcolo del monte contributi pagati ai fini INPS.
Comunque chi sostiene operazioni di questo genere è disgustoso.
Cari saluti.
Alessandro Mazzucco

Il Taglio dei vitalizi

…lettera aperta…

In questi giorni il Consiglio di Stato, con apprezzata tempestività, ha fornito alla Presidente del Senato Elisabetta Casellati il richiesto parere circa la riforma dei cosiddetti vitalizi spettanti ai parlamentari cessati dal mandato.

E’ da constatare, innanzitutto, la coraggiosa coerenza della Presidenza del Senato che,  di fronte alla richiesta di applicare una “giustizia sommaria” contro gli ex-parlamentari, ha saputo e voluto affrontare l’argomento nel rispetto delle leggi in vigore (siamo cioè arrivati al punto che bisogna avere  coraggio per dire la verità e agire  rispettando le regole). Oggi, infatti, si è orgogliosi di essere ignoranti, perchè non solo non si sa (normale e logico per i nuovi arrivati), ma si desidera non sapere (l’arroganza ha sostituito la ricerca del sapere, la voglia di conoscere, l’umiltà dei capaci) per timore di legarsi al passato e soprattutto poter risolvere (?) i problemi con assoluta discrezionalità e senza vincoli.

Il Consiglio di Stato ha chiarito, risolvendo alcuni dubbi interpretativi, che i “vitalizi” si possono, nel rispetto di alcune regole e principi, tagliare e ridurre e che gli Organi interni di Camera e Senato possono decidere sull’argomento (non è indispensabile, cioè, una legge).

Il Consiglio di Stato, però, ha detto anche molte altre cose. In particolare che: -le decisioni degli Organi interni del Parlamento sono equiparabili a leggi ordinarie e quindi sottoposte al giudizio di legittimità della Corte Costituzionale (ultimo baluardo ad ogni tipo di abuso o arbitrio); -i tagli devono essere temporanei, collegabili a situazioni dimostrabili di contingenza e eccezionalità, basati su criteri di ragionevolezza e proporzionalità, non arbitrari o variamente discrezionali ( non, cioè, “punitivi” per un servizio svolto). I “vitalizi” (quelli vecchi, perché dal 2012 sono stati aboliti) si possono, perciò, ridurre bilanciando sia il rispetto delle regole in vigore al momento della loro maturazione sia ogni altro rilevante principio costituzionale (solidarietà, equità, ecc.). Il Consiglio di Stato, quindi, da una parte ha dato il “via libera” ai tagli, fissando principi e paletti da rispettare, dall’altra ha reso evidente l’arbitrarietà della decisione già presa dalla Camera.

Ma questo non è tutto, perché se passasse il principio (finora mai applicato) che si possono ricalcolare col sistema contributivo (sulla base, cioè,  dei contributi effettivamente versati) le pensioni  già in  erogazione  (calcolate come percentuale degli ultimi stipendi percepiti) nessuno degli attuali pensionati  potrebbe essere tranquillo. Dopo le prime ore di grande allegria per i tagli dei “vitalizi” dei parlamentari, infatti,  tutte le pensioni in erogazione sarebbero modificabili, perché sono tutte “vitalizi”(calcolate, cioè, sulla base degli ultimi stipendi percepiti). I dipendenti pubblici (infermieri e insegnanti in particolare) andati in pensione dopo 19 anni di contributi e percependo subito la pensione, gli artigiani, i commercianti, i coltivatori diretti, i dipendenti privati non godono certamente della pensione sulla base dei contributi versati. Risulta che per pareggiare entrate e uscite (contributi e pensioni) servirebbe come aliquota contributiva: il 36% per i dipendenti privati, il 60% per i pubblici, il 33% per gli artigiani, il 21% per i commercianti, l’80% per gli agricoltori, il 10% per i professionisti. Rischiamo, perciò,  per prendersi una bella soddisfazione (fare, cioè, un dispetto agli ex parlamentari), farsi molto male. Senza contare, infine, che in futuro il parlamentare lo potrà fare o il disoccupato (non ha niente da perdere, ma tutto da guadagnare) o chi se lo potrà permettere per propri e rilevanti redditi o patrimoni (un’altra categoria sarà quella che in vari modi dovrà arrangiarsi, pensando anche al proprio futuro). Proprio come prevedeva lo Statuto Albertino del 1848 che fissava gratuito il mandato parlamentare , a completamento del fatto che votava solo chi aveva un certo reddito (il 2% della popolazione). Se è questo che si desidera, saremo accontentati, ritornando a prima del 1911. Quell’anno, infatti, permettendo a tutti di votare ed essere eletti furono previste le indennità anche differite (i “famigerati” vitalizi).

