DOMENICA delle PALME e dintorni

La pandemia COVID-19 ha stravolto le nostre abitudini. Il lungo isolamento porta a alcune riflessioni, più o meno banali.
ECCOLE…

La  PROCESSIONE NEGATA

A molti non interesserà, ma al 16% di cattolici italiani interessa e come.
Papa Francesco è riuscito a fare un miracolo al contrario: la mancata celebrazione della Domenica delle Palme, come inizio della Settimana Santa.
Un rito ufficiale che dura da oltre duemila anni e che si interrompe oggi, per la prima volta. Un fatto traumatico, per chi è credente. Un fatto insignificante, per tutti gli atei.Ho detto e scritto, tutto ciò è responsabilità di Papa Francesco e non della virosi in atto.
Perché chiudere le Chiese al culto pubblico (sia pur con l’adozione di precauzioni identiche come quelle in atto nei supermercati e nei mercati all’aperto) e non attivare una PROCESSIONE delle PALME, ridotta e con estrema cautela, è un evento che sarà registrato nei libri di storia, di certo in quelli relativi alla storia della CHIESA CATTOLICA, APOSTOLICA, ROMANA.
Di quella che onora la Trinità, la Madonna, i Santi……e non un distorto senso del naturalismo.
La “messa virtuale” e le “processioni virtuali” sono poca cosa….Manca la vera celebrazione dei “misteri” e, soprattutto, manca la Comunione, fondamentale per la vita cristiana.
Una cosa non mi manca, il
“dateVI un segno di pace…”, seguìto dall’incrocio di mani, più o meno sudaticce. Questo gesto (che è nato solo dopo il Concilio voluto da Papa Giovanni XXIII ) probabilmente sarà abolito per sempre….

IL CONSUMISMO

Se guardate nei vostri armadi, vi accorgerete che siete pieni di vestiario. Vesti e indumenti per ogni stagione, sportivi o “classici”; di scarpe e di calzature per lo sport (compreso quello che fate una volta all’anno). Siete pieni di televisori, quasi in ogni stanza della vostra casa, eccetto quella del bagno…
Avete 1 o 2 telefonini a testa, per non parlare delle “tavolette”  e dei computer (fissi e portatili).
Una stampante, decine di pennette, decine – forse centinaia – di CD di musica che non sentirete mai, come non metterete mai ordine alle migliaia di foto scattate col telefonino.
Foto che non guarderete più o, forse, solo 2 o 3 volte nella vostra vita.
Avete decine di penne e matite, ma non scrivete da mesi o forse da anni.
Avete appena cambiato macchina e, da un mese, non la potete toccare o la usate solo per arrivare fin dal giornalaio.

IL GIORNALAIO

Un mestiere apparentemente declinante, che invece il COVID-19 ha rilanciato alla grande. Perché? Perché la carta stampata ha, in tempi di prigionia, un valore importantissimo, che la lettura dei tablet non ha. Ti fa sentire parte di una comunità: chi ama toccare i fogli e leggere le notizie cartacee è un gruppo consolidato di lettori. Sono quelli che scrivono “lettere al direttore”, sono quelli che amano essere gruppo e farsi sentire. “QUEL GIORNALE” vissuto come club, soprattutto in tempi di Covid-19.
Il vostro edicolante Vi confermerà che le vendite dei quotidiani sono aumentate, in questo mese.

L’OPEN SPACE

Da almeno 4 decenni ci hanno rotto le scatole con l’OPEN SPACE negli uffici.
Le “leggi” (!) della comunicazione hanno eliminato gli spazi chiusi – per i vari impiegati e dirigenti – a favore dell’unica stanza, per tutti o per molti addetti. Unica stanza, priva di protezioni individuali, anche modeste.
TU, LEI e il computer. Non pareti o paretine di cartongesso, non pannelli di plexiglas (trasparenti)  come protezione, ma spazio aperto. Dove tutti starnutiscono, emettono goccioline di vapore (più o meno infettanti), mangiucchiano, bevono, lavorano. Vivendo per ore in una atmosfera potenzialmente inquinante…
Finirà anche la “mistica” dell’open space, nel post-Covid?

LE SANIFICAZIONI

Forse la virosi ha insegnato agli italiani che le norme igieniche sono fondamentali, anche nel 2020.
Forse, la virosi ha insegnato agli italiani che, una volta liberati da questa clausura, dovremo riempire i nostri armadi anche di PRESÌDI SANITARI, di soluzioni disinfettanti, di mascherine, di vestizioni protettive, di gel igienizzanti, di Plaquenil o farmaci analoghi.
Perché? Perché una infezione virale, Corona o Non-Corona, ritornerà, a cadenza periodica.
Frutto perverso dell’universalismo, che a tanti piace. Frutto perverso dei mancati controlli sanitari su chi si muove, soprattutto in aereo o in treno.
Sarebbe una riduzione della libertà individuale? Perché, questa di questi mesi, non lo è già stata?

LA PRIVACY

Chi scrive ha sempre sostenuto che, in questa era, la privacy è solo un sogno, irrealizzabile.
NON ESISTE, alla faccia di quello che ci hanno raccontato.
Questa virosi l’ha dimostrato. Lo dimostra la dispersione dei dati sanitari dei malati, quello che è successo all’INPS pochi giorni fa, il ruolo anti-privacy del telefonino e del telepass. Per non parlare di chi è in grado di violare i nostri conti-correnti o i segreti del Pentagono.
E non mi soffermo sulle lesioni alla nostra democrazia, fatte da chi ha pensato e pensa di gestire il Paese con una serie di DPCM, violando le prerogative del Parlamento e le regole costituzionali.

UNA IDEA PER LA RIPRESA

Passata questa maledetta virosi, crescerà la richiesta di sanificazione degli ambienti, pubblici e privati.
Ecco, un nuovo obiettivo per la nostra industria, a partire dalla RIELLO & C. di Legnago, Verona
Sistemi di disinfezione, almeno giornaliera, per mezzi pubblici e privati. Aerei, treni, autobus, filovie.
Autovetture dei tassisti e degli NCC. Autovetture private. Non più inutili “gadgets” per auto, ma apparecchietti per la sanificazione delle stesse, da attivare alla fine della serata, con la chiave della macchina.
E, inoltre, l’immenso campo della sanificazione della propria casa. Che si tratti di ozonizzazione, di produzione di perossidi di idrogeno o- addirittura – del “MAGNEGAS (=H8) per l’energia necessaria, nulla quaestio.

Dopo questa strage, qualcosa di buono può nascere.

Stefano Biasioli
Primario Nefrologo in pensione