RIFLESSIONI AMARE sulla PANDEMIA e su QUESTA ITALIA

di Stefano Biasioli – martedì 28 aprile 2020

Il lungo discorso di Conte, domenica sera (ore 20.25-21.08, a televisione unificata) mi ha generato una rabbia che non provavo da anni. Un’incazzatura (il termine è ormai sdoganato, anche nelle buie sacrestie di questi mesi!) rincarata dalla successiva trasmissione televisiva di Giletti, tutta imperniata sull’invio a  domicilio di circa 40 mafiosi, per tutelarli dalla possibile infezione in ambito carcerario. Come se questo Stato non avesse strutture carcerarie moderne, con possibilità di isolare e curare i detenuti normali e non solo i mafiosi con il “15 bis”.

Ho passato una notte insonne e, alle 4 del mattino, ho scritto d’impulso quattro pagine pesanti, sì, ma piene di constatazioni veritiere. Pesanti, tanto pesanti che – prima di diffonderle- le ho girate a una mia amica, nota penalista romana, che – pur complimentandosi con me per le considerazioni fatte- mi ha consigliato di evitare “sicure querele”.

Per questo, ho messo il tutto in una pennetta, che contiene quanto da me scritto negli ultimi 12 anni, da quando sono andato in pensione. Parzialmente in pensione. E adesso, a mente raffreddata, riprendo i miei pensieri.

         PREMESSA DOVEROSA

         Per coloro che non mi conoscono, ricordo che – sul piano nazionale – ho avuto un ruolo abbastanza significativo, essendo stato al vertice di un sindacato nazionale medico (la CIMO) dal 1999 al 2009 e di una confederazione della dirigenza pubblica (CONFEDIR) dal 2008 al 2016. Non solo, ma dal 2010 a oggi faccio parte – con orgoglio- di quel CNEL, rivalutato pochi giorni fa dalla Meloni…. ma vituperato ingiustamente dal 99% della stampa e dal 60% dei cittadini, che non ne conoscono le funzioni e le azioni.

         Ho frequentato quindi gli ambienti politici romanie conosco i meandri della pubblica amministrazione centrale. Tanto da aver curato la pubblicazione di un volume dedicato alla “Dirigenza nella pubblica amministrazione”, un testo unico nel suo genere, adesso integrato dal volume scritto da Renzo Alessi sui “CCNL della P.A.“. Le riflessioni di oggi sono frutto di questa storia personale “pubblica”, costellata da  rari “successi” e molti insuccessi. Legati al fatto di essere: rappresentante dei medici ospedalieri, in un sindacato libero da condizionamenti politici, autonomo di nome e di fatto, coerente nella difesa della professionalità della categoria. Insomma, ho una “piccola storia” come sindacalista. Non certo come quella di Ruggeri, Ceo di un ramo della Fiat. Ma comunque una storia.

Ho fatto questa lunga premessa arrivare a dire che posso ora permettermi, a mente fredda, di esternare queste riflessioni, da uomo maturo e da cittadino consapevole.

CI MERITIAMO, noi cittadini normali, QUESTA ITALIA, così mal ridotta?

Questa domanda nasce da una constatazione. L’ennesima. La virosi attuale è stata affrontata, politicamente e normativamente, dal governo in carica con PROVVEDIMENTI INCOSTITUZIONALI e PASTICCIATI.

Che siano incostituzionali non lo dico io (medico nefrologo) ma eminenti costituzionalisti e magistrati. INCOSTITUZIONALI, perché? Ma perché la RECLUSIONE OBBLIGATORIA dei CITTADINI INNOCENTI è stata fatta non con leggi ordinarie (con la verifica e l’assenso parlamentare) ma con una caterva di D.P.C.M. (almeno 11), 2 decreti legge, 2 ordinanze del ministero della salute, 1 ordinanza del MISE, alcune delibere del Consiglio dei Ministri.

Ad altri, tra un po’ di tempo, fare la cronistoria di questa sequenza normativa.

RESTA UN FATTO, una CERTEZZA. Per tutelare noi italiani contro questa maledetta virosi, il governo Conte-bis non ha utilizzato il parlamento, come avrebbe dovuto e non ha fatto ricorso a leggi ordinarie (votate) ma a provvedimenti d’imperio del Presidente del Consiglio dei Ministri. Provvedimenti da Lui giustificati, di volta in volta, come frutto di: emergenza, consigli dell’OMS e di una non meglio specificata “TASK FORCE”, da lui nominata, con criteri personali e sconosciuti ai più! Per non citare i 475 tecnici…

Sia chiaro, da medici scafati quali siamo. Noi  siamo i primi a dire che questa virosi è stata maledetta:per la comparsa strana, per la violenza inconsueta, per la rapidità di diffusione, per i danni – molteplici e pesanti nel 30% dei ricoverati- causati da fenomeni di coagulazione diffusi in molti organi.

Virosi importante, che andava prevenuta nei limiti del possibile, mentre il Ministero della Salute ha colpevolmente perso il mese di gennaio senza assumere direttive idonee e senza coinvolgere i Presidenti delle Regioni, cui compete la gestione della salute.

Ci sarebbe stato tutto il tempo, allora, per varare una legge specifica sulla virosi, con norme attuative chiare e con la predisposizione di tutto l’armamentario necessario. Così non è stato, e ne prendiamo atto…

         NORME e LIBERTÀ

Si sono usati strumenti legislativi impropri (DPCM, circolari) per TOGLIERE LA LIBERTÀ ai CITTADINI, violando la prima parte della Costituzione. Obiettivo? La salute dei cittadini, bene primario. Ma la libertà individuale è altrettanto tutelata dalla Costituzione, pure come bene primario. Certo, in piena pandemia, le regole per la tutela della salute debbono essere varate, a livello nazionale. Ma con il supporto fondamentale del parlamento (legge) e non con violando le prerogative costituzionali e parlamentari, con l’uso e l’abuso di DPCM e circolari, che hanno avuto come unico supporto il parere (orale o scritto?) di quella sconosciuta TASK-FORCE, dalle competenze non chiare.

