L’ITALIA dei FARISEI

di Stefano Biasioli – domenica 7 giugno 2020

Sono stato zitto per alcune settimane, ma non ho mai smesso di pensare. A come sia ridotta l’Italia di oggi e a come siano ridotti gli italiani. Il COVID-19, che si chiami o no così o SARS-COVID 2, cosa cambia?

Nulla. Allora seguite il mio pensiero

         MASCHERINE & C.

Ieri sera sono stato a cena in un ristorante alla periferia di Vicenza: strapieno, di gente con mascherine (95%) e senza mascherine, con cameriere “mascherinate” (ma senza guanti), con tavoli da 6 con 5 persone presenti, con tavoli da 8 con 6 persone. Distanze ravvicinate, inferiori al metro, si trattasse o no di parenti/congiunti o di estranei.

Ho mangiato bene, ma in fretta perché il nostro tavolo era prenotato per un secondo turno, dopo rapida sanificazione di tavolo e sedie, con ovvio cambio di tovaglia e tovaglioli. Insomma, è stato come se il virus fosse al tappeto, in attesa del gong.

         Stamattina, domenica, sono andato a messa, dopo tanto tempo. Tutta un’altra musica, sanitariamente parlando. Alla porta della Chiesa, una fanciulla con mascherina mi ha indicato il banco per me.

Un “fedele” per banco, con 2 posti vicini ricoperti da un divieto a sedersi, stampato dalla diocesi di Vicenza. Fedeli tutti con mascherine; il celebrante con mascherine e guanti, per tutta la messa, predica inclusa. Non solo ma distribuzione dell’Eucarestia tra i banchi, previa sanitizzazione delle mani del sacerdote e dei diaconi.

Morale? Il cibo quotidiano mangiato come sempre; il “cibo divino” assunto con precauzioni sanitarie eccessive, dato l’andamento attuale della virosi.

Eccessive e con stravolgimento del rito della messa, a tal punto da eliminare tutte le “manifestazioni canore e le usanze post Concilio Vaticano secondo”:le strette di mano – dateVi un segno di pace –la recita del Padre Nostro con allacciamenti di braccia tra vicini. Tutto via, tutto pericoloso. Compresa l’invocazione “Il corpo di Cristo ”,prima della comunione individuale.

E allora, chi ha ragione? Chi desidera tornare a una normale vita di relazione, dopo 3 mesi di clausura o la chiesa di papa Francesco, una chiesa succube della politica?“Libera chiesa in libero stato” ?Nel 2020 ?

In altri tempi, i miei tempi giovanili, in presenza di una pestilenza, la Chiesa avrebbe fatto tridui, novene di invocazione a Dio, Madonna e Santi vari, contro il “morbo”. Francesco ha fatto il contrario, come se il contagio fosse più facile in chiesa che nei bar….e ancor oggi la prassi continua.

         GOVERNO e PARLAMENTO

         Da circa 20 anni compero e leggo 5 giornali al giorno. Per sentire più campane e per farmi un’idea personale delle vicende politiche. Tutti sappiamo che i giornaloni e le principali TV sono sempre dalla parte di chi governa. Ciò scontato, occorre leggere tra le righe dei giornaloni e gli articoli dei pochi bastiancontrari. Morale?  CI STANNO PRENDENDO PER I FONDELLI !

È ormai evidente che questo governo,“pur bolso”,sopravviverà fino al 2023, fino alla scadenza delle prossime elezioni politiche. Pur diviso, raffazzonato, con idee contrastanti, resisterà. Perché 5S, Forza Italia, Italia viva e frattaglie di sinistra sanno che nuove elezioni le spazzerebbero via tutte. Perciò si sono attaccati alla sedia con il Vinavil-Bostik ed hanno cementato la sedia al pavimento con il Kerakoll di Squinzi.

Renzi e Berlusconi fanno il doppio gioco, come sempre…Come se, entrambi, non avessero una colpa fondamentale: non aver riformato il Paese quando erano al governo, con maggioranze importanti.

E, così, CONTE –“dalle braghe onte, dal capel de paja, conte…..”-, pur nella sua mediocrità, regge i cordoni della borsa e da’ le carte. Purtroppo per noi e per l’italietta. Guadagna tempo, mesi su mesi….. Ha avuto la fortuna di questa pandemia, che congelato l’Italia; avrebbe preteso di sequestrarci fino al 31/12/20; pretende di sanificarci per altri mesi….In attesa di SCELTE STRATEGICHE, che non arriveranno, per colpa sua e dei suoi partners. Come QUINTO FABIO MASSIMO anche il conte-visconte-marchese rimanda –apparentemente- le decisioni e le scelte a decine di commissioni di esperti e super-esperti, veri o presunti, chiamati a lavorare per Lui, gratis e non.

Un lavoro preparatorio  che, istituzionalmente, andrebbe riservato/affidato al CNEL.

Conte chiede alle opposizioni di collaborare alle sue scelte, ma sempre dopo, mai prima. Un esempio: le risorse (europee e dei BOT/BTP) distribuite a pioggia, invece di finalizzarle a edilizia, turismo, sanità e scuola. “Faremo, vedremo…stiamo valutando…..”.

 “E gli anni passano e i bimbi crescono….”

QUESTI SONO I FATTI. Ci attende un calvario, per altri 3 anni.

Prima, il semestre bianco che precede il rinnovo al Quirinale. Tanti candidati, uno più pericoloso dell’altro: Cartabia, Prodi, Berlusconi e financo l’attuale Presidente. La prima, perché pensa che le leggi debbano essere scritte dalla magistratura e non dal parlamento; il secondo, perché vuole statalizzare l’economia; il terzo, perché incapace di capire che lo useranno strumentalmente; il quarto, perché ha “commesso omissioni”. Non ci si può infatti non chiedere come si sarebbero comportati Cossiga, Spadolini o Segni, in presenza di un caos politico come quello che si trascina dal 2018 ad oggi.

Poi, le nuove elezioni politiche. Che rischiano di subire le sorti delle regionali 2020, posticipate di mesi, anche a virosi “semispenta”.

         IL VIRUS, OGGI

Un’ultima nota sul virus, a metà Giugno. La penso come Remuzzi e come i Colleghi ospedalieri, che il virus l’hanno affrontato sul campo e non in laboratorio.

Il virus si sta spegnendo, grazie alla fortuna e ai clinici che hanno capito quello che doveva essere fatto, in corsia e fuori dalla corsia. Hanno agito “secondo scienza e coscienza”,  evitando di tergiversare, come invece avrebbero voluto OMS, ISS, Ministero Salute, Task force e compagnia cantando. Tutti soggetti che hanno in sostanza  detto che”non si dovevano usare quei farmaci e che bisognava aspettare gli studi controllati…”

Gli studi sono ancora in pista, e il virus sta scomparendo.

Oggi, in Veneto, 82 positivi ricoverati, di cui uno solo in terapia intensiva. Un quadro ben chiaro, alla faccia di chi vorrebbe che il virus “durasse anni”.  Noi siamo invece per l’ ”amen!”.

Stefano Biasioli
Primario Nefrologo in pensione