Vogliamo o no, finalmente, accorgersi che è in corso un feroce attacco alla politica, anche a quella Buona, che tutela i più deboli, la qualità dei servizi pubblici, contro abusi e soprusi. Quando saremo consapevoli, sarà, però, forse troppo tardi.

Luciano Falcier ex parlamentare

IL DDL VERDE-GIALLO CHE TAGLIERA’ LE PENSIONI: vecchie e nuove

A cura di Stefano Biasioli

PREMESSA

È stato depositato alla Camera (7/08/18) il DDL “verde-giallo”” (Molinari-D’Uva) che, secondo la volontà di DI MAIO e C. taglia le pensioni in essere per recuperare risorse da usare per “integrare le pensioni al minimo”.

Si tratta di quel furto pensionistico promesso da Di Maio ai suoi elettori, fin dai tempi della campagna elettorale. Su questa promessa i 5S hanno recuperato voti, soprattutto al Sud.

Novello Robin Hood, Di Maio toglierà, ancora una  volta, soldi ai pensionati “ricchi” per regalarli ai pensionati “poveri”. Si tratta dell’ennesimo scippo pensionistico, che dovrà essere comunque avallato e da Mattarella e dalla Corte Costituzionale. Come in precedenza, NOI dell’APS LEONIDA reagiremo a questa ennesima beffa economica, basata su presupposti solidaristici fasulli. Le nostre pensioni sono legate ai contributi quarantennali da Noi versati e non sono “regalie dei potenti”.

Faremo vedere a chi ci ha definito “parassiti” che siamo ampiamente in grado di reagire e di saperci difendere.

IL DDL (presentatori R. Molinari e F. D’Uva)

Le informazioni sul DDL in questione sono state tratte da un articolo del Sole24ore (8/08/18, pag. 15, autore Davide Colombo) che qui riassumiamo. Ancora una volta, il giornale della Confindustria ha avuto la visione di un testo legislativo in anteprima. Noi, lo pubblicheremo integralmente appena sarà disponibile alle persone normali.

Il DDL consta di 6 articoli; i presentatori sono Riccardo MOLINARI (Lega) e Francesco D’UVA (5S). Perciò, sia Lega che 5S concordano sul testo e sui tagli pensionistici. Meditate, gente, meditate…!

Il DDL IDENTIFICA 3 TIPOLOGIE PENSIONISTICHE da COLPIRE.  Le abbiamo riassunte in A, B, C.

A) NUOVE PENSIONI POST 01/01/2019

Verranno calcolate moltiplicando la QUIESCENZA MATURATA CON METODO RETRIBUTIVO per UNA FRAZIONE costituita, al numeratore, dal COEFFICIENTE di TRASFORMAZIONE all’ETA’ del PENSIONAMENTO e, al denominatore, dal COEFFICIENTE di TRASFORMAZIONE valido per l’ETA’ PREVISTA per il PENSIONAMENTO da VECCHIAIA.

In breve:   QUIESCENZA MATURATA x Coeff. trasformazione ETA’ al PENSIONAMENTO/ Coeff. trasformaz. ETA’ VECCHIAIA.