Non chiare perchése l’isolamento domiciliare poteva essere giustificato, per 70 giorni, anche dalle esperienze altrui (in altri Stati, nel mondo) oggi, l’ennesimo DPCM– quello del 26 aprile – è del tutto ingiustificato, dato l’andamento della pandemia in Italia e

in Europa. Nei fatti, il governo ha prolungato la fase uno, liberalizzando poco e mettendo pesantemente a rischio il futuro prossimo della nostra economia.

Sallusti l’ha, giustamente, definita “fase uno e mezzo”.

Certo, fino al 27 aprile ci sono stati: 200.000 infetti, 27.000 morti, 67.000 guariti.

È sparito un paese come Legnago (Verona) e l’infezione ha colpito gli abitanti di una media città. Tutto vero. Ho un grande rispetto della vita delle persone, per questo ho fatto il medico. Ma, ad oggi, l’infezione ha colpito (fortunatamente) lo 0,33% della popolazione e la mortalità media è del 13,5%. Con estrema variabilità di infezioni e di morti da Regione a Regione. Eppure, anche QUESTO ULTIMO DPCM norma tutto, come se non ci fossero differenze regionali della pandemia, legate al caso e alla differente strategia regionale di difesa.Ma, di questo, parleremo un’altra volta.

IL FATTO È che il DPCM del 26 Aprile congela tutta Italia fino all’inizio di Giugno. Rovinando l’economia italiana, perché il turismo, il piccolo commercio, le attività professionali, le piccole imprese familiari non riprenderanno. Già ora sono saltati migliaia di posti di lavoro (bar, ristoranti…), già ora ci sono stati alcuni suicidi, e la rabbia – privata e pubblica- sta diffondendosi.

         NORME e BUROCRAZIA

         C’è un problema di sostanza (democrazia, libertà, salute) ed un problema di forma.

Si, di forma, perché per avere idea di quanto questa REPUBBLICA ITALIANA FUNZIONI MALE basta prendersi la briga di leggere il testo di questo maledetto DPCM del 26 Aprile.

È l’ennesimo, clamoroso, esempio di come si scrivano le normative, in Italia. È l’esempio di una burocrazia romana, ingessata e immutabile, che non modifica la sua “mentis legiferandi”.Nel caso specifico, invece di scrivere semplicemente 2 righe di anamnesi (quello che è successo) si scrivono tre paginoni citando 21 normative precedenti. Invece di dare CRITERI GENERALI CHIARI ma VALIDI per TUTTI, si aggiungono 18 facciate di norme analitiche che fanno sorgere decine di dubbi interpretativi, rimandano spesso a ulteriori normative specifiche.

PREMESSA, FINALITÀ, DISPOSIZIONI, TEMPISTICA:  così va impostata una NORMA.

Qui, invece e come sempre: verbosità, regole analitiche e non a valenza generale, deroghe possibili, presupposti non chiari, incertezze interpretative.

Ma, soprattutto, INCAPACITÀ di INTERPRETARE IL REALE ANDAMENTO DELLA VIROSI, A LIVELLO REGIONALE.

Incapacità di capire che, nel Triveneto, la pandemia è attualmente ben diversa da quella lombarda e piemontese; che al Centro -sud la pandemia ha (fortunatamente) colpito meno rispetto al nord industriale, con grossi movimenti di persone e di cose. Incapacità di DARE REGOLE GENERALI e di LASCIARE ai GOVERNATORI l’EMANAZIONE di ORDINANZE con REGOLE REGIONALI SPECIFICHE.

No, non lo si è voluto fare, nell’errata presunzioneche l’attuale capo del governo sia un “CHURCHILL”, in grado di gestire la seconda guerra mondiale.

         E, allora, ben fatto e ben fa Zaia.Prendendo atto della grande risposta dei veneti alle regole sanitarie, ha deciso di intrufolarsi tra le norme nazionali, usando gli spazi lasciati dal “non scritto” e consentendo ai veneti un po’ più di libertà, di movimento e di lavoro. Norme scritte per favorire la ripresa dell’economia, senza abbandonare la vincente strategia veneta contro il COVID-19.

TRA CARICA, CARISMA e GESTIONE

C’è una bella differenza, tra questi termini.

Non è sufficiente avere una carica, per interpretarla in modo adeguato e corretto. Senza tema di querela, dico e scrivo che c’è una bella differenza tra il percorso politico e gestionale di Conte e quello di uno come Zaia.

         Conte è arrivato dov’è, per “grazia ricevuta”(la scelta grillina, poi rinnegata), senza mai essere stato votato dal popolo. Ha fatto il front-man di 2 governi contrapposti, senza un minimo di autocritica. Si definisce un genio della politica (CHURCHILL) e “la bandiera dell’Italia in Europa”(26/4/20, in TV), non ammette sbagli. Non ringrazia gli italiani per le sofferenze che patiscono, non ringrazia i sanitari per lo sforzo terapeutico, non celebra i morti, si tratti sia dei cittadini comuni che dei sanitari. Anzi, impedisce funerali normali, chiude le Chiese, togliendo ai cattolici (il 16% degli italiani) il DIRITTO AI SACRAMENTI. Una cosa inaudita: in questi mesi la Chiesa è tornata al tempo delle catacombe. Con il benestare del Papa, fino a oggi.

Potremmo continuare, ma che l’uomo Conte sia inadeguato al ruolo, è evidente.Non ci si improvvisa capi di governo senza aver fatto prima politica, a livello comunale, regionale e nazionale. La logica grillina è senza senso e Noi purtroppo ne paghiamo le conseguenze.

ZAIA, invece.Sia chiaro che, in passato Zaia ha fatto – secondo chi scrive -parecchi errori, personali e assieme a Galan. Errori politici, senza mai approfittare del ruolo per fini personali.

