SOLO in ITALIA

Stefano Biasioli, 28 aprile 2022

Solo in Italia, rispetto al resto del mondo conosciuto, può accadere che venga nominato ministro della salute un politico eletto con poche migliaia di voti, capo di un partitino comunista. Solo in Italia può avvenire che un tale individuo (privo di nozioni economiche e di esperienze gestionali nel mondo reale) venga messo a gestire una INDUSTRIA qual è quella della SANITÀ ITALIANA: oltre 120 miliardi di euro di spesa pubblica all’anno, cui si aggiungono circa 30 miliardi di euro di spesa privata. Sempre all’anno.

Da 3 governi, costui è ministro inamovibile, per volontà (colpa) anche di Salvini e dei berluscones.

Secondo costui, il suo ministero – sotto la sua guida – è stato il migliore nella lotta mondiale contro il Covid. La realtà (il numero dei morti per Covid e non “con il Covid”) è profondamente diversa. Un po’ alla volta, le statistiche “asettiche” dimostreranno che “tachipirina e vigile attesa” è stata una scelta folle, che la vaccinazione protegge contro le forme più gravi di virosi ma non annulla la possibilità di infezione, che il green-pass non serve a nulla, che i vaccini (Pfizer, Astra Zeneca, Moderna) possono provocare importanti effetti collaterali, come tutti i farmaci “pesanti”. Ossia come tutti i farmaci che debbono essere usati per patologie limitanti la vita.

Invece, sinora, il ministro e i suoi accoliti hanno taciuto sui potenziali rischi della vaccinazione, richedendo però ai vaccinandi la compilazione preventiva di un modulo di consenso, steso al fine di evitare possibili contenziosi legali.

Per fortuna che la gestione delle vaccinazioni è stata affidata all’esercito e non ai tecnici del ministero della salute: Figliuolo & C. (ossia la Protezione civile) sono riusciti a vaccinare il 90% della popolazione. Cosa che sarebbe stata impensabile se la campagna fosse stata affidata a chi ha fatto caos sulle mascherine, sui banchi di scuola, sui respiratori….

…continua a leggere ⇒ SoloinItalia_Biasioli_28.4.22

WHATEVER IT TAKES? Siamo proprio sicuri che sia così?

Stefano Biasioli, 16 aprile 2022

Alcuni amici mi sollecitano da giorni a scrivere qualcosa sui tempi attuali. Pur recalcitrando lo faccio. Recalcitrando perché sono consapevole che, di questi tempi, è difficile trovare chi la pensi come Noi.

Come Me, testardo Capricorno, nato nel Dicembre 1942 e con chiari ricordi di guerra, di bombe, di rifugi anti-aerei. Ricordi veri, non quelli dell’attuale presidente dell’ANPI, nato nel 1949 !

Dopo 77 anni, l’Italia è nuovamente in guerra. Certo, non una guerra sul nostro suolo, ma una guerra (la prima guerra, da allora) sul suolo europeo, distante circa 1500 km – in linea d’aria- dal nostro  Brennero.

Siamo in guerra, che l’Ucraina fa anche per conto terzi: UE, NATO, USA, paesi nord-europei. Per questa guerra abbiamo aumentato la spesa per la difesa (2% PIL), abbiamo inviato armi e mezzi, abbigliamento e prodotti alimentari. Direttamente o indirettamente. Stiamo accogliendo profughi ucraini, soprattutto donne e bambini, aggiungendo accoglienza “accolta” a accoglienza “subìta”. Emigranti per guerra versus emigranti economici, dall’Africa e dintorni….

continua a leggere ⇒ WHATEVER IT TAKES-Siamopropriosicurichesiacosì_Biasioli_16.4.22

QUI CI VUOLE UN COMMISSARIO ALL’ENERGIA!

Stefano Biasioli 04/04/2022

Stamattina ho sentito (Radio 24) una intervista al ministro Cingolani. Alle domande, stringenti, del giornalista, il ministro (ma non si tratta di un tecnico?) ha risposto sempre in modo vago ….“vedremo…faremo…decisioni UE… c’è un problema di rapporti con le Regioni e con i provveditori alle belle arti e ambientali… etc etc”.
Insomma, una marea di “decisioni future e futuribili” come se la guerra Russia-Ucraina non abbia dimostrato con chiarezza la drammaticità della questione energetica in Italia.

