SALUTE – Curare il Covid-19, i farmaci che abbiamo e quelli che arriveranno

articolo di Gloria Frezza su Sanitàinformazione.it 

Dal lopinavir al promettente antivirale molnupiravir, analisi di un anno e mezzo di farmaci sperimentati per combattere il Covid-19. L’intervista ad Antonio D’Avolio della Società Italiana di Farmacologia.

Curare Covid-19 e tornare alla normalità sono due concetti legati a filo doppio. L’arrivo dei vaccini ha permesso al mondo del 2021, sicuramente alla parte più abbiente, di averne un assaggio, ma è alla cura che ci si rivolge per archiviare definitivamente il virus. Quali sono le terapie che abbiamo ora a disposizione e cosa promette la ricerca per il futuro?

Abbiamo fatto questa domanda al professor Antonio D’Avolio, associato di farmacologia all’Università di Torino e membro della Società italiana di Farmacologia nella sezione Clinica. Dalla comparsa di Sars-CoV-2 sono state molte le molecole già esistenti prese in considerazione per curare la malattia Covid-19. Alcune inizialmente promettenti hanno poi deluso, altre hanno mostrato risultati sufficienti per rientrare nelle linee guida di OMS, EMA e FDA. Nessuna, comunque, ad oggi può essere la soluzione definitiva… CONTINUA A LEGGERE QUI

Cosa fa il SEMAGLUTIDE contro l’obesità?

Il post di Stefano Biasioli, già primario in reparti di Nefrologia-Emodialisi

Per i soggetti diabetici, in sovrappeso o obesi, stanno arrivando notizie positive.

Un recente studio (STEP, in fase III) pubblicato di recente sul NEJMed ha dimostrato come la somministrazione settimanale di Semaglutide sottocute consenta alcuni risultati fondamentali: un buon controllo glicemico e dell’HbA1c (emoglobina glicata) e un calo ponderale importante, dopo oltre un anno di terapia.

A lungo l’industria ha cercato di produrre farmaci efficaci contro l’obesità. Quelli al momento disponibili hanno però pesanti effetti collaterali che ne limitano l’uso (dose e durata). La più efficace, la fentermina, provoca un calo ponderale di circa il 7,5%, che viene ampiamente recuperato quando la terapia viene sospesa, anche per gli effetti collaterali.

A oggi i risultati migliori si ottengono con la chirurgia bariatrica (perdita ponderale del 25-30% del peso iniziale), soluzione peraltro invasiva, con alterazioni permanenti dell’apparato gastrointestinale e con necessità di monitorare l’eventuale comparsa di malnutrizione. Secondo alcune statistiche, solo una netta minoranza dei potenziali operandi si sottopone ad un atto chirurgico, ma preferisce soluzioni di altro tipo (dietetiche e fisiche) con risultati frequentemente deludenti e certamente costosi... continua a leggere ⇒ SEMAGLUTIDE e CALO PONDERALE di S. Biasioli e su StartMag.it

Pensioni, l’errore del Presidente dell’Inps: non ci sono alternative valide a Quota 100

articolo di Simone Micocci del 26.06.2021 su money.it

Tiene banco da mesi il discorso legato al futuro delle pensioni in Italia. Da tempo si discute di cosa fare per il dopo Quota 100, con i sindacati che chiedono di prevedere un’ulteriore misura di flessibilità che possa evitare che si venga a creare uno scalone di cinque anni tra il 2021 e il 2022… CONTINUA ⇒ Pensioni, l’errore del Presidente dell’Inps- non ci sono alternative valide a Quota100_26.6

PNRR e SANITÀ: dopo il 2026 ci sarà un secondo step fino al 2030? – Startmag

L’intervento di Pietro Gonella, Stefano Biasioli e Michele Poerio

Adesso che la Ue ha dato il via libera al Pnrr del governo Draghi, riprendiamo il tema delle modifiche da fare al Ssn italiano. Nel precedente nostro articolo abbiamo evidenziato che le novità del Pnrr sono riassumibili in alcuni 4 elementi fondamentali:

a) “Case della Comunità” (1 ogni 20.000 abitanti) – Standard 3.010.
Ora ne sono attive 459. Ne devono essere attivate, quale primo step, altre 1.288 entro il 2026 per un totale di 1.777 “Case”.
E le restanti 1.233 “Case” per raggiungere lo Standard di 3.010? Saranno attivate entro il 2.030 quale secondo step?

b) “Ospedali di comunità” (1 ogni 50.000 abitanti) – Standard 1.205.
Ora sono attivi 3.163 posti letto. Devono essere attivati 381 “Ospedali”, per un totale di ulteriori 7.620 posti letto (381 x 20 p.l.), per complessivi 10.783 posti letto quale primo step.
E i restanti 13.317 posti letto per raggiungere lo Standard di 1.205 per un totale complessivo di 24.100 posti letto (1.205 x 20 p.l.), numero che richiede l’attivazione di altri 665 “Ospedali”? Saranno attivati entro il 2.030 quale secondo step?

c) “Cure domiciliari” (per 1.500.000 abitanti, ovvero il 10% degli over 65). Ora sono seguiti a domicilio circa 702.000 pazienti (il 5,1% degli over 65).

d) “Centrali Operative Territoriali” (1 ogni 100.000 abitanti), quindi 602 in corrispondenza del Territorio di ogni Distretto.