Ma da Gennaio ho rivalutato ZAIA, perché ha dimostrato di essere un politico di razza. Ha gestito benissimo questa crisi, mettendoci quotidianamente la faccia, assumendo decisioni coraggiose, basate sul parere di pochi esperti, in primis il Prof. CRISANTI. Un medico serio e responsabile. Zaia ha deciso, ha tutelato la salute dei veneti ma ha anche capito che, se l’economia veneta crolla, essere vivi conterà poco, per molti veneti.  Ed era arrabbiato di brutto, il Governatore veneto, lunedì 27 aprile, mentre commentava le decisioni di Conte.

SPILUCCANDO TRA LE RIGHE del DPCM 26/04/20

Pochi l’hanno notato. Art.1, punto r) del decreto. Testuale “….SONO SOSPESI I CONGEDI ORDINARI del PERSONALE SANITARIO e TECNICO; nonché del personale 

le cui attività siano necessarie a gestire le attività richieste dalle unità di crisi costituite a livello regionale”.

         SOSPESI i CONGEDI ORDINARI?

         Questi si stanno facendo un “mazzo” da 70 giorni e Tu, Conte, gli blocchi i CONGEDI ORDINARI? Si sono massacrati in turni infernali, si sono infettati, hanno rinunciato ad una vita familiare… e TU gli blocchi i congedi ordinari.

“Conte, ma dove vivi? A Palazzo Chigi tra lustri e lustrini, tra comodità e servizi, e TU blocchi i congedi ordinari dei sanitari e di tutti gli altri, attivi sul campo?”

Non continuo, per evitare querele. Ma concludo chiedendo a CONTE.

“Perché in tutti questi mesi non hai varato una LEGGE (LEGGE) che COPRA I SANITARI DALLE AZIONI LEGALI CONTRO IL LORO OPERATO, cause già in atto e che saranno moltissime in futuro, una volta che si sia smesso di considerarli eroi?”

Siamo in Italia. E, per finire, un’altra domanda: “per i sanitari colpiti, le MORTI e le INFEZIONI causate dal COVID saranno considerate INFEZIONI e MORTI DA LAVORO o NO ?”

Ah, saperlo e normarlo !
Ad majora,

Stefano Biasioli
Medico in pensione

Potete scaricare tutto l’articolo in PDF direttamente da qui

FASE DUE: DELIBERARE SENZA CONOSCERE – il commento di Pennisi

 di Giuseppe Pennisi

Una massima molto nota di Einaudi è conoscere per deliberare. Ciò è particolarmente pertinente adesso dato che occorre iniziare, dopo circa due mesi di lockdown, una fase di graduale e progressiva riapertura, tenendo conto di tutte le cautele da prendere quando si combatte con un nemico invisibile di cui tanto poco si sa.

Ciò ha aspetti etici, medici, economici, finanziari e manageriali. Si è molto discusso dei primi quattro aspetti nella fase di preparazione del Dpcm (Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri) sul nuovo avvio alle attività di impresa e non solo. Gli aspetti etici riguardano essenzialmente il senso di responsabilità mostrato dagli italiani durante il lockdown; le valutazioni – credo- convergano. Gli aspetti medici pertengono alle probabilità che “con la riapertura” il contagio del virus riprenda con la violenza e perniciosità di solo qualche settimane fa: anche in questo campo c’è un buon grado di convergenza che spinge alla cautela. Quelli economici riguardano la grave crisi della produzione, dei redditi, dell’occupazione e dei consumi in corso: le stime del Fondo Monetario Internazionale e del Governo italiano sono abbastanza simili e dipingono un futuro molto triste. Quelli finanziari pertengono, da un lato, alle difficoltà di migliaia di imprese a continuare ad operare, e, dall’altro, al crescente dubbio sulla sostenibilità di un debito pubblico che nel 2021 rischia di superare il 170% del Pil.

Poco si è parlato degli aspetti manageriali. Almeno in Italia. Una grande società di consulenza internazionale, la Arthur D. Little (creata nel lontano 1886 e con rami in tutto il mondo) ha condotto un’indagine delle reazioni decisionali alla crisi del coronavirus basate su colloqui con 25 amministratori delegati di imprese delle telecomunicazioni, dei trasporti e dei servizi pubblici a Singapore, in Corea ed in Italia. E’ un lavoro la cui consultazione è, ovviamente, ristretta ma da cui, se lo si legge, si traggono utili implicazioni anche e soprattutto per chi ha funzioni e responsabilità politiche. Una delle conclusioni può sembrare ovvia: i manager asiatici erano meglio preparati perché avevano avuto l’esperienza con l’epidemia di SARS nel 2002-2203. L’altra è meno ovvia: quale che sia il settore e quale che siano il continente ed il Paese, è aumentata l’avversione al rischio e la comprensione che ora si fosse chiamati a decidere non in base a stime probabilistiche ma in condizioni di incertezza (ossia senza potere stime affidabili del quadro di riferimento e della principali determinanti).

E’ il nodo centrale della politica, in Italia a livello sia nazionale sia regionale. Per diversi anni mi sono interessato di questo tema. In materia, ho pubblicato due libri – uno con Pasquale L. Scandizzo nel 2003 ed uno con Stefano Maiolo nel 2016- e diversi articoli su riviste scientifiche internazionali (uno anche su un trimestrale in lingua araba). Ho insegnato la materia alla Scuola Nazionale d’Amministrazione sino a quando, dopo essere andato a riposo per limiti d’età, due direttori dell’istituto decisero – credo in condizioni di “notte e nebbia”, ossia di totale incertezza – che non si trattava di tema utile per i dirigenti pubblici. Ritengo, quindi, di potere avere qualche titolo per parlarne.

In breve, ci sono metodologie, più o meno raffinate e più o meno complesse, per decidere su politiche pubbliche ed anche su singoli investimenti o misure pubbliche in condizioni d’incertezza. La loro applicazione richiede dati ed analisi a volte molto approfondite ma si possono anche applicare scorciatoie.