Decenni di “NO a TUTTO” (NO TAV, NO TIV, No TIP)… decenni di no al pompaggio di gas in Adriatico, di no alla estrazione di metano in Basilicata, di no a nuove centrali idroelettriche, di no al carbone, di no al nucleare…. hanno – al dunque – messo in crisi, in Italia, la produzione (prima) e la fornitura (poi) di energia, per la quale oggi siamo larghissimamente dipendenti dall’estero. A partire dal 43% del gas russo, per finire con l’energia da fonte nucleari, che importiamo dai paesi UE che ci circondano. Il tutto, a caro prezzo e con un ricatto continuo, non solo russo.

Siamo IN TEMPO di GUERRA. Dopo la guerra al COVID (quasi conclusa…) è ora TEMPO di GUERRA ENERGETICA.
La guerra al Covid è svoltata grazie al Commissario Figliuolo e ai suoi vaccini. Non certamente grazie a Speranza, ad Arcuri e al fantomatico CTS….
La guerra energetica va affrontata nella stessa maniera: con un COMMISSARIO ENERGETICO cui spetti una totale autonomia di manovra, che impedisca le solite misure ostruttive da parte di Regioni, Comuni, Sovraintendenze, movimentini ecologici e “compagnia cantando”….

…continua a leggere ⇒ QuiciVuoleunCommissarioallEneriga_Biasioli_4.4.22

Graffio di Lenin: “NON SIAMO IN GUERRA…”

Stefano Biasioli, 12 marzo 2022

“No siamo in guerra…non è un’economia di guerra… È prematuro parlare di un recovery di guerra…”, queste sono (in sintesi) alcune affermazioni fatte da Draghi prima e dopo l’inutile vertice UE di Versailles, che non ha preso alcuna decisione sui temi caldi del momento: guerra, riscaldamento globale, crisi energetica, approvvigionamenti, difesa europea, nuove sanzioni anti-Putin.

Più passano i mesi, più Draghi sembra aver perso quell’alone iniziale di santità-tecnicismo-decisionismo, per cui era stato chiamato da Mattarella al capezzale dell’Italia, stremata dal Covid e dalle marachelle dei 2 governi Conte. Un anno dopo, Draghi ci appare spento, gonfio in viso e con la pappagorgia. Anche in Europa lo stanno snobbando, in particolare l’asse franco-tedesco. Ha chiesto che il “debito lo faccia la UE”, senza alcun riscontro. In definitiva, la volontà UE è fare a meno del gas e del petrolio russo, in tempi ristretti, mantenendo la transazione energetica entro il 2050. Come? Senza un piano europeo comune, basato su tempi certi e su finanziamenti concreti….

…. CONTINUA ⇒ GraffiodiLenin_NonSiamoinGuerra_12.3.22

Graffio di Lenin: “Draghi, chi?”

09.03.2022

I miei amici mi chiamano “Lenin”, da una vita. Non perché sia un comunista di vecchio stampo (“non c’è pericolo”) ma perché la mia faccia ricorda quella di quel Vladimir (1870-1924) che i russi chiamavano Lenin.
EccoVi allora le mie considerazioni, da “vecchio Lenin”, ossia da pensionato che pensava di poter continuare a vivere in pace. Non è stato così.

Prima, il dramma del COVID e la sprovvedutezza di chi ci ha governato dal 2019 ad oggi. Capi di governo e il pluriennale ministro che di “speranza” ha solo il cognome ma non certo la sostanza. Costoro hanno blaterato  di “guerra al Covid” e per vincerla sono stati costretti a passare da un commissario “facente tutto e male” a un generale, che – per nostra fortuna- ha messo in piedi una campagna vaccinale efficiente e efficace, nonostante la presenza dei soliti NO, dei NO VAX.

Nella battaglia contro il virus, gli italiani sono stati “precettati” e guidati con i paraocchi da chi ha creato una emergenza pluriennale (terminerà il 31/3/22, forse), supportata  da decine di DPCM para-costituzionali, tutti avvallati dalla magistratura e dal Quirinale.