Il Pnrr prevede la completa attivazione dei punti c) e d) in soli 5 anni, dal 2022 al 2026 (quale primo step), mentre, per i punti a) e b) è prevista solo una attivazione parziale/intermedia.
Su quest’ultimo punto ci risulta impensabile, quasi demenziale lasciare incompiuto – a metà strada – il processo di riorganizzazione del sistema sanitario incentrato sulla creazione di diffuse reti/strutture territoriali di prossimità verso i reali e quotidiani bisogni di salute, sia individuali che collettivi…

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SANITÀ: il Pnrr da “una tantum” a strumento di riforma

Il Piano nazionale di ripresa e resilienza, che la Commissione europea ha accolto con un favore superiore alle aspettative di numerosi osservatori ed analisti, sarà una «una tantum» od una strategia che verrà perseguita per diversi lustri, ed anche decenni, sino a quando non si saranno ridotti gli squilibri che rendono l’Unione europea (Ue) ed in particolare l’eurozona non ancora un’«area ottimale»?

Se lo chiedono in molti. È ovviamente una domanda prematura perché al fine di convincere gli Stati maggiormente scettici sulla capacità di quelli più fragili di fare bene i loro compiti, questi ultimi dovranno dare prova di saper attuare riforme ed investimenti in modo efficiente ed efficace. Il Premio Nobel Robert Mundell, recentemente scomparso nella sua residenza nei pressi di Siena, ammoniva che sarebbero stati necessari, a lungo, trasferimenti ai più fragili per fare funzionare la moneta unica ed averne i benefici.

Tuttavia, è buon segno avere The Long View (ossia sapere guardare lontano) come è intitolata da anni una rubrica di Rob Long sul settimanale americano The National Review…

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…ecco un Nostro Articolo… SUL PNRR in tema di Sanità Pubblica

TUTTI i POSSIBILI EFFETTI del PNRR in TEMA di SANITÀ PUBBLICA

Articolo di P. Gonella e S. Biasioli

La pandemia Covid sembra aver smosso le acque, in Europa e in Italia. Ci sono voluti almeno 150.000 morti italiane, indotte direttamente o indirettamente dal Covid, per indurre l’Europa prima e il Governo italiano (poi) a prevedere all’interno del Pnrr un finanziamento specifico per una drastica riforma del Ssn italiano, datato 1978 e con pochi ritocchi da allora.

In un recente articolo abbiamo ricordato che, da almeno 25 anni, ci stiamo battendo per una modernizzazione del Ssn, volta ad evitare un suo declassamento, per l’evidente incapacità delle strutture sanitarie previste e create dalla legge 833 (1978-2021) di far fronte ai nuovi bisogni sanitari e al drammatico cambiamento delle patologie più gravi e a maggior consumo di risorse.

Il dramma del Covid – e i chiari indirizzi europei – hanno fatto elaborare a Draghi, all’interno del Pnrr, un abbozzo di riforma sanitaria, con un finanziamento specifico di circa 19-20 miliardi, anche se ne servirebbero molti di più (almeno 32).

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I 24.000 del Pnrr

da ilcommentopolitico.net  – di Bagehot

12 giugno 2021

Stanno per decollare 24.000 assunzioni a termine nella pubblica amministrazione per realizzare, rendicontare e vigilare sulla realizzazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr). Verranno utilizzate modalità nuove di selezione ed anche una tipologia nuova (per la pubblica amministrazione e non solo) di contratti di lavoro. Le procedure di selezione daranno peso considerevole ai titoli (lauree, specializzazioni, esperienze professionali pregresse). I contratti prevedranno verifiche in base al conseguimento degli obiettivi. Le 24.000 nuove assunzioni saranno parte di un’immissione molto più grande (si parla di 140.000 persone nei prossimi tre anni) derivante dalla fine del blocco al turnover, nonché dalla necessità di ringiovanire una pubblica amministrazione che, soprattutto nei ranghi della dirigenza, è molto invecchiata ed ha evidenti difficoltà a tenere il passo con nuovi metodi di lavoro, nuovi processi e nuove tecnologie. In effetti, è in corso una rivoluzione di cui i 24.000 del Pnrr sono il primo stadio, nonché un esperimento.

L’European Institute of Public Administration (Eipa), in partnership con le Università di Milano (Statale), Firenze (Cesare Alfieri), Venezia (Cà Foscari) e la Scuola Nazionale d’Amministrazione (Sna), sta organizzando una serie di seminari. Vediamo alcuni punti salienti emersi dai primi. In breve, negli ultimi dieci anni la pubblica amministrazione italiana si è ristretta (- 2,3%), si è invecchiata (nel 2001 la fascia d’età più numerosa era quella tra i 45 ed i 49 anni, nel 2019 è quella tra i 55 ed i 59 anni), ha gradualmente perso i corpi tecnici (quelli più importanti ai fini della realizzazione del Pnrr) mentre è cresciuta la proporzione di funzionari e dirigenti con una cultura giuridico-amministrativa. In breve, i pensionamenti crescono e i canditati per le professionalità e competenze necessarie scarseggiano…

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