Tuttavia, una volta presa la decisione (e datosi, se del caso, un margine più o meno ampio per modificarla se appare sbagliata) ci vuole una linea di comando chiara ed una comunicazione trasparente, senza la circolazione di bozze, voci, spifferi e quant’altro. Naturalmente, chi ha la responsabilità di decidere consulta esperti, consiglieri e consigliori tanto quanto ritiene, ma tutti costoro devono restare invisibili e muti. Perché la responsabilità è unicamente del decisore. Unicamente così si infonde agli altri fiducia, elemento essenziale se si è in condizioni di incertezza.

In questi giorni, gli italiani hanno visto due approcci totalmente differenti alle decisioni in campo di graduale e progressiva riapertura dell’economia e della società in condizioni di incertezza: quella del Presidente della Regione Veneto (che non conosco- da dieci anni i miei viaggi in Veneto sono unicamente per rapide serate al Teatro La Fenice o al Palazzetto Bru-Zane- Centre de musique romantique française) e quella del Governo nazionale.

 La prima è stata semplice, lineare e trasparente; “i consiglieri del Principe” sono stati – come è d’uopo- senza volto e senza parola. La seconda è stata una confusa saga (un mini Trono di Spade) in cui tutti (politici e consulenti) parlavano sui giornali ed in televisione sostenendo le tesi più varie e più contraddittorie. All’iniezione di fiducia data in Venuto, è corrisposta una dose di sconforto a livello nazionale. Come se non bastasse il coronavirus a darci preoccupazione.

Einaudi aveva altre due massime pertinenti alla situazione: dove sono troppi a comandare nasce la confusione e altro è comandare una cosa, altro è ottenere che si faccia.

NELLA SEZIONE  “Leggi e Decreti”  di questo sito, potete trovare il DCPM  del 26/04/2020 con relativi allegati diviso in 5 file.

STATISTICHE COVID: DATECI i FLUSSI dei PAZIENTI!

di Stefano Biasioli – domenica 26 aprile 2020

A proposito delle statistiche sul Covid-19

CARI TUTTI,

eccoVi altre riflessioni, basate sui numeri Veneti.

In queste settimane di clausura obbligata abbiamo speso ore del nostro tempo nel registrare minuziosamente i dati “regalatici” quotidianamente dalla protezione civile e dalla Regione Veneto.

Più passavano i giorni, più abbiamo capito che il protocollo operativo della Regione Veneto rappresentava un unicum operativo e scientifico, all’interno della pandemia italica.

Con la costanza tipica del Capricorno abbiamo compilato tabelle e grafici, partendo dai dati quotidiani ufficiali, in Veneto.

Abbiamo verificato che mancano i dati SUI FLUSSI dei MALATI , dal domicilio all’ospedale e ritorno. Per questo, abbiamo cercato di passare dai dati “bruti”, relativi a 44 giorni ,ad alcuni elementi  ulteriori.

  • INFETTATI TOTALI (valori medi) = 10.369
  • INFETTATI  ATTUALI (media)= 7.975
  • POSITIVI A DOMICILIO (media)= 6.448
  • % INFEZIONI/TAMPONI FATTI  (media)= 8,71 (valore top= 10%, valore minimo=5%)
  • PAZIENTI in TERAPIA INTENSIVA (media)= 251
  • Il numero massimo dei ricoverati si è realizzato alla fine di marzo, mentre le dimissioni hanno prevalso sui ricoveri dal 30 marzo in poi.
  • Movimento medio dei ricoveri = 21,92 pazienti/die x 41 giorni ; valore top il 21 marzo (+241) e down il 25  aprile (-65 degenti).
  • La % dei guariti è passata dal 7% iniziale al valore attuale del 36,6% (media=24,31%)
  • DECESSI: 627 morti/die per 42 gg.
  • La mortalità media è del 6,46% con valore massimo in data 24/4 (7,4%) per l’inclusione dei decessi nelle case di riposo.

Potremmo continuare, ma ci fermiamo qui.

Pensiamo che, anche in previsione di possibili recidive autunnali, sia importante avere una idea dei FLUSSI dei PAZIENTI da e per l’ospedale.  Più chiaramente,

  1. Qual’è la percentuale di pazienti che passa dal domicilio all’ospedale?
  2. Qual è la % di pazienti che passa dalle malattie infettive alla terapia intensiva?
  3. Qual è la mortalità degli infettati : a domicilio, nelle malattie infettive ,in terapia intensiva, case di riposo ?
  4. Quale è stata la terapia fatta a domicilio ?
  5. Quale è stata la terapia fatta sui ricoverati? Quanti sono stati trattati con cortisone, eparina, plasma, terapie sostitutive (ECMO, DIALISI di diverso tipo ), idrossiclorochina, “azetumab” vari…?

CONCLUSIONE

Dagli esperti, utilissimi nel “caso veneto” ma poco utili in altre regioni o a livello governativo (come asseverato dalla precarietà dei DPCM governativi e dalle dissonanze tra le varie ordinanze regionali) ci aspettiamo, a breve, una interpretazione seria sui flussi dei malati.

Non abbiamo voluto cimentarci sui dati nazionali o delle altre regioni, per non essere accusati di partigianeria. E allora, lo chiariamo.

Facciamo queste domande perché da queste risposte potrà nascere il protocollo veneto contro la possibile recidiva e la scelta della priorità terapeutica nei diversi livelli operativi: casa, ospedale, case di riposo.

Non solo, ma da queste risposte dovrà poi essere allestito il MAGAZZINO SANITARIO VENETO, da parte dell’Azienda ZERO  nonché modificato e attuato il prossimo assetto delle strutture ospedaliere e territoriali , contro la prossima virosi. 