Ora, la guerra in Ucraina. Una guerra condotta in prima persona dai poveri ucraini, contro l’invasore, quel Putin, fino all’altro ieri amico di molti nostri politici.
L’UE e l’Italia stanno a guardare il massacro ucraino, il massacro di un popolo che vuole comunque difendere la sua autonomia e la sua nazione. “Armatevi e partite”…. ma Noi europei stiamo a guardare, limitandoci all’invio di supporti bellici e di blocchi finanziario-economici che finiranno con il ritorcersi contro l’economia europea e – soprattutto – la nostra Italia, che abbiamo scoperto poco autonoma, in tutto.

Sanzioni contro Putin e gli oligarchi, ma solo fino a un certo punto… per evitare di irritare troppo il capo del Cremlino, che ha detto che non farà sconti a nessuno…

… CONTINUA A LEGGERE ⇒ GraffiodiLenin_DraghiCHI_9.3.22

PENSIONI di MARZO

Molti iscritti ci chiedono a cosa siano dovute le variazioni degli importi pensionistici di questi primi tre mesi 2022.

Affidiamo la risposta all’amico Pietro Gonella…

…“A marzo conguaglio per rivalutazione applicata a gennaio e febbraio 1,6 provvisorio contro 1,7 definitivo. Inoltre a seguito applicazione 4 nuove aliquote Irpef contro le 5 applicate prima.”

Il balletto dei vaccini

 Stefano Biasioli, 22 febbraio 2022

PREMESSA: i numeri.

È passato un anno dall’introduzione dei vaccini anti COVID (Sars2).
Per fortuna, la maggioranza degli Italiani si è vaccinata (almeno con 2 dosi), anche se la strategia comunicativa governativa (+ CTS)  o para-governativa (ISS, AIFA, Agenas…) è stata quanto meno irritante e dispersiva.
AstraZeneca sì e poi no, Pfizer sì, Johnson (?), Moderna come booster prevalente, Novavax come ruota di scorta tardiva.
Le terze dosi sono state fatte all’87,5% della popolazione (dato all’11 Febbraio, secondo la Fondazione Gimbe), con oscillazioni regionali dal 58,6% (Sicilia) al 73% del Lazio.
Numeri importanti, se rapportati ad altri Paesi UE e se si considera in numero degli infettati/sopravvissuti. Dato importante perché la guarigione fa slittare di altri 6 mesi l’ulteriore richiamo.

DATI di FATTO

Da circa 2 mesi, in ambulatorio, chiediamo ai singoli pazienti endocrinologici o nefrologici quale sia la loro situazione vaccinale. Abbiamo perciò identificato una serie enorme di variabili, che qui riassumiamo.
La più frequente: 2 dosi di Pfizer e terza dose (dimezzata) di Moderna, fatta da Dicembre 2021 in poi.
In sequenza: 3 dosi di Pfizer; 3 dosi di AstraZeneca; 3 dosi miste (Pfizer/Moderna) e infezione paucisintomatica da COVID; 1 dose di AstraZeneca e poi 2 dosi di Pfizer; 1 dose di AstraZeneca o Pfizer e poi COVID sintomatico, trattato a domicilio (come?) o in ospedale; 2 dosi di AstraZeneca e Covid paucisintomatico con negativizzazione ritardata; prima vaccinazione (ritardata) con COVID sintomatico autunnale; Covid contratto in ospedale, per un ricovero legato a cause non Covid. E potremmo proseguire…
Ciascuna di queste eventualità (riscontrate in clinica) ha poi ulteriori variabili, legate alle comorbilità, all’età, al sesso, all’assunzione o meno di farmaci anti ACEI, all’uso o meno di anti-infiammatori, allo stato nutrizionale, al lavoro e alla tipologia di vita “…ho paura e mi chiudo in casa… Non ho paura e cerco di frequentare il mio solito giro di amici…”.