B)  PENSIONI VIGENTI PRIMA dello 01/01/1996 (Riforma Dini)

Ad esse verrà applicata una CORREZIONE ATTUARIALE, usando i vecchi coefficienti di trasformazione – ex legge 335 – in vigore fino all’anno 2009.

NB) In pratica, si ricalcolano le pensioni, retroattivamente (!!!!).

C)  PENSIONI VIGENTI POST 1/01/1996 (Riforma Dini)

Verranno RICALCOLATE sulla base di una TAVOLA costruita dalla coppia Boeri-Patriarca.

Si tratta di una tavola (che non conosciamo), ricostruita , delle ETA’ di PENSIONAMENTO da VECCHIAIA, scomputate degli ADEGUAMENTI alla SPERANZA di VITA, risalendo dal 2019 fino al 1970.

Se non abbiamo capito male, il ricalcolo riguarderà i coefficienti di trasformazione degli anni 1970-1980 e le eta’ , alla decorrenza, inferiori ai 57 anni. In sostanza:

1) IL RICALCOLO RIGUARDERA’ la QUOTA PENSIONISTICA SUPERIORE a 80.000 euro lordi annui (totale di pensione INPS più altre pensioni; esempio ENPAM).

2) Dal ricalcolo sono escluse le pensioni di invalidità, reversibilita’, terrorismo.

3) Il ricalcolo non potra’ ridurre pensioni o vitalizi sotto il valore di 80.000 euro lordi/anno.

4) In caso di pensionamenti con meno di 57 anni, il coefficiente di trasformazione non potra’ essere inferiore a quello dei 57 anni.

5) Entro 6 mesi dalla vigenza della legge, il ricalcolo verrà applicato anche ai PENSIONATI degli ORGANI COSTITUZIONALI o di RILEVANZA COSTITUZIONALE.

OBIETTIVO del DDL : recuperare 500-600 milioni annui, per integrare le pensioni al minimo.

Per l’utilizzo di questi denari verrà istituito un FONDO dedicato, non gestito dall’INPS ma dal Governo (la cifra pertanto verrà sottratta al “monte previdenziale” e trasferita altrove per fare “assistenza”.

Secondo l’Associazione TABULA (presieduta da Stefano Patriarca, amico di Tito Boeri) il provvedimento legislativo dovrebbe colpire circa 100.000 pensionati (quelli over 80.000 euro lordi annui) e servirebbe a recuperare circa 500-600 milioni annui.

Noi dell’APS LEONIDA abbiamo fatto un piccolo calcolo, grossolano:

600.000.000 : 100.000 = 6.000 euro/anno = 500 euro/mese x 12 mesi.

500.000.000 : 100.000 = 5.000 euro/anno = 416 euro/mese x 12 mesi.

È però evidente che il DANNO PENSIONISTICO PERPETUO sarà in realtà minore o maggiore:

-minore per i redditi da 80 a 100.000 euro lordi anno

-maggiore per quelli superiori ai 100.000 euro lordi anno.

COMMENTO FINALE 

Per un commento completo, Vi preghiamo di leggere le amare considerazioni espresse dal “nostro Leonida” Pietro Gonella.

In sintesi: ennesimo scippo – pesante e perpetuo scippo -, a danno dei pensionati “che hanno pagato quarantennali contributi per avere  una pensione equa”, ed a favore di gente che non ha pagato contributi pensionistici o li ha pagati in minima parte.

Si tratta di milioni di persone (almeno 4.000.000 dei 5.060.000 con pensione di vecchiaia inferiore a 1000 euro netti/mese; ossia dei 4 milioni con “pensioni sociali” al minimo INPS) ossia di gente “assistita” che non ha mai lavorato, ha lavorato poco, ha evaso…..quindi non ha versato contributi sostanziosi come Noi. Non ha versato contributi, quindi vive di assistenza statale.

Ebbene, costoro dovrebbero essere “aiutati” in altro modo: con TASSE PROGRESSIVE di SCOPO, a carico – in modo proporzionale ed uguale, a parità di reddito – di TUTTI I CONTRIBUENTI (attivi o pensionati) e NON SOLO dei PENSIONATI di una certa fascia.