Stefano Biasioli
Medico in pensione

COVID-19: ERRORI – OMISSIONI – IPOTESI

di Stefano Biasioli – domenica 26 aprile 2020

  • L’epidemia non parte a Gennaio ma molto prima (Stefano Merler, esperto di modelli matematici della Fondazione Bruno Kessler, conferenza stampa ISS di venerdì 24/04/20; La Verità del 26/4, pag.4).
  • 20/02/2020, giorno del paziente 1 a Codogno …ma c’erano state almeno 90.000 persone infettate prima del 20/02, con polmoniti “strane”, in Italia.
  • PECHINO ha notificato all’OMS casi di “polmonite di eziologia sconosciuta” solo in data 31/12/19, ma il problema era già iniziato a Novembre 2019.
  • Il giorno 5/01/20, l’OMS pubblica un primo avviso,facendo presente che però “non ci sono prove di trasmissione interumana”.
  • Il 11/01/20, l’OMS vara le PRIME LINEE GUIDA sui casi sospetti…”..ad essere testati per il coronavirus dovrebbero essere tutti i soggetti con SARS (sindrome con sintomi respiratori gravi), bisognosi di ricovero…nonché con anamnesi positiva per viaggi a Wuhan nei 14 gg precedenti o essere sanitari entrati a contatto con soggetti con sintomi SARS… o avere un decorso clinico strano e grave…nonostante le cure, a prescindere dal viaggio…”.
  • 12/01/2020 il MINISTERO della SALUTE vara una guida provvisoria per la… ”Gestione clinica della infezione respiratoria acuta grave, nei casi di sospetta infezione da nuovo coronavirus (nCov)…”.
  • Al punto “c” della guida è previsto che ogni paziente con sindrome respiratoria acuta (e non solo quelli con legami con la Cina) venga trattato come possibile infettato.Ovvero: “…triage separato in ospedale..” perché …”il precoce riconoscimento dei pazienti sospetti consente l’avvio tempestivo del piano di prevenzione e controllo….”.
  • Il 15/01/2020 l’OMS aggiorna la definizione di caso sospetto, sganciandosi dal quadro respiratorio e aggiornandolo con il criterio relativo a DECORSO INSOLITO e INASPETTATO, con improvviso aggravamento.
  • Il 22/01/20, viene emessa una CIRCOLARE del MINISTERO della SALUTE, che ricalca gli indirizzi dell’OMS. Ma il ministro Roberto SPERANZA è scettico e richiede chiarimenti. Deve aver pensato che : ”La Cina era lontana…”
  • Il 25/01/20, l’OMS ribadisce i criteri del 15/01/20.
  • A FINE GENNAIO, gli esperti del Ministero della Salute (Andrea Urbani, in primis + ISS + Direzione dello Spallanzani) elaborano un documento (restato top-secret !) che ipotizzava che la virosi potesse infettare oltre 600.000 italiani, causando parecchie decine di migliaia di morti.
  • Il 14/02/20 il PRESIDENTE dell’ISS (Silvio Brusaferro) rassicurava (!) gli italiani, affermando: ”…il virus non circola in Italia…”
  • Il 27/02/20, il MINISTERO SALUTE (circolare 2302) elimina il riferimento alle casistiche più generiche, limitando la segnalazione ai soli soggetti affetti da SARS e con storia di viaggio in Cina oppure con contatto con soggetti malati o sospetti di malattia…
  • Il 28/02/20 l’OMS farà altrettanto.
  • Nei giorni successivi, in Italia, aperitivi sul Naviglio, visite alle scuole cinesi, appelli a non chiudere le città… Attacco a Zaia per“le frasi razziste contro la Cina e per la proposta di blocco e quarantena per chi ritorna dalla Cina, per vie dirette o indirette..”.
  • Il 22/02/20, il MINISTERO SALUTE (circolare 5443) invita a valutare …” le persone che manifestano un decorso clinico o inaspettato, soprattutto un deterioramento improvviso, nonostante un trattamento adeguato (! NdR), senza tener conto del luogo di residenza o della storia di viaggio, anche se è stata identificata un’altra eziologia che spiega completamente la situazione clinica…”.
  • INCERTEZZE e RITARDI su RITARDI, mentre la virosi (diventata nel frattempo pandemia, secondo la OMS) aveva già colpito centinaia di migliaia di italiani.
  • Un criterio prudenziale che, se adottato fin da gennaio, avrebbe cambiato il decorso della pandemia in Italia, evitando migliaia di morti, decine di migliaia di italiani sequestrati in casa, il disastro economico.

POCHE CIFRE

15/03/2020: in ITALIA, 21.747 infettati; 1.672 soggetti in terapia intensiva; 2.158 morti.

Da allora, una catastrofe per decessi, costi sanitari, caduta del PIL, blocco della normale vita individuale e lavorativa.

25/04/20: in Italia, 195.351 infettati; 26.384 morti; 63.120 guariti, dopo un periodo di cure di almeno 4 settimane.

QUADRI CLINICI

Nel corso di questi mesi ci si è accorti che:

  1. la virosi non colpisce la fascia 0-6 anni;
  2. colpisce maggiormente i “senior”, ossia gli over 65 anni;
  3. colpisce 3 volte di più i maschi rispetto alle femmine;
  4. ha un’incidenza diversa tra Nord e SUD. Inoltre, al Nord, alcune Province sono significativamente meno colpite di altre, anche se si calcola l’INCIDENZA dell’INFEZIONE per MILIONE di ABITANTI. Ad esempio, in Veneto, Rovigo ha un’incidenza di virosi di circa 1/3 della media regionale e di ¼ rispetto a Verona;
  5. questa virosi è diversa dalle altre perché la comparsa di IgM (anticorpi precoci) e di IgG (anticorpi tardivi) è, in essa, praticamente coincidente. Non solo ma finora non si sono ricavate certezze sulla durata della “protezione anticorpale”, ammesso che esista. Ormai sono noti casi di recidive a breve distanza dalla guarigione dichiarata;
  6. la virosi non produce solo un quadro polmonare “tipico” (polmone spesso, polmone sottile, grave alveolite; gravi deficit ossigenativi) , ossia una lesione classica da eccessiva produzione di IL-6 (interleuchina 6), ma un quadro compatibile con una coagulazione intravascolare disseminata, portando – nei casi più gravi – al trattamento con tecniche extracorporee (ECMO, emodialisi extracorporea o tecniche sostitutive varie….in USA, nel 25% dei casi), anche implicanti l’uso di cartucce adsorbenti l’IL-6.
  7. Norme governative spesso emanate con DPCM, abusando dei poteri di un Capo del Governo, violando le prerogative costituzionali, la democrazia parlamentare e i diritti individuali garantiti dalla Costituzione (parte prima).
  8. Per questo, 735 medici – iscritti all’AMPAS (Associazione per l’alimentazione di segnale) – hanno, su questi aspetti di anticostituzionalità- inviato una lettera denuncia al governo Conte. La lettera esprime anche una forte preoccupazione sui possibili conflitti di interesse tra le centinaia di esperti governativi e le case farmaceutiche…

Nel frattempo, pochi stanno guadagnando in tempi di pandemia: chi produce prodotti sanitari anti-infezione, chi gestisce le telecomunicazioni, Amazon, e-Bay e similari.