UNA CERTEZZA

Quanti di questi vaccinati, infettati, guariti etc. ha effettuato un dosaggio periodico dei livelli di Anticorpi IgG anti COVID, al fine di conoscere la velocità del declino individuale della protezione anticorpale? Quanti di loro hanno testato la protezione cellulare?
Domanda retorica perché la vulgata ufficiale (da Speranza in giù ) ha quasi sempre negato l’utilità di siffatti controlli di laboratorio e comunque non li ha previsti nella routine clinica post vaccino o post malattia.
Perché ricordiamo queste verità?
Perché ora è incominciata  una nuova litania….

… continua a leggere ⇒ IlBallettodeiVaccini_Biasioli_22.2.22

Zaia farà i miracoli anti Covid?

L’intervento di Stefano Biasioli

Non siamo più cattivi del solito, ma questa volta non possiamo tacere.

Martedì scorso (nella solita conferenza stampa a Marghera) Luca Zaia ha dato, tutto trionfante, due annunci.

Il primo riguardava il netto calo della pandemia COVID-OMICRON in Veneto, attribuito da Zaia all’elevato numero dei vaccinati veneti (89% nella fascia adulta) e, non – per esempio- anche alle temperature elevate (rispetto alla media stagionale). Nessun commento sull’andamento della curva infettiva negli altri Paesi Europei, anche in quelli senza l’obbligo di green-pass…

Quisquilie.

Il secondo, molto più eclatante. L’ANNUNCIO che “IL VENETO RECUPERERÀ in BREVE TEMPO le 280.000 prestazioni ambulatoriali ospedaliere rimandate a causa della pandemia”  (!!!)

Giornalisti esultanti, ma ascoltatori TV perplessi. Tra costoro, anche NOI , che nella sanità lavoriamo da una vita e che ben conosciamo i danni che la pandemia ha fatto sui pazienti NON COVID negli ultimi 2 anni. Noi conosciamo le “irritazioni” (ma dovremmo usare un termine più crudo) dei pazienti, con visite e attività di day-hospital rinviate per mesi…

Poiché le affermazioni di Zaia sono state seguite da UN TESTO SCRITTO (Nota n° 55826/2020 , data 8/2/22), a firma del Dr. Luciano Flor (Direttore Area Sanità e Sociale della Regione Veneto) – su carta intestata della Giunta Regionale – che, in modo non chiarissimo, riafferma la riapertura dell’attività ambulatoriale e di day hospital (pur con limitazioni legate al non uso delle rianimazioni per le stesse) …

SIAMO COSTRETTI A PORRE ALCUNI QUESITI al Governatore e all’Assessore LANZARIN …

1)    Come si possono fare promesse di tal genere, quando sono di pochi giorni fa le PESANTI LAMENTELE dei PRINCIPALI SINDACATI dei MEDICI OSPEDALIERI (ANAAO e CIMO) che hanno -ancora una volta- rimarcato gli INSOSTENIBILI RITMI di LAVORO in OSPEDALE, dovuti sia al COVID che alla CRONICA CARENZA di MEDICI OSPEDALIERI VENETI ?

2)   Come si possono fare promesse di questo genere, a fronte delle recenti manifestazioni di protesta degli infermieri veneti , per le stesse ragioni?

3)   Come si possono fare promesse di questa fatta, quando i MEDICI OSPEDALIERI IN SERVIZIO sono stati costretti per 2 anni ad un PLUS-ORARIO (mai pagato in modo adeguato) e a PESANTI RITARDI nella fruizione delle FERIE ?

4)   IN DEFINITIVA, CHI ACCETTERÀ di AUMENTARE VOLONTARIAMENTE ULTERIORMENTE i PROPRI CARICHI di LAVORO, in assenza di regole scritte – CONCORDATE con le OOSS MEDICHE OSPEDALIERE – che prevedano garanzie assicurative (maggiori rischi generati dal plus-lavoro) e una chiara integrazione economica, con fondi regionali ?

Perché ZAIA, prima di fare promesse da marinaio, NON HA APERTO UN TAVOLO CON I SINDACATI dei MEDICI OSPEDALIERI per TROVARE una SOLUZIONE al CRONICO PROBLEMA delle LISTE di ATTESA, esploso in tempi di Covid?

No, caro Zaia, per ottenere un risultato in questo campo, non è sufficiente dire ai  “dirigenti regionali subordinati” di inviare una letterina a tutti i direttori generali delle ASL venete !!!