Se il contributo di solidarietà ha colpito la fascia sopra i 90.000 euro lordi/anno negli anni 2014-2016, adesso il Governo Verde-Giallo abbassa il tiro fino alla fascia 80.000 euro lordi/anno. Ci chiediamo inoltre se dal 01.01.2019 ripartirà o meno la rivalutazione totale delle nostre pensioni, bloccata – come sapete – dal 2012 al 31.12.2018.

Questo DDL è significativo del POPULISMO di QUESTO GOVERNO, che disconosce chi ha lavorato per favorire/proteggere/ottenere il voto di un “mondo tributariamente opaco”.

NOI IMPUGNEREMO LA LEGGE, in tutte le sedi costituzionalmente possibili.

NOI PENSIONATI ABBIAMO GIA’ DATO : dal 2008 in poi (soprattutto dal 2012 ad oggi) siamo gia’ stati taglieggiati in nome di oscuri “favori assistenziali”.

NON STAREMO ZITTI !

N.B.

Per ulteriori dettagli leggere l’intero articolo del Sole 24Ore del del 08.08.18 dedicato al tema. Vedi: SEZIONE “DOCUMENTI” . Per leggere il testo completo del DDL verde-giallo vedi: SEZIONE “Leggi e Decreti” di questo sito.

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Di seguito inseriamo il commento al DDL scritto dal nostro iscritto APS-Leonida, Dott. Pietro Gonella

Primi commenti sul PdL per il taglio delle c.d. “Pensioni d’oro”

Gli estensori dell’operazione di Ricalcolo Contributivo a POSTERIORIcercano di superare il sicuro futuro vaglio della legge in fieri da parte della Corte Costituzionale con un’articolata argomentazione che ritiene/considera la stessa conforme ai “principi di solidarietà, eguaglianza, proporzionalità, ragionevolezza”

Sono queste soltanto enunciazioni prive di validità sostanziale per i seguenti motivi:

  1. Perché non si prendono a riferimento tutte le posizioni pensionistiche in essere, ad esclusione di quelle di importo al minimo?;
  2. Perché 1.700.000 pensionati baby e simili, che hanno versato contributi nemmeno per il 20-30% rispetto alle prestazioni ricevute, non vengono toccati (eppure godono di oltre 1.000 euro di pensione al mese. Un prelievo di 50 euro/mese, pari a 600 euro/anno, comportano un risparmio di 1 miliardo!)?
  3. Perché non vengono toccate le pensioni non superiori a 80.000 euro annui, senza previo accertamento dello squilibrio tra contributi versati e prestazioni rese (hanno versamenti contributivi mediamente non superiori al 50/60%)?
  4. Perché si continua a mischiare Previdenza e Assistenza, andando a contaminare la destinazione specifica dei contributi versati verso la Previdenza (l’Assistenza è, e deve essere, a carico della fiscalità generale con la quale vanno coperti anche gli squilibri tra contributi e prestazioni di cui ai precedenti punti 2. e 3.)?

Il PdL non è affatto “improntato sulla solidarietà e sulla equità sociale” come afferma il Capogruppo della Lega a Montecitorio. Il PdL crea ulteriore e ancor più pericolosa confusione tra Previdenza e Assistenza ed alza le pensioni minime a chi ha versato zero, o quasi, contributi: esempio davvero virtuoso verso la tanto decantata, e forse troppo abusata, “meritocrazia” assunta a bandiera dai grillini fin dai primi tempi del loro apparire!

Rileggere comunque le mie riflessioni del 18 e 26 luglio u.sc. sull’argomento.

Prepariamoci da subito per la battaglia, anzi per la guerra.

Pretendiamo di avere, come abbiamo chiesto con Racc. A.R. all’INPS, l’estratto contributivo relativo alla intera vita lavorativa.

8 agosto 2018                                               Pietro Gonella