E chi guadagnerà, dopo?  Il solito Bill Gates, salvo che la produzione e la diffusione del vaccino venga da Lui promossa/prodotta e garantita a costo zero per NOI !

 Stefano Biasioli
Medico in pensione

ZAIA RIAPRE !

Fondamentale, quella di oggi, conferenza stampa di Zaia e del suo staff, a Marghera.

Zaia ha annunciato un varo (dalle ore 15 di oggi) di una ORDINANZA che consentirà, da subito, una serie di ATTIVITÀ, con il rispetto delle regole attuali (mascherina, guanti, distanza).

Sono 10, le ATTIVITÀ CONCESSE:

  1. Vendita di CIBO d’ASPORTO
  2. Cartolerie, librerie, negozi per bimbi;
  3. LAVORI PUBBLICI, consentiti non sulla base dei codici ATECO ma delle categorie: opere d’arte, sottosuolo, dighe, autostrade, lavori marittimi, bonifiche, demolizioni, boschi..;
  4. ATTIVITÀ di EDILIZIA su patrimonio esistente (manutenzione ordinaria e straordinaria);
  5. LAVORI AGRICOLI per AUTOCONSUMO, con eliminazione dei blocchi comunali;
  6. FIORERIE: vendita di fiore. piantine e semi a tutti;
  7. TAGLI BOSCHIVI per autoconsumo e necessità;
  8. ACCESSO ai CIMITERI (con le consuete regole di protezione) con invito ai sindaci veneti di  revocare le ordinanze comunali di chiusura;
  9. ATTIVITÀ ARTIGIANALI su BARCHE e DARSENE;
  10. I MERCATI-MERCATINI continuano ad essere consentiti solo per la parte alimentare , per le “piantine” e per i vestiari dei bimbi.

APERTURA SI’….MA…

Si tratta di una “….apertura vincolata al permanere del SENSO di RESPONSABILITÀ che i veneti hanno sinora dimostrato e basata sull’andamento della infezione: -393 ricoveri ospedalieri e -115 letti occupati dai pazienti COVID in terapia intensiva, dal 13 Aprile ad oggi !….”

Non solo, ma Zaia ha annunciato che – nei prossimi giorni – varerà un provvedimento per garantire la gestione dei minori (0-6 anni) in plessi vuoti, in fattorie didattiche, in spazi liberi e controllati…

A precisa domanda, il Governatore del Veneto ha poi detto che i POLIAMBULATORI PRIVATI potranno riaprire dal 4 Maggio  2020.

Insomma, poche chiacchiere e tanti fatti.

Questa e la gestione “ZAISTA” (non zarista) della REGIONE VENETO, in tempi di COVID-19.

Meditate, gente, meditate !

Stefano Biasioli

pubblicato di StartMag.it oggi 24.4.20

Quarantena – Dubbi di costituzionalità… Prof. Michele Poerio

EMERGENZA COVID-19 DUBBI DI COSTITUZIONALITÀ

Nella fase 2 dell’emergenza si ventila l’ipotesi discriminatoria nei confronti degli

over65-70enni secondo cui a questi soggetti (circa 14 milioni) verrebbe irrogata la pena (è la giusta definizione) degli arresti domiciliari fino a dicembre prossimo.

In Francia è stato proposto ufficialmente da un consulente scientifico del Presidente Macron tale Jean François Delfraissy. Saranno compresi anche i giovani con patologie gravi e gli obesi, ha aggiunto un ministro.

Da parte sua la Presidente della Commissione europea Ursula Von der Leyen in una intervista al quotidiano tedesco Bild non solo ha invitato gli italiani ad “aspettare a prenotare le ferie”, scatenando l’ira di Vittorio Sgarbi che l’ha definita “una totale depensante”, ma ha proposto anche di prolungare il lockdown degli anziani alla fine dell’anno.

Francamente preferisco la Ursula Von der Leyen del 31 marzo quando ha dichiarato “l’Unione europea è fondata sui valori di libertà, di democrazia, di Stato di diritto e di rispetto dei diritti dell’uomo. Questi valori ci sono comuni. Noi dobbiamo rispettarli e difenderli anche in questi tempi difficili”.

Ma come conciliare – gentile signora Ursula – questi valori con le sue dichiarazioni di cui sopra?

Evidentemente è stata influenzata da Terenzio che a suo tempo scrisse “Senectus ipsa est morbus” (la vecchiaia stessa è una malattia).

Ma a distanza di qualche migliaio di anni può essere ancora valida una tale affermazione?

Nell’ultimo Congresso nazionale di Geriatria e Gerontologia è stato sostenuto che un 75enne di oggi ha la forma fisica e cognitiva di un 55enne del 1980 e il 65enne ha la forma fisica e cognitiva del 40-45enne del 1980… continua a leggere l’articolo Prof- Michele Poerio

MEDITAZIONI sul COVID e sul POST-COVID

di Stefano Biasioli – martedì 21 aprile 2020

Per certe cose mi riconosco in quel signore che, partito come operaio in una famiglia operaia di Torino, ha finito la sua carriera come Ceo di uno dei grossi gruppi della Fiat, quello del settore agricolo.

Costui, nei vari pezzi che scrive, ricorda sempre le sue origine e la sua diffidenza contro gli attuali Ceo delle grosse multinazionali, incluse quelle della finanza e dell’informatica.

Chi scrive è invece “partito” da una famiglia della media borghesia (padre ingegnere edile e madre insegnante di lettere), devastata nel suo essere e nelle sue potenzialità dalla morte sul lavoro del padre, scomparso a 38 anni per l’esplosione di una mina. È stata definita la tragedia di Carisolo (12/10/1950): 6 morti in galleria. Papà e altri 5 poveri tecnici. Mamma è rimasta sola, con cinque figli: il più grande (il sottoscritto, di 7 anni) e il più piccolo di 7 mesi. La vita di noi fratelli è stata devastata da quella morte, per cui  abbiamo dovuto lottare per avere “un posto al sole”.

Questa lunga premessa mi serve per dire che “la teoria è ben diversa dalla pratica”. In  teoria, una tranquilla vita borghese per noi 5 figli. In pratica, una vita vissuta “combattendo” (costante impegno, in tutto) fino alla conquista di una “normale serenità” professionale e familiare.

TEORIA o PRATICA ?

In tempi di Covid vale di più la teoria o la pratica ?

In altri termini, dobbiamo ringraziare gli epidemiologi che sono riusciti ad impostare (dopo le ovvie incertezze iniziali di fronte ad un virus STRANO) un corretto percorso PROTETTIVO per la gente.

Isolamento del focolaio iniziale (si pensi a Vo’ Euganeo), tamponi a tutti in contatto degli infetti, percorsi chiari e separati: assistenza domiciliare per le forme minori, assistenza ospedaliera per i sintomatici più gravi.

All’interno degli ospedali, ZONE COVID e NON-COVID, potenziamento delle terapie intensive, blocco quasi totale dell’attività ospedaliera ordinaria, escluse le emergenze.

Scelte ottimali, pur nella gravità dell’infezione, causata da un VIRUS STRANO, da un virus nato “perfetto”, in grado di contagiare da subito centinaia di migliaia di persone.

A memoria personale, non ho ricordi di altre situazioni analoghe.

Invece altre parti di questa storia sono meno condivisibili: le controversie sulle terapie, apertis verbis, in TV e sui social, che dimostrano l’ignoranza della medicina attuale (quella teorica) e la pretesa di alcuni di essere i depositari della verità. Non faccio cognomi, per carità di patria. Ma la medicina accademica ne uscirà a pezzi, alla fine.

Dall’altra parte, i medici ospedalieri. Uno sforzo immenso, con una tragedia sanitaria imprevedibile: è scomparsa una piccola città italiana (ad esempio, equivalente a quella Di Legnago), sono scomparsi circa 130 medici e un numero equivalente di sanitari.

Con un carico di lavoro imponente non solo nelle terapie intensive (30% dei casi, al top della pandemia) ma anche – e soprattutto – nei reparti di malattie infettive e nelle pneumologie.

Sono stati definiti “eroi”, salvo poi aggredirli (siamo in Italia) con le solite denunce di malpratice.

Una guerra? Quasi una guerra, combattuta con armi spuntate… analoghe a quelle della spagnola del 1917.

Isolamento, mascherine, sequestro domiciliare.

Mascherine assenti o carenti (ma non dovevano esserci i magazzini pieni, alla CONSIP?); criticità analoghe per camici, guanti, disinfettanti …..

Non parliamo poi dalla scarsezza dei “presìdi medici”: dalle maschere per l’ossigeno al resto (ultravioletti, mezzi di sanitizzazione..etc. etc.).

E i farmaci contro il virus?

Nuovi farmaci, con azione tutta da dimostrare, scarsi come numero di pezzi e diffusione. Farmaci da non poter usare serenamente, per assenza di BOLLINATURA da parte della BUROCRAZIA SANITARIA, AIFA-ISS-OMS e compagnia cantando.

Sono partite delle sperimentazioni, il cui risultato sarà noto tra mesi…

E, intanto? Intanto i medici ospedalieri si sono arrangiati e – protocollo o non protocollo, farmaci label o non label – hanno usato tutto quello che avevano sottomano e che l’esperienza loro consigliava.

Benissimo fare i tamponi a centinaia di migliaia di potenziali infetti ed infettanti.

Benissimo e fondamentale. Ma, quale cura, prima -durante-dopo l’arrivo in ospedale, e il passaggio agli infettivi o in terapia intensiva (70-30% in fase critica, in Veneto) ??

Allora i medici ospedalieri, si sono ingegnati, leggendo e rileggendo la letteratura e utilizzando l’esperienza clinica come guida.

Strana, questa virosi. Una malattia multiorgano, variegata nelle sue espressioni.

Non solo grave-media insufficienza respiratoria ma anche encefalopatia, insufficienza renale acuta, patologia da coagulazione intravascolare, miocardite….

E, tutto, soprattutto, in pazienti cronici: ipertesi, cardiopatici, obesi…Maschi e donne (rapporto 3:1) soprattutto over 65 anni…

Terapie usate? Alla fine della storia, “qualcuno” cercherà di fare il riassunto dell’armamentario terapeutico usato.

Idrossiclorochina, anti-scabbia, ventilazione in posizione supina, Ivermectina; eparina; infusione di plasma dei soggetti guariti; ECMO; plasmaferesi o tecniche adsorbitive della interleukina 6…

Mentre “i teorici discutevano e allestivano protocolli a futura memoria”, la pandemia veniva curata dagli ospedalieri.

Si, DAI MEDICI OSPEDALIERI, con LA PRATICITÀ dei MEDICI OSPEDALIERI.

Gli studi controllati ci diranno quale sia il farmaco ideale, nelle forme lievi e nelle forme gravi. Ma, intanto, 45.000 persone sono guarite, con la terapia fatta ORA!

Vedremo i risultati degli studi controllati. Vedremo se ARRIVERÀ il VACCINO…

Ma ARRIVERÀ UN VACCINO ? Vi ricordo che non è mai stato “creato” un vaccino anti-HIV. E, questo virus, è un virus strano, troppo potente fin dall’inizio e molto mutante….

DOMANDE FINALI

Gli esperti nazionali ci stanno ossessionando con la possibile recidiva della virosi in autunno e con l’assenza di una persistente immunità, in chi è stato colpito in questi mesi.

Benissimo, anzi malissimo. Conviveremo con mascherina e guanti, limiteremo la nostra libertà…. ma per quanto tempo ?

E che ne sarà dell’economia italiana ?

Come faremo in autunno, alla comparsa della solita influenza autunno-invernale, a capire se saremo colpiti-ricolpiti dal Covid-19 o dalla influenza “standard”?

Faranno il tampone a centinaia di migliaia di Italiani? Torneremo a fare 70 giorni di clausura domiciliare come ora?

Illustri virologi, avete pensato a questo? Ve lo chiede un “medico pratico”, che ha passato la sua vita dai primordi della dialisi fino alle tecnologie dialitiche attuali. Sporcandosi spesso le mani, tra tubi, pompe, soluzioni dialitiche e filtri… Contento di farlo, perché sapeva di essere utile a qualcuno…

Stefano Biasioli
Primario Nefrologo, in pensione.

RIFLESSIONI sul VIRUS e sul DOPO-VIRUS

Articolo di Ettore Fasciano

Ciao TUTTI !

Questo virus è arrivato per cambiare il mondo, vedi, io sono nato durante l’ultima guerra e fin da piccolo ho sempre sentito dire che la Terza Guerra Mondiale probabilmente avrebbe decimato la gran parte della specie umana.

Penso che ci siamo arrivati e non ce ne siamo nemmeno resi conto: la differenza è che io, nella mia innocenza infantile, credevo che sarebbe stata una lotta fra qualche paese ricco, contro un altro paese ricco, alla ricerca di qualche ricchezza ancora maggiore. Che questi paesi avrebbero inventato bombe terribili  e con tutta la loro forza bellica avrebbero dimostrato chi era il più forte… ho sbagliato… ho sbagliato di grosso…

Ho scoperto che il paese più forte in questa terza guerra mondiale, non è chi ha più armi da fuoco. Così come, devo dirlo, (e mi perdoni il grande Einstein), che anche lui ha sbagliato, quando ha previsto che la terza guerra mondiale sarebbe stata guerreggiata con i bastoni. Lui, ovviamente, come me bambino, pensava ad una guerra classica, con le armi, appunto, da guerra…

Il paese più forte, non è chi ha investito in forza bellica, o in armamenti nucleari. Il paese che vincerà, in questa guerra attuale, è quello che ha saputo investire nella scienza, nella salute e nella sua infrastruttura ospedaliera, perchè questo nemico non muore per un tiro di schioppo, questo nemico è invisibile.

Ma di una cosa, io avevo ragione… molti moriranno.

Questa guerra sta qui per invertire i valori. Vedi, il petrolio; se n’è abbassato immensamente il consumo; non vale quasi più niente; non è più l’oro nero, come sempre l’hanno chiamato… l’oro, oggi, è in un gel,  è trasparente… e serve solo per disinfettare.

Supermercati chiusi, negozi deserti. Perché comprare, se nessuno vedrà le nuove scarpe comprate nel negozio caro, proprio nel giorno del lancio di moda della collezione autunno-inverno? Automobili  nuove che non escono dai garages. Cancellazioni di prenotazioni di viaggi. La Disney ha perso il suo fascino, e il Donald (no, non Duck, questa volta è il Trump), adesso finalmente, chiede che gli americani restino in casa.

In tutte le lingue la parola più pronunciata è propro questa: “casa” …  la quale acquista un nuovo significato, al di là della dimora, diventa “riparo”.  

La muraglia cinese non ha impedito che il virus si espandesse. Abbiamo lasciato tutto il lavoro sul tavolo e improvvisamente, da un giorno all’altro, tutto si è femato… ho la sensazione che non mi sono salutato con nessuno…

Sto pensando che io non posso perdere nessuno, e nemmeno di andarmene via da questo mondo senza salutare. 
Sarà che ho abbracciato abbastanza?  Non so se lo si farà ancora, dopo…

Sarà che ho detto a tutti quanto li amo? Non so… 

Questa guerra mi ha lasciato senza terra sotto i piedi. Verità tanto ovvie che appaiono e rompono ogni paradigma. 

È stato necessario che il mondo si fermasse e il virus minacciasse la nostra sopravvivenza perchè i genitori percepissero che l’educazione si fa in casa. E che le scuole sono centri di socializzazione.  Che insegnare non è facile e che gli insegnanti sono molto più eroi di quelli che mostra il cinema.  
Che i nostri miti stanno negli ospedali, con le mascherine e in condizioni precarie di lavoro e non negli schermi cinematografici o negli stadi.
Se tu hai imparato dalla saggezza dei più vecchi, fortunato te!  Il mondo dopo questo tsunami sarà più giovane, con meno rughe, e meno saggio… o forse la saggezza risorge in questo tempo, affinchè serva a farci capire che i viaggi sono stati cancellati, perché il grande viaggio che deve essere fatto è da farsi dentro di noi stessi.
Quindi capisci che l’importante non sono i costi, ma i valori.
Fa che questa guerra ti serva per rivedere i tuoi concetti, per capire che ricco è il lavoratore, senza di lui non c’è ricchezza.
Senza l’uomo, la natura è più felice e il cielo più blu?
Tuttavia gli amici possono usare la tecnologia per rendersi più prossimi;  non esiste distanza per coloro che si amano. Oggi si può vincere questa guerra restando sul divano, ed è una benedizione che sta nelle tue mani.
La tua casa è la tua trincea e in questa terza guerra mondiale la granata più potente nelle tue mani  è il sapone e l’acqua.
E quando tutto questo passerà, ripensa a questa quarantena e vedrai che era solo il tempo di gestazione di cui avevi bisogno per rinascere.
Quindi, ancora un abbraccio, forte, da amico
Ettore Fasciano
(Un amico di gioventù dei Fratelli Biasioli, a